Welfare. La ridefinizione dell’Isee.

Il governo ha in programma di rivedere tutta la spesa socio-sanitaria del nostro Paese. E tra le misure in cantiere, già fortemente criticate dalle forze sociali, non c’è solo l’addio ai ticket e l’arrivo della franchigia, ma tutta una serie di interventi che hanno al loro centro la ridefinizione dell’Isee.

 Che cos’è e come si calcola l’Isee
L’acronimo in questione sta per Indicatore della situazione economica equivalente. È in pratica una sorta di redditometro che serve a stabilire quale sia la ricchezza effettiva di una famiglia. Il suo calcolo è piuttosto complicato. Si parte dall’Isr, ossia dall’Indicatore della situazione reddituale, con il quale si sommano tutti i redditi dei soggetti che compongono il nucleo familiare.

Si passa quindi a determinare l’Isp, ossia l’Indicatore della situazione patrimoniale, cioè il valore cumulato di tutti i fabbricati e terreni di proprietà della famiglia, il tutto decurtato del valore dell’abitazione principale o di un eventuale mutuo residuo. Inoltre il dato conclusivo subisce ulteriori aggiustamenti grazie ad una franchigia. Per chi vive invece in affitto si terrà conto in maniera opportuna delle spese sostenute per il canone di locazione.

A questo punto si stabilisce l’Ise, da non confondere con l’Isee, che sarà dato dall’Isr più il 20% dell’Isp. Infine, si potrà così determinare l’Isee, che risulterà dall’Ise corretto con un parametro relativo al numero di soggetti che compongono il nucleo familiare.

Cosa prevede la riforma in cantiere
Secondo le intenzioni del governo il valore dell’Isee dovrebbe essere rivisto al rialzo per numerosi nuclei familiari, andando a conteggiare voci di entrata finora esclusi. Tra le più contestate, soprattutto dal fronte sindacale, ci sarebbero quelle che riguardano il cumulo nel reddito delle pensioni sociali, degli assegni di accompagnamento per invalidi e degli assegni familiari più in generale. Una proposta che secondo i sindacati andrebbe a colpire le fasce più deboli della popolazione, per i quali, assegni come quelli d’invalidità dovrebbero rimanere fuori dall’Isee, perché considerati livelli essenziali di assistenza economica.

Il numero magico
Secondo il governo però, questa revisione, tra l’altro già in parte esplicitata in una delega contenuta nel decreto Salva-Italia, dovrebbe portare a risparmi di cui in un secondo momento dovrebbero beneficiare proprio le fasce di popolazione meno abbienti. E questo perché ad essere colpiti dovrebbero essere i ceti medio-alti della popolazione. In quest’ottica verrebbe fissata a 15 mila euro la soglia Isee, al di sopra della quale verrebbero negate determinate prestazioni sociali gratuite o ne verrebbero sensibilmente ridotte altre.

Quali sarebbero gli effetti
Le conseguenze di una tale riforma del sistema si farebbero sentire su tutte quelle prestazioni per le quali già oggi le famiglie sono tenute a presentare l’Isee nel caso vogliano beneficiarne gratuitamente o con qualche forma di agevolazioni. Si va dall’assistenza domiciliare ai trasporti pubblici e per alunni, dalle rette per le scuole comunali alle mense scolastiche, dalle tasse di iscrizione all’università alle borse di studio, e ancora, dalle integrazioni per le rette nelle case di riposo agli sconti per le tasse comunali.

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Chiarezza sul Signoraggio Bancario

La spiegazione del perché il Signoraggio è una bufala può non essere di facile comprensione, perché si tratta di una materia un pò complessa: ma è proprio questo il punto di forza della bufala, infatti per costruire una bufala di successo è anche necessario rimanere in ambito “tecnico”, in modo da poter fare leva sull’altrui ignoranza.

Premettendo che ogni dimostrazione di quanto il signoraggio sia una bufala è contenuta nel PDF segnalato più volte, per i più frettolosi qui di seguito indicheremo una sorta di scorciatoia per farsi una idea precisa sulla bufala del signoraggio.
Il signoraggio bancario: la bufala internettiana
Da anni su Internet vari personaggi e siti schiamazzano sul “signoraggio” delle Banche centrali. In questo articolo do per scontato che il lettore sia informato sugli argomenti “complottisti” che sostengono simili tesi. Nuovo Ordine Mondiale, Signoraggio, Rettiliani ed altre scemenze intasano a colpi di codici Html la rete, fondendo in un’unica, seppur variopinta, “teoria del complotto universale” tutte queste deliranti ipotesi, degne dell’attenzione di un Centro di Igiene mentale, oltre che palese segnale di arrogante ignoranza e preoccupante fuga dai problemi reali della vita di ciascuno di noi.
Circa il cd. “signoraggio” vi faccio notare come esso in pratica non esista nei termini indicati da tutta quella gente, spesso palesemente “disturbata” e ignorante, altre volte suggestionabile e suggestionata dall’avere un’illuminazione che spieghi ogni “mistero” di cui dovremmo essere vittime inconsapevoli.

Andiamo con ordine (il vecchio ordine della logica e della razionalità):

1) Prima di tutto: Bankitalia non guadagna profitti sul valore nominale delle banconote, meno i costi di stampa, come dicono i complottisti.
2) Bankitalia e tutte le Banche Centrali guadagnano profitti sugli interessi maturati sulla “base monetaria monetizzata”. In sostanza, guadagna il 2-3% del valore di tutte le riserve bancarie che emette su richieste delle banche, cioè in termini semplici, sulle banconote che stampa. Interessi che poi vanno al Tesoro dello Stato.
3) Lo Stato italiano non paga la Banca Centrale per ottenere una sola banconota. Non ne ha convenienza, non paga interessi a sé stesso. Anzi, ottiene banconote a tasso zero, con un meccanismo che non spiego e che potette leggere nel dettaglio nell’articolo citato.
4) Il debito pubblico non dipende dalle banche centrali, non è un fatto che dipende dall’emissione di moneta. Semmai l’emissione di moneta in caso di deficit potrebbe essere attuata dallo Stato tramite la Banca Centrale per ridurre temporaneamente il debito pubblico, cioè ricorrendo al “signoraggio”; ma questo genera inflazione nel lungo termine. Si tratta di un fenomeno limitato, grazie all’indipendenza delle banche centrali che è una garanzia per tutti e non un segnale di chissà quale “complotto”.
5) Se le Banche hanno creato la crisi mondiale ( è accaduto due volte, la prima nel 1929), le ragioni vanno cercate in altri meccanismi interni al mercato e al comportamento stesso delle Banche, talvolta spregiudicate nelle operazioni finanziarie dalle stesse pensate e messe in atto. Si leggano i miei articoli sui derivati, swap ed agenzie di rating, che certamente non hanno la pretesa di dare tutte le risposte, ma qualche risposta la danno.

Lo sapete perché non si possono avere risposte esaustive alle crisi? E’ di una semplicità disarmante: perché non c’è nessun complotto ! Se ci fosse un gruppo di persone che si raduna in qualche luogo segreto per decidere, quantomeno, le sorti economiche del mondo in modo occulto ed egoistico, tendente solo ad interessi di quel gruppo di “eletti”, sarebbe di una facilità estrema capirne le “direttive”, i “piani”, i “meccanismi” che agiscono per “danneggiare” gli altri esseri umani.

La sottocultura complottista che crede che gli essere umani siano come i protagonisti del film “Matrix” è una pseudoideologia da non seguire assolutamente. Ma veramente credete che chi scrive questo articolo e milioni di altri intellettuali ed esperti sparsi per il globo siano degli imbecilli che starebbero a guardare passivamente e rassegnati che un piccolo gruppo di persone spadroneggia arrogantemente sui destini di miliardi di esseri umani? Vi consiglio sentitamente di leggere con molta attenzione due romanzi di Umberto Eco: “Il pendolo di Foucault” e “Il Cimitero di Praga”. Nelle due opere citate il celebre autore spiega ai “bambini complottisti” come esistano complotti da sempre, ma “universali” mai!

E che talvolta i protagonisti di un complotto (certamente non universale) sono patetici personaggi da biasimare e soprattutto da compatire. Credere in complotti universali è una semplificazione paranoide della complessità del mondo e della vita, così dimenticando i veri problemi da affrontare con impegno civile che riguarda tutti noi, che vi piaccia o no. Rimboccatevi le maniche: c’è tanto da lavorare per la realtà (quotidiana il più delle volte) e non per le fantasie. Se volete essere “illuminati” pensate a come pagherete l’energia elettrica che vi “illumina”.

Il sugo della bufala

Secondo i sostenitori della bufala, il “Signoraggio” è un reddito illegittimo intascato dalle banche che emettono la moneta, e corrisponde alla differenza tra il valore nominale della moneta e il suo valore effettivo (costo di produzione e di stampa).
In altre parole, secondo questi geniacci, quando la Banca d’Italia emette una banconota da 500 euro, dato che la banconota in sé vale pochi spiccioli (tra carta, inchiostri e spese di produzione) la differenza se la intasca la Banca d’Italia. E dato che la Banca d’Italia (sempre secondo i geniacci) è in mano di privati, pochi fortunati gozzovigliano a spese di tutto il popolo italiano.
E questo discorso si ripete, naturalmente, per qualunque paese nel mondo.

Se vi fermate un attimo a riflettere, la cosa non è poi molto diversa da quello che fate quando emettete un assegno: vi portate a casa un televisore al plasma e lasciate al negozio un assegno da 1000 euro, che in realtà tra carta e inchiostro non vale nemmeno 10 centesimi. Siete dei rapinatori?
Certo che no. Il vostro assegno è garantito dai fondi che avete depositato in banca, dal fido che la banca vi riconosce. Se l’assegno è scoperto, finite nei guai.

Il denaro è emesso dalle Banche centrali nello stesso modo in cui si emette un assegno. La Banca centrale acquista titoli da privati e da banche, ed emette moneta in quantità corrispondente a quei titoli.
Così come il vostro assegno è coperto dal danaro che possedete nella vostra banca, allo stesso modo le banconote emesse dalla Banca centrale sono coperte dai titoli che essa possiede.
I titoli (esattamente come il denaro che tenete in banca) producono interessi.
Quegli interessi costituiscono una fonte di reddito per la Banca centrale: quello è il “signoraggio”, non certo quello che pensano e sostengono i complottisti.
Il “signoraggio” sono quindi gli interessi incassati dalla Banca centrale sui titoli posseduti a copertura delle banconote emesse, detratte le spese di produzione e quelle di funzionamento dell’ente. Questo reddito netto non viene incassato da privati, ma finisce nelle casse dello Stato. In altre parole, va a beneficio della collettività.

Il Signoraggio non è un mistero, non è un segreto: il sito della Banca d’Italia dedica una sezione a spiegarlo. E’ quindi un reddito ufficiale e riconosciuto.

Alcuni dei miti più famosi del Signoraggio

I soliti errori dei signoraggisti vengono ripetuti, sotto l’evidente convinzione che la ripetizione ad nauseam equivalga ad una dimostrazione razionale, e non al tedio più abissale per chi è costretto a sentire sempre le stesse asinerie: “Bankitalia guadagna profitti sul valore nominale delle banconote, meno i costi di stampa”, sostengono.

Nel mondo in cui però viviamo veramente – distinto da quello immaginario dei signoraggisti – Bankitalia (in realtà la Banca Centrale Europea) guadagna profitti sugli interessi maturati sulla base monetaria monetizzata. In sostanza, guadagna il 2-3% del valore delle banconote (e di tutte le riserve bancarie, per essere precisi) che emette.

In sostanza, ciò che accade è (supponendo un’operazione annuale per semplificare i conti) che una banca che ha bisogno di riserve monetarie per un totale di 1,000€ deposita titoli di Stato (o anche titoli di debito privato) presso la banca centrale, e riceve riserve (diciamo banconote) per un valore di 1,000€.

Dopo un anno, supponendo l’interesse pari al 5%, i titoli di Stato hanno maturato, su un capitale di 1,000€, interessi per 50€: la banca restituisce la banconota di 1,000€ e si riprende il titolo di Stato che aveva depositato, ma lascia alla banca centrale quei 50€, e questi 50€ sono i profitti da signoraggio della banca centrale. Questi profitti vanno successivamente allo Stato.

Tutto qui. Non c’è nessun complotto, purtroppo per i signoraggisti.

Un altro mito propugnato nel video è che lo Stato italiano paga 100€ (più manodopera) per ottenere una banconota da 100€. Nel mondo reale una banconota costa gli interessi che non si ottengono su di essa: il 2-3% di cui sopra.

Nel caso dello Stato, siccome i profitti del signoraggio vanno al Tesoro, il costo dovuto agli interessi è proprio pari a zero, visto che lo Stato pagherebbe interessi a sé stesso se chiedesse alla banca centrale di stampare soldi. Le cose non vanno neanche così, ma inutile complicare la situazione.

Ben lungi dall’essere un costo per lo Stato, il monetizzare i debiti è per lo Stato un doppio guadagno: gli interessi (nel breve termine) scendono e il debito costa di meno, e gli interessi maturati sul debito ritornano allo Stato, che di fatto in questo modo ottiene un prestito a costo zero.

Tra l’altro, si noti che la banca centrale può anche monetizzare titoli di debito privato: se questo fosse una tragedia per i privati, anziché un regalo che lo Stato fa ad alcuni operatori finanziari, questi non dovrebbero esserne molto contenti.

Ma allora perché si crede che per lo Stato la monetizzazione del debito sia tanto costosa? Poi c’è il solito mito secondo cui il debito pubblico dipende dalle banche centrali. Nel mondo reale il debito pubblico deriva dal fatto che lo Stato spende più soldi di quanto riceve tramite le tasse: la somma di tutti i deficit pubblici accumulati nel tempo, più tutti gli interessi accumulati sui debiti precedenti, determina il debito pubblico attuale.

Tutto ciò non ha nulla a che fare con la moneta. Lo Stato può ridurre il costo del debito stampando moneta, cioè ricorrendo al signoraggio, ma questo genera inflazione nel lungo termine, perché la monetizzazione fa aumentare l’offerta di moneta, e quindi si cerca di limitare questo fenomeno, grazie all’Indipendenza delle banche centrali.

Anche su altre affermazioni dei signoragisti farò un esempio: se l’interesse è il 5%, e lo Stato fa 1,000 € di deficit ogni anno, il primo anno (partendo da un debito nullo) ha 1,000€ di debito (più 50€ di interessi), il secondo ha 2,000€ di debito, più due anni di interessi sui primi 1,000€, e un anno di interessi sui secondi 1,000€ di debito, e così via.

Dopo dieci anni, trascurando l’interesse composto (cosa non particolarmente precisa in questo caso) lo stato avrà 10,000€ di debito per via dei deficit accumulati, e circa altri 5,000 € di debito per via degli interessi accumulati (50€ ogni anno per ogni 1,000€ di debito).

Un’altra novità pazzesca circola è: Bankitalia e Banca d’Italia non sono la stessa cosa, perché la prima è privata e la seconda è pubblica (in realtà ovviamente Bankitalia è il nomignolo ufficioso di Banca d’Italia). Un’assurdità del genere non l’avevo ancora sentita, e dire che pensavo di essere esperto in materia. C’è infine una nuova teoria delle crisi economiche: un piccolo gruppo di cospiratori compra un sacco di azioni con soldi stampati dal nulla, poi altrettanto improvvisamente questi limitano le spese per far crollare i titoli, e infine ricomprano tutto a prezzo scontato: i cospiratori sono le banche che creano credito.

Nel mondo reale le banche durante la crisi, anziché espandere il loro controllo sul mercato, falliscono: purtroppo lo Stato corre loro in aiuto, e quindi le banche fanno cose stupide perché sanno di non doverne pagare i costi.

La teoria precedente, ben lungi dall’essere così sofisticata, vuole spiegare boom e recessioni in base ad una strategia di un gruppo di cospiratori, anziché come risultato di dinamiche economiche quali la politica economica, l’innovazione finanziaria e tecnologica, i flussi di capitale internazionale, come fanno gli economisti seri.

L’idea che tutte le dinamiche sociali siano l’esito consapevole delle strategie di cospiratori onniscienti e onnipotenti è alla base di molti cospirazionismi (e anche di buona parte del pensiero politico socialista e utopista, se si vogliono cercare i padri intellettuali nobili di queste baggianate).

Mi spiace poi per i signoraggisti se lo Stato è molto geloso del suo potere di emettere moneta, ma il motivo è semplice: è lo Stato, in primis, che ci guadagna. È vero che la finanza è iper-regolamentata per evitare la concorrenza, anche la concorrenza di cose risibili come i SIMEC, ma questo è vero per la finanza quanto per ogni altra attività produttiva: lo Stato padrone decide chi deve produrre e chi no, per favorire questa e quella lobby.

Si chiama politica democratica, non ha nulla a che fare con il credito, se non per il fatto che i mercati finanziari sono uno dei tanti mercati distorti dallo Stato, e le società finanziarie sono una delle tanti lobby che, attaccate alla mammella dello Stato, estorcono privilegi a danno del resto della società. Non c’è nulla di speciale: che una lobby sia di banchieri o di tassisti, la logica politica è la stessa.

Infine, c’è il ministro Tremonti che, per giustificare un po’ di Stato in più (lui ha potere, quindi più Stato c’è e meglio è per lui) sembra dire qualcosa di simile ai signoraggisti in un’intervista. In realtà quel che dice il ministro è semplicemente che la crisi del 2007 è una crisi del “sistema bancario ombra”, cioè dell’insieme di intermediari finanziari che, parallelamente alle banche commerciali (e in stretti rapporti con esse) crea mezzi di pagamento non-monetari per finanziare le imprese .

In sostanza, Tremonti dice che la crisi è stata bancaria, cioè che le banche (rectius, le banche del sistema ombra, che non sono banche in senso proprio perché non hanno depositi a vista) sono state ad un passo dal fallimento.

Che poi il ministro chiami la moneta di Stato (cioè la base monetaria, che tra l’altro secondo i signoraggisti dovrebbe essere privata) “buona” è solo perché a Tremonti piacciono le frasi ad effetto, indipendentemente dal loro contenuto.

La citazione di Allais, a volte riportata, è probabilmente completamente fuori contesto: Allais sembra dire che se lo Stato stampa moneta per finanziare i propri debiti non si comporta diversamente da un qualunque contraffattore, e la cosa è ovviamente indiscutibile. La monetizzazione è una tassa che lo Stato impone ai propri cittadini, spesso senza che questi se ne accorgano.

Inventano di tutto per cercare di convincervi

Cos’è il signoraggio?
La stragrande maggioranza della gente non ne ha la minima idea. Un sacco di persone, infatti, ha altre cose a cui pensare: lavorare o cercarsi un lavoro, pagare l’affitto, portare pane e companatico alle proprie famiglie.
Per gli economisti (quelli seri) il signoraggio è semplicemente il reddito riconosciuto a chi emette valuta. A spiegarlo è addirittura la Banca d’Italia, in una pagina Web dedicata a questo argomento.
Nulla di segreto o di strano: gli enti autorizzati a emettere valuta prendono in carico titoli ed emettono moneta in contropartita, e ci guadagnano con gli interessi. Questo ricavo in parte serve a coprire le spese di funzionamento degli enti, per il resto va allo Stato (e quindi al popolo).
In un certo senso non è poi molto diverso da quello che succede quando chiedete alla vostra banca un assegno circolare. Versate i soldi sul vostro conto, in cambio ricevete l’assegno circolare. La banca ci guadagna qualcosa tra interessi e prezzo dell’operazione.
Per quanto riguarda l’Italia, il reddito netto da signoraggio è incassato tutto, come s’è detto, dallo stesso Stato Italiano. I soci privati della Banca d’Italia possono spartirsi annualmente un ricavo di poco più di quindicimila euro.
Una cifra ridicola.
La faccenda è spiegata abbastanza bene persino nella relativa voce di Wikipedia, nonostante i ripetuti assalti di chi vorrebbe inquinarla.
E sì, perché c’è una schiera di imbecilli (i cosiddetti “signoraggisti”) che non ha capito nulla di come funziona il sistema monetario, ed è convinta che il signoraggio sia la differenza tra il valore nominale della moneta e il prezzo per produrla (carta e inchiostro).
In pratica, sostengono questi geniacci, le banche vi rifilano una banconota da 100 euro che a loro è costata (per produrla) appena 10 centesimi, realizzando quindi un guadagno di ben 99 euro e 90 centesimi. Oltre agli interessi, s’intende.
Solo un perfetto idiota può credere a una simile baggianata, giacché una banconota da 100 euro – tanto per semplificare – vale tutto quello che si può comprare o ottenere con 100 euro: 100 litri di latte o 40 kg di pane, o un volo low cost Roma – Milano. Nessuno accetterebbe mai una banconota da 100 euro che valesse solo 10 centesimi!

Banconote, assegni, titoli ecc. sono semplici strumenti di mercato che servono a consentire gli scambi commerciali. Se costruiste biciclette e voleste mangiare una bistecca, può essere che il macellaio non abbia bisogno di una bicicletta ma di un paio di scarpe, e voi sareste costretti a cercare un calzolaio che abbia bisogno di una bicicletta per poi offrire le scarpe al macellaio e portarvi finalmente a casa la vostra bistecca, ammesso che foggia, colore e misura delle scarpe soddisfino i suoi gusti e necessità. Un bel casino, nevvero? I soldi servono a risolvere il problema: prendete la bistecca, mollate una banconota, e il macellaio si andrà a comprare con calma le scarpe che vuole.
Tutti contenti, tranne i signoraggisti che proprio non riescono a capire il meccanismo.
E fin qui, poco male: se uno è stupido, il problema è soprattutto suo. Il guaio grosso è che questa gente ha deciso di fare della propria vita uno strumento di tortura per il prossimo, e quindi tenta in tutti i modi di convincere anche voi.
Ecco uno dei tanti esempi: http://complottismo.blogspot.com/2010/07/signoraggio-e-asciugamani.html




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