Epidemia di Ebola.

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Un’epidemia di ebola è scoppiata in Uganda nel luglio 2012 e 14 persone sono morte nell’ovest del Paese questo mese. Lo hanno annunciato in conferenza stampa le autorità locali insieme a un rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Non esistono cure né vaccini per l’ebola e in Uganda nel 2000 la malattia uccise 224 persone. Il virus si manifesta con una febbre emorragica, è altamente infettivo e uccide velocemente. Il primo caso fu riscontrato in Congo nel 1976 e il nome ebola deriva dal fiume nel quale fu individuato. Gli scienziati non conoscono l’origine del virus, ma sospettano che la prima trasmissione in un’epidemia avvenga tramite il contatto con animali infetti.

L’annuncio ufficiale pone fine alle speculazioni in corso da settimane sulla possibile causa di una strana malattia rilevata nel distretto di Kibaale e che ha spinto molte persone a fuggire dalle loro case. “Indagini di laboratorio compiute all’Istituto di ricerca dell’Uganda sui virus hanno confermato che la malattia individuata nel distretto di Kibaale è febbre emorragica dovuta all’ebola”, hanno fatto sapere il governo dell’Uganda e l’Oms dopo settimane di analisi. I 14 morti di cui hanno riferito le autorità rientrano nei 20 casi di persone risultate infette e tra le vittime c’è un bambino di quattro anni. Due dei contagiati sono stati isolati per essere sottoposti a esami.

Le autorità hanno invitato i cittadini a mantenere la calma, comunicando che è già stata organizzata una task force di emergenza nazionale per fermare la diffusione del virus. La malattia si trasmette in molti modi, tra cui il contatto diretto con il sangue delle persone infette e il contatto con i corpi delle vittime dell’ebola, per esempio durante i funerali. Per questo è stato consigliato ai cittadini di evitare ogni contatto non necessario con sospetti casi di ebola.

Cos’è il Virus Ebola:

L’ebola è un virus appartenente alla famiglia Filoviridae estremamente aggressivo per l’uomo, che causa una febbre emorragica. Il primo ceppo di tale virus fu scoperto nel 1976, nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire). Finora sono stati isolati quattro ceppi del virus, di cui tre letali per l’uomo. Fin dalla sua scoperta, il virus ebola è stato responsabile di un elevato numero di morti.[1] Verosimilmente il virus viene trasmesso all’uomo tramite contagio animale, il virus quindi si diffonde tra coloro che sono entrati in contatto con il sangue e i fluidi corporei di soggetti infetti. Considerati l’alto tasso di mortalità, la rapidità del decesso, la localizzazione geografica delle infezioni (frequentemente in regioni isolate), il potenziale epidemiologico tuttavia è considerato di basso livello.

L’ebola pare essere un virus zoonotico e attualmente sta devastando popolazioni di gorilla di pianura dell’Africa centrale. Nel 2005, tre specie di pipistrelli sono state identificate come portatrici del virus ma, non mostrando i sintomi, non sono state ritenute ospiti naturali, o riserve virali.

La febbre emorragica dell’ebola è potenzialmente mortale e comprende una gamma di sintomi quali febbre, vomito, diarrea, dolore o malessere generalizzato e a volte emorragia interna e esterna. Il tasso di mortalità è estremamente alto, variabile dal 50 al 89% secondo il ceppo virale, e un trattamento tramite vaccino non è tuttora disponibile.La causa della morte è solitamente dovuta a shock ipovolemico o sindrome da disfunzione d’organo multipla.

Il virus, secondo un criterio di pericolosità, è classificato come agente biologico di gruppo 4, così come agente di bioterrorismo di categoria A.

Potenzialmente il virus potrebbe essere utilizzato come arma biologica. La sua efficacia come agente di guerra biologica tuttavia è compromessa proprio dall’elevata mortalità e dal livello di contagio: un’epidemia tipica potrebbe diffondersi attraverso un piccolo villaggio o ospedale, contagiando l’intera comunità senza poter trovare altri ospiti potenziali, morendo quindi prima di raggiungere una comunità più ampia. È significativo che nessuno dei ceppi di ebola noti abbia una trasmissibilità di tipo aerea; solo il tipo ebola Reston (dalla città di Reston, Virginia, dove fu identificato in un tipo di scimmia) sembra sia di tipo aereo.

Sintomi

I sintomi sono variabili e compaiono improvvisamente. La sintomatologia iniziale comprende febbre alta (almeno 38,8 °C), cefalea, mialgia, artralgia, dolori addominali, astenia, faringite, nausea e vertigini.Prima che venga presa in considerazione un’epidemia virale, questi sintomi precoci vengono confusi facilmente con le manifestazioni della malaria, della febbre tifoide, della dissenteria, dell’influenza, o di altre molteplici infezioni batteriche, le quali provengono da fonti molto meno letali. L’ebola progressivamente è in grado di causare sintomi di più grave entità, come diarrea, feci scure o sanguinolente, vomito scuro dall’aspetto a “fondo di caffè”, occhi rossi dilatati con presenza di aree emorragiche sulla sclera, petecchie, rash maculopapulare e porpora. Altri sintomi secondari includono ipotensione, ipovolemia, tachicardia, danni agli organi (soprattutto a reni, milza e fegato) come risultato di una necrosi sistemica disseminata e proteinuria. L’emorragia interna è causata da una reazione tra il virus e le piastrine che dà luogo a varie rotture nelle pareti dei vasi capillari. Dopo 5–7 giorni l’individuo colpito muore.[senza fonte] Occasionalmente si presentano sanguinamenti interni o emorragie esterne orali e nasali e, in alcuni casi, provenienti dai fori d’accesso degli aghi per siringhe non ancora completamente chiusi. L’ebola virus può influenzare il numero di globuli bianchi e piastrine, innescando fenomeni trombotici.[senza fonte] Più del 50% dei pazienti svilupperà pertanto fenomeni emorragici.[senza fonte] La metodologia diagnostica relativa all’ebola include test urinari e sulla saliva. Il margine di tempo tra l’insorgenza dei sintomi e la morte si aggira intorno ai 7-14 giorni. A partire dalla seconda settimana di infezione, si assiste ad una riduzione dell’iperpiressia o all’innescarsi di una sindrome da disfunzione multiorgano. Il tasso di mortalità è alto, tra il 50 e il 90%.[21] La causa principale è lo shock ipovolemico anche noto come MODS (Multiple Organ Dysfunction Syndrome).

La replicazione dei filovirus viene favorita da un’ampia tipologia di organi e strutture cellulari quali gli epatociti, le cellule epiteliali, i fibroblasti, le cellule reticolari e le cellule adrenocorticali.Più in particolare, la sensibilità delle cellule endoteliali è verosimilmente la causa dei sintomi tardivi dell’infezione, come l’emorragia e lo shock ipovolemico.
 Diagnosi 

L’ebola è dignosticata tramite test ELISA (Enzyme-Linked ImmunoSorbent Assay). Tuttavia il metodo diagnostico produce risultati ambigui durante le fasi non epidemiche.

Dopo il caso di Reston, il Dr. Carl Johnson del CDC analizzò gli indiani San Blas dell’America Centrale, i quali non avevano nessuna storia di infezioni virali di ebola, ma che mostrarono il 2% di positività. Ulteriori ricerche effettuate sui nativi americani dell’Alaska mostrarono una percentuale di positivi analoga. Per contrastare i falsi positivi un test più complesso basato sul sistema ELISA fu sviluppato da Tom Kzaisek negli USAMRIID che venne in seguito migliorato con l’analisi mediante anticorpi in immunofluorescenza.
Trasmissione 

Tra gli esseri umani, il virus viene trasmesso mediante il contatto diretto con i fluidi corporei infetti, oppure, in minor proporzione, per via epidermica o per contatto con le membrane mucose. Il periodo di incubazione può variare dai 2 ai 21 giorni, ma generalmente è di 5–10 giorni.

Sebbene la trasmissione virale per via aerea tra le scimmie sia stata dimostrata nel corso di un’epidemia accidentale verificatasi in laboratori americani situati in Virginia, vi è ad oggi un’evidenza scarsa circa le trasmissioni aeree da uomo a uomo in ciascuna delle epidemie registrate. L’infermiera Mayinga N’Seka rappresenta un caso isolato. L’occasione in cui contrasse il virus rimane tuttora sconosciuta. Le infezioni di ebolavirus su pazienti umani sono state documentate in casi di contatto con scimpanzé infetti, gorilla e antilopi della foresta, avvenuti in Costa d’Avorio, nella repubblica congolese e in Gabon. Anche la trasmissione virale del tipo ebola Reston è stata registrata a causa del contatto con scimmie cynomolgus (Macaca fascicularis).

Finora, tutte le epidemie di ebola sono avvenute in strutture ospedaliere inadeguate, dove i protocolli di igiene e sterilizzazione sono un lusso o rappresentano pratiche sconosciute al personale, e dove gli aghi monouso e le autoclavi non esistono a causa dei costi eccessivi. Nei moderni ospedali, forniti di strumentario monouso e favoriti dalla conoscenza dei protocolli di base in ambito igienico-sanitario, l’ebola non si è mai manifestato su vasta scala.

Nelle prime fasi l’ebola sembra non essere estremamente contagioso. Il contatto in fase precoce con individui colpiti sembra non causare la malattia. Come la malattia progredisce, i fluidi corporei presenti nella diarrea, nel vomito e nel sangue rappresentano un rischio biologico estremo. A causa della carenza di strumentario appropriato e di protocolli igienico-sanitari, le epidemie su vasta scala scoppiano nelle aree più povere ed isolate prive di ospedali moderni e di personale addestrato. Molte delle aree dove persistono le riserve virali hanno queste caratteristiche. In alcuni ambienti basterebbe cessare la condivisione degli aghi o il loro riutilizzo senza le adeguate procedure di sterilizzazione, isolare i pazienti e osservare rigidamente le procedure infermieristiche che prevedono l’uso di mascherine, guanti, occhiali e camici monouso. Procedure igieniche, queste, che dovrebbero obbligatoriamente essere fatte osservare a tutto il personale medico e a chiunque abbia a che fare con il paziente.

È piuttosto improbabile che l’ebola possa svilupparsi con caratteristiche pandemiche a livello mondiale, per via della sua difficoltà a diffondersi per via aerea e a causa del lasso di tempo in cui il virus assume caratteristiche contagiose atte alla diffusione, in comparazione con altre malattie infettive. In situazioni di isolamento come nelle aree ospedaliere di quarantena o nei villaggi remoti, la maggior parte delle vittime vengono infettate rapidamente a seguito della presenza del primo caso infettivo. Inoltre, l’instaurarsi di sintomi precoci dal momento in cui la malattia diviene contagiosa rende remota l’eventualità che un individuo colpito sia in grado di effettuare viaggi permettendo lo spostamento del contagio. Poiché i cadaveri sono infetti, alcuni medici adottano misure preventive affinché le sepolture avvengano in sicurezza contrariamente ai rituali funebri tradizionali diffusi in quelle aree.
Terapia 

Un reparto di isolamento a Gulu, Uganda, durante l’epidemia dell’ottobre 2000

Non esiste un protocollo standardizzato di trattamento per la febbre emorragica da ebolavirus. La terapia primaria è unicamente di supporto e comprende procedure invasive ridotte al minimo: bilancio degli elettroliti, poiché i pazienti sono frequentemente disidratati, ripristino dei fattori di coagulazione per arrestare il sanguinamento, mantenimento dei parametri ematici e di ossigenazione, trattamento delle complicanze infettive. Il plasma dei convalescenti (coloro che sono sopravvissuti all’infezione di ebola) sembra essere promettente come terapia. [senza fonte]. La Ribavirina è inefficace. Anche l’Interferone non pare dare risultati. Nelle scimmie, la somministrazione di un inibitore dell’emocoagulazione (rNAPc2) ha mostrato qualche beneficio, preservando il 33% degli animali infettati da una infezione al 100% letale per le scimmie (sfortunatamente, questa terapia è inefficace sugli umani). Agli inizi del 2006, studiosi dell’USAMRIID (Istituto statunitense di ricerche mediche sulle malattie infettive dell’esercito) annunciarono il 75% delle guarigioni in scimmie rhesus infettate con ebolavirus a cui era stata somministrata terapia antisenso.[24]

Vaccini 

Sono stati prodotti vaccini sia per l’ebola[25] che per il Marburg virus[26] che al 99% sono risultati efficaci nella riduzione degli effetti dell’infezione virale nelle scimmie. Questi vaccini sono derivati da DNA ricombinante, virus della stomatite vescicolare o da Adenovirus ricombinante[27] che trasportano le proteine virali sulla loro superficie. Recenti sperimentazioni nella produzione di vaccini umani, come quello del NIAID nel 2003, non hanno sortito alcun successo.[28] Il problema maggiore con i vaccini è che fintanto che la somministrazione avviene nel corso dell’esordio sintomatologico (1-4 giorni dopo la manifestazione), la compromissione organica sarà sempre troppo avanzata affiché possa avvenire una guarigione: la rottura di arterie e capillari e altri sintomi potrebbero causare danni mortali o traumatizzare seriamente il paziente.






 

 

 

 

 

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Lezione a Monti da Hollande e il socialismo di Bersani

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Quante volte è capitato, andando nello studio di uno specialista, di sentirsi dire: ” Oggi non è in studio, si trova a un corso di aggiornamento tecnico”.

Ci domandiamo allora perché i tecnici  non eletti che stanno al governo dell’Italia, mai vanno a fare aggiornamenti tecnici. Le riunioni al Bilderberg Club, Commissione Europea, BCE e quant’altro, in realtà servono solo a prendere le consegne. Come bravi camerieri. Difatti con le loro teste, non riescono a cavare nulla. Solo a peggiorare le cose, volutamente, per spingere gli Stati  all’accettazione di regole che danno un potere faraonico ai soliti noti economisti.

Il fallimento della politica economica neo-liberista, tanto cara ai bocconiani, è sotto gli occhi di tutti. Le alternative sono molte, e certamente più adeguate a quell” eccesso di democrazia ” tanto vituperato dal liberismo montiano. E la lezione viene proprio da una delle nazioni più forti dell’area euro: la Francia di “Flanby”. Budino è il nomignolo o soprannome di Hollande.  Le sue ricette? Purtroppo sono chiamate di ” sinistra”. Ma se servono alla crescita, sono proprio quelle che non riescono a fare i tecnici come Monti, Passra, Fornero  & C. ! Anzi, sono  l’opposto delle ricette imposte da Bruxelles ai paesi completamente sotto tutela (la Grecia) o agli altri dell’area mediterranea in grave difficoltà, sia che abbiano un governo politico (la Spagna) sia che abbiano un governo tecnico (l’Italia).

Assunzione di insegnanti e finanziamenti alla scuola che erano stato tagliati da Sarkozy: cioé aumento della spesa pubblica per far ripartire l’economia.

Incentivi per gli acquisti di auto elettriche o ibride per affrontare la crisi del settore e scongiurare licenziamenti (Peugeot Citroen ha annunciato un maxitaglio di 8.000 posti di lavoro): cioé l’occupazione va difesa ad ogni costo.

Aumento sull’imposta patrimoniale: cioé, se si devono mettere a posto i conti (uno dei cardini del suo programma) deve pagare chi se lo può permettere, i ricchi.

Ma stranamente la reazione di Bruxelles non è stata furiosa, come ci si aspettava, dato che in questo Hollande sta operando all’opposto dei dettami imposti a stati come Grecia, Spagna e Italia stessa.

Eppure anche le casse francesi lamentano un debito pubblico oltre l’ 80 per cento del pil, un deficit verso il 5 per cento, la crescita zero e il Paese ha perso nei mesi scorsi la Tripla A. Invece l’inversione di rotta rispetto al rigore della Merkel del fiscal compact è stato premiato. Spread poco sopra i cento punti (un quinto del nostro) e in discesa: il che significa mercati soddisfatti.

Questa opposizione di Hollande agli schemi neoliberisti di Monti & Cricca, si sta rivelando vincente. Qualcuno potrà obiettare che le ripercussioni siano solo nel breve termine. D’accordo. Intanto il paese non è tassato e tartassato e sta resistendo. Nel lungo termine, quali sono le previsioni ? Il mantenimento dello status di soddisfazione dei ” mercati” tanto cari a Monti e seguaci bocconiani liberisti.

Il Modern Money Theory, che di moderno ha solo il nome, è basato proprio sulla soddisfazione momentanea dei mercati. E’ basata sulla crescita insieme al rigore. Ma il rigore equamente diviso. Chi più ha più paga. Ma in Italia i ricchi non devono piangere. Parola di Monti. E col sostegno del PD. Ma non è Bersani, quel socialista che ha sostenuto Hollande durante la sua campagna elettorale?

Possibile che non riesca a indicare a Monti la via, non dico del socialismo di Holland, ma almeno la strada per la democrazia.  ” L’eccesso di democrazia ”  decantato in tutte le sue forme negli scritti montiani, era una attualità, ma solo per i liberisti, nei primi anni 50. Può darsi che, per loro, lo sia ancora. Ma oggi noi  lo chiamiamo nazismo, fascismo, dittatura. E cosa sta cercando fare Monti se non questo. Basta guardare ai faraonici poteri che si sono dati imponendo il trattato ESM.

A Monti potrebbe essere dato il merito di avere ridato all’Italia una facciata migliore. Rispetto alla burlesque del passato governo. Ma come fanno tutti i tecnici, non potrebbe Monti e & C., partecipare a un corso di formazione professionale sui nuovi sistemi politico economici ? Nuovi si fa per dire. Perchè Bersani sa benissimo che se si vuole un poco di socialismo, prima si deve passare dalla democrazia.

Non basta solo battere le mani dietro un palco. Si devono condividere gli ideali e metterne in pratica gli insegnamenti.

Rox

 





 

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L’acqua deve rimanere pubblica

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La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 4 del decreto-legge 13 agosto 2011, n.138 (”Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”) convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, sia nel testo originario che in quello risultante dalle successive modificazioni, che disponeva la possibilità di privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali, quindi anche il sistema idrico integrato, su cui pochi mesi prima c’era stato il referendum. Il governo avrebbe cercato di reintrodurre la normativa sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali abrogata dal referendum popolare. A fare ricorso erano state sei regioni: Puglia, Lazio, Marche, Emilia-Romagna, Umbria e Sardegna.

la motivazione della Consulta verso la scrittura stessa della norma finita nel mirino. «Nonostante l’esclusione dall’ambito di applicazione della nuova disciplina del servizio idrico integrato — si legge nella sentenza, scritta dal giudice Giuseppe Tesauro — risulta evidente l’analogia, talora la coincidenza», della norma impugnata rispetto a quella abrogata dal voto popolare, nonché «l’identità della ‘ratio’ ispiratrice». «Tenuto, poi, conto del fatto che l’intento abrogativo espresso con il referendum riguardava pressoché tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica — scrivono ancora i supremi giudici delle leggi — non può ritenersi che l’esclusione del servizio idrico integrato, dal novero dei servizi pubblici locali ai quali una simile disciplina si applica, sia satisfattiva della volontà espressa attraverso la consultazione popolare».

 

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Catania: impossibile accesso al mare, tra pallottole, promesse e ignoranza.

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Ogni giorno la stessa storia, ogni anno la stessa solfa. Catania e la sua spiaggia. Catania e i suoi amministratori. Catania e i suoi mafiosetti da quattro soldi. E le istituzioni complici dello scempio. E lo stato che si accoda con le privatizzazioni del demanio e leggine ad hoc. Ormai basta quasi il copia – incolla per scrivere la cronaca di  ogni luogo dìItalia. Ancora più semplice a Catania.

18 Chilometri di spiaggia. Una sabbia rara scintillante, tra le più ricche di silicio al mondo ( la maggior parte dei catanesi non sa che i piccoli “brillantini” che riflettono la luce del sole sono cristalli di puro silicio). Una lunga strada asfaltata che divide la sabbia dall’interno verde di una ” piana” quasi abbandonata, già sede di grandi coltivazioni e aziende agricole. Il Simeto, fiume antichissimo, che alla sua foce divide in due il litorale accogliendo fauna migratoria e non di grande pregio; miniera per i pescatori di pesci d’acqua dolce e della famosissima e ormai rarissima Ambra del Simeto. Da qualunque punto si erge maestosa la cima dell’Etna con i suoi costanti spettacoli. Questa è semplice constatazione di fatto. Il ” Mal di Sicilia” è meno raro del ” Mal d’Africa”. Già 35 anni fa immaginavo, lato mare con 18 chilometri di distesa sabbiosa, sdraio, ombrelloni e qualche chiosco a pedali portato dai venditori di cocco e granita sullo stretto asfalto, mentre dal lato terra, alberghi, ostelli, parchi, giardini, teatri, pizzerie, ristoranti,  giochi e quanto la fantasia imprenditoriale turistica può immaginare. Una ricchezza incredibile. Uno sviluppo occupazionale pauroso e una economia da far paura. E invece ? Piccoli e fatiscenti “Lidi” gestiti da amici degli amici. Accesso alla battigia negato con la prepotenza e adesso per legge ancora più prepotente. Mafiosetti che possono racimolare( forse) sino a 50 o 100 mila euro a stagione col “pizzo” e i contributi vari. Il lato terra abbandonato e incolto. Immensa distesa di erbacce e discariche abusive.

Una terra tradita dagli stessi catanesi. Tradita dagli interessi biechi e senza alcuna lungimiranza, da ignoranti che non vedono oltre la punta del loro naso e preferiscono l’uovo ( marcio) oggi alle uova d’oro dello sviluppo. Conosco questa splendida terra, la generosità della maggioranza dei siciliani soggiogati dalla oligarchia mafiosa stupida che la attanaglia. Comprendo quanto sia difficile liberarsi di loro.
In assenza di persone a cui rivolgermi, posso fare una preghiera a “Vossìa” ? :
Ormai sono passati molti anni, i vostri figli sono andati a scuola e magari hanno una laurea.
Si presuppone che, studiando, i Vostri figli, abbiano appreso anche nozioni elementari di economia, commercio, imprenditorialità. Invece di imporne l’assunzione negli ospedali, università, comune o provincia, intimando commissioni e baroni, dando loro ” il posto fisso ” e lo stipendio sicuro, e contemporaneamente azzuffandosi come stupide galline per il piccolo appalto della pulizia nelle spiagge libere, invece di chiedere il pizzo o ” la parte” ai vostri stessi amici che gestiscono il ” Lido”, non potreste farvi un po da parte e consigliare ai Vostri figlioli di intraprendere la via per quella ” geniale trovata ” di cui sognavo 35 anni fa ?
Mica poi tanto geniale, ma si sa, qualcuno ha detto che compito proprio del genio è dare idee nuove ai cretini 20 anni dopo. O 35 anni dopo ?

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Concorso fotografico: 1000 EURO per foto di De Bortoli e Mauro.

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Concorso fotografico: 1000 EURO per foto di De Bortoli e Mauro.

1000 euro non sono una gran cifra, ma con la crisi…. Così viene lanciata la stagione di caccia  per paparazzi e fotografi anche dilettanti che durerà tutto il mese di Luglio.

A volerla è Beppe Grillo che dal suo Blog fa ancora risaltare come ogni anno, nel periodo estivo, a riempire le prime pagine dei giornali italiani e non, siano le foto dei VIP. E con tutti i problemi più seri da affrontare e cercare di far conoscere, come dovere dei giornali e giornalisti, ci riempiono di chiappe e seni dei soliti noti in spiagge tropicali e località lussuose:

“Personaggi conosciuti sono sui giornali come al banco del pesce. Tonni, cernie, polipi, code di rospo, balenotteri. Negli ultimi tempi sono il “corpo” più immortalato con il sottinteso che se Grillo può permettersi fare il bagno in Sardegna è uguale a tutti gli altri politici, corrotti, corruttori, bancarottieri e mafiosi. A questa galleria, usata con costanza dal Corriere della Sera e dalla Repubblica di De Benedetti (tessera numero uno pdimenoellina), mancano però due supervip: i direttori dei quotidiani italiani più venduti, pur in netto calo di vendite. E’ un vuoto informativo nella stampa italiana che va colmato”

De Bortoli e Mauro , direttori rispettivamente di Corriere della Sera e Repubblica sono anche invitati a non nascondersi rinchiudendosi nelle cabine. 1000 euro magari non fanno gola, ma la caccia sarà certamente interessante e su Flickr con il tag “direttoriinmutande” può darsi che vedremo qualcosa di nuovo. A meno che… a meno che non siano gli stessi direttori, e sui loro stessi giornali, a far pubblicare le foto in concorso. Sarebbe anche quello uno scoop ? E li vedete a ritirare i 1000 euro di premio direttamente dalle mani di Beppe Grillo ?

 

 

 

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Lo scarico Dei Veicoli a DIESEL E’ CANCEROGENO

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Lo scarico Dei Veicoli a DIESEL E’ CANCEROGENO

Ad affermarlo e senza alcun dubbio è la International Agency for Research on Cancer della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il 12 Giugno 2012, alla fine di un meeting di esperti a Lione in Francia, ha rilasciato il documento visionabile qui:

https://www.thesolver.it/pdf/omsdiesel.pdf

 

Alla luce di questo rapporto non aspettiamoci alcunchè. Anzi, aspettiamoci una smentita. Troppi interessi in ballo. Non è come con il fumo passivo ( balla spaziale), che ha portato alla ghettizzazione dei fumatori pur non essendo affatto provata la sua tosicità( al contrario tutti i rapporti della stessa OMS, ben 86, escludono qualunque relazione con l’insorgenza del cancro). Vi immaginate i ” bravissimi” ministri della sanità italiani, che sui rapporti dellìOMS hanno basato la legge antifumo, mettono al bando tutti i motori disel ? Magari, per essere magnanimi ci diranno di guidare la nostra auto a gasolio dentro i tendoni del circo Orfei o Togni equipaggiati di aspiratori e filtri anti particolato. Intanto il Codacons ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Milano per chiedere il sequestro di tutti i veicoli diesel esistenti sul territorio della città di Milano e provincia.  Buon divertimento.. ma… meditate.

 

 

 

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SIAE Diritti d’Autore e Autori senza diritti

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Sono passati molti anni dalla inchiesta di Report su fatti e malfatti della SIAE in Italia. Un monopolio che non ammette, a tutt’oggi, repliche e/o interferenze.  Appare chiaro che è quasi impossibile riuscire a mettere fine allo strapotere di una azienda pubblica gestita in chiave privatistica e con bilanci che sembrerebbero poco chiari se nopn addirittura impossibili da decifrare. La voce di protesta viene dalla lettera aperta del Sindacato Degli Autori cui fanno capo artisti del calibro di Gino Paoli. Che si riesca finalmente a mettere fine a un monopolio ormai anacronistico e di nessuna utilità per la maggioranza degli artisti ? Eccovi il testo della lettera:

 

L’ASSOCIAZIONE
Sindacato degli Autori, Compositori e Interpreti Italiani
Via Solferino, 22/A
20121 Milano
SIAE: lettera aperta a tutti gli interessati
Assistiamo sbigottiti a quanto sta accadendo con riferimento ai problemi gestionali della SIAE e nella nostra veste di parte interessata, ci preme esprimere alcune riflessioni sui diversi temi:
– La SIAE è normativamente qualificata quale Ente Pubblico economico a base associativa.
Il termine “economico” precisa che l’Ente si regge amministrativamente su fondi economici propri e dunque privati, non accedendo in alcun modo a finanziamenti o coperture economiche di genere pubblico.
Se si tratta di gestione e amministrazione di denari privati, perché la SIAE è stata ed è ancora normativamente inquadrata come Ente Pubblico?
– La LDA 633 del 1941 sembrerebbe far discendere la scelta, dalla necessità di tutelare l’interesse culturale e quindi socialmente più ampio generato dall’Opera dell’Ingegno, ambito nel quale si comprendono le Opere Musicali.
Pur riconoscendo che l’Opera Musicale possa a pieno titolo ritenersi generatore e produttore di cultura, appare davvero difficile comprendere che per tale guisa, un “Ente Pubblico” (preposto alla gestione di un interesse pubblico) possa normativamente inquadrarsi ed essere coerente alla costituzione di una “base associativa” (caratteristica societaria certamente preposta e tesa alla tutela degli interessi dei soli associati).
All’Ente Pubblico, dovrebbe corrispondere la garanzia di accesso e partecipazione a favore di chiunque nell’interesse più generale di tutti… alla costituzione di una base associativa, dovrebbe corrispondere invece un necessario processo selettivo di associazione, a fini di tutela degli interessi dei soli associati.
Perché la SIAE continua ad essere mantenuta in questa incongruenza legislativa?
– La stessa LDA 633 del 1941 riconosce in Italia in via esclusiva alla SIAE, l’intermediazione e quindi il collecting e la ripartizione, dei principali diritti di sfruttamento economico relativi le Opere Musicali: significa che volente o nolente, l’Autore italiano per poter godere dei proventi economici generati dalle opere da lui create, deve obbligatoriamente essere intermediato dalla SIAE verso gli utilizzatori.
Nei Paesi avanzati e a noi più vicini, da tempo l’intermediazione del diritto musicale è stata liberalizzata, consentendo a mezzo del costituirsi di società di collecting concorrenti sullo stesso territorio, quello che in tutti i paesi civili è considerato l’esercizio di una sana politica concorrenziale a vantaggio degli Autori e degli utenti.
In Italia, all’Autore nel caso insoddisfatto della gestione dei suoi diritti, è normativamente interdetta la possibilità di potersi avvalere di servizi e condizioni alternative a quelle dettate e imposte dalla SIAE… può certamente ritirarsi dall’associazione ed iscriversi ad altra società di collecting Europea, ma è notorio che a causa dei tempi di trasferimento dei diritti da una società all’altra, la cosa si tradurrebbe per l’Autore italiano in un grave danno economico.
Perché alla SIAE, a differenza di quanto accade nei paesi più avanzati, è ancora normativamente riconosciuta l’intermediazione del diritto d’Autore in via esclusiva?
– Da un panorama generale di questo genere, riteniamo siano derivate e possano ancora derivare
conseguenze amministrative discutibili per la gestione in Italia del diritto d’Autore.
E’ facile presupporre per semplice buon senso che alla caratteristica di “Ente Pubblico” potrebbe
corrispondere:
1) La partecipazione d’obbligo degli Organi Politici e del Governo insediato, in termini di assetto
degli Organi Vigilanti e Amministrativi della SIAE.
2) La composizione degli Organi interni della SIAE, secondo i diversi risultati elettorali basati su
regole di censo e non di ponderazione della partecipazione economica degli Associati.
3) La deresponsabilizzazione del personale apicale e dirigenziale, che ritenendosi soggetto a
dinamiche“pubbliche” e non “private”, potrebbe ritenere di godere di ogni possibilità di azione
e gestione societaria senza rispondere del loro operato agli Associati.
4) La deresponsabilizzazione del personale impiegato e delle diverse rappresentanze sindacali, che
per lo stesso motivo potrebbero ritenere di godere di ogni garanzia lavorativa offerta
dall’ambito “pubblico”, a prescindere dagli effettivi risultati dell’azienda e della loro opera,
prodotti a favore degli Associati.
Si tratta di rischi gestionali che in nessuna società “privata” sarebbero consentiti e la SIAE per quanto attiene la sua riconosciuta “Base Associativa”, riteniamo dovrebbe rispondere alle stesse esigenze amministrative in quanto:
1) I denari collettati dalla SIAE sono proprietà della Base Associativa (i soli Autori ed Editori… non
di chiunque).
2) Sui denari degli Autori e degli Editori collettati, si reggono i costi gestionali della SIAE.
3) Fra i ricavi ed i costi gestionali e di produzione, si regge l’economia di qualsiasi azienda… Il
carattere “pubblico” della SIAE non può e non deve trarre in inganno: qualsiasi disavanzo di
bilancio conseguente a cattiva amministrazione, può essere sanato in forme diverse solo ed
esclusivamente da interventi economici della “Base Associativa” e non certo da sovvenzioni o
coperture economiche “pubbliche”.
4) Gli effetti finanziari di ingenti somme liquide rese annualmente disponibili dal collecting,
possono essere diversi e gli Associati (proprietari di quelle somme) dovrebbero averne
controllo e coscienza: si citano ad esempio i denari accantonati e non ripartiti anche per anni
per ragioni di identificazione degli aventi diritto, che a mezzo di investimenti più o meno
discutibili (ricordando Lehman Brother) possono produrre nel tempo secondo l’utilizzo,
vantaggi o danni a carico degli Associati.
5) Gli Associati tutti (Autori ed Editori) anche se riferiti ad un “Ente Pubblico”, nel caso di
prerogative indiscutibilmente riconosciute quali il carattere “Economico” e la “Base
Associativa”, è improprio che debbano e possano godere degli stessi diritti alla partecipazione
amministrativa della società: a tutti gli Associati devono essere garantiti pari servizi a pari
condizioni, ma per quanto attiene la gestione societaria, le rappresentanze delle parti
economiche sociali più esposte in ordine di grandezza, dovrebbero godere delle necessarie
garanzie di buona governance.
Se le cose andassero male l’Associato che ha pochi ricavi perderebbe poco o nulla, al contrario
di chi pur considerato con pari prerogative, produce invece grandi ricavi.
Perché la proposta di riforma Commissariale dello Statuto della SIAE, che in applicazione del Decreto Presidenziale di incarico dovrebbe garantire anche una futura gestione amministrativa, secondo regole di rappresentanza ponderate all’effettiva partecipazione economica degli Associati, non è stata ancora approvata dagli Organi di Vigilanza?
– I diritti di riproduzione meccanica che per anni sono stati il cespite dei maggiori ricavi del collecting SIAE, è drammaticamente precipitato a seguito della caduta verticale delle vendite dei supporti fonomeccanici.
Si tratta di un fenomeno che ha caratteristiche mondiali e deriva certamente dall’inarrestabile incrementarsi del mercato digitale a mezzo Internet.
Tuttavia nei paesi anche meno avanzati dell’Italia si sono percorse iniziative a tutela del diritto d’Autore, contrastando per quanto possibile le utilizzazioni illecite evasive dei diritti di copyright.
Perché l’Italia è ancora uno dei pochi paesi che in tema di antipirateria non ha almeno provveduto a dare applicazione alla proposta di oscuramento dei siti dediti alle utilizzazioni illecite?
– La stessa caduta dei ricavi riteniamo debba produrre effetti di ponderazione dei costi della struttura SIAE in rapporto alla qualità del servizio offerto.
In tempi così indiscutibilmente difficili per chi è proprietario del denaro collettato (Autori ed Editori), è inconcepibile pensare che i costi di servizio SIAE possano restare gli stessi del passato: in ogni ambito societario “economico” che abbia a cura i risultati gestionali, i costi sono obbligatoriamente correlati ai ricavi (dovendo nel nostro caso intendere per questi, il totale delle somme ripartite agli aventi diritto e non il monte lordo).
Nel passato, in occasione della disdetta all’incarico della SIAE di provvedere sul territorio nazionale anche alla raccolta dell’imposta sullo spettacolo (miliardi di lire), abbiamo già avuto modo di assistere all’inspiegabile non adeguamento dell’Ente in termini di costi della struttura.
Come ha potuto la SIAE vedersi sottrarre miliardi di lire dai ricavi e non necessitare di alcun intervento su costi che tenevano conto dello svolgimento di quell’incarico?
Riteniamo che a causa dell’incongruenza legislativa in cui si è inquadrata e viene mantenuta la SIAE fra un genere di società “pubblica” che dovrebbe avere caratteristiche di società “privata”, accade purtroppo che i ricavi possano essere definiti in modo diverso, secondo come si vogliano interpretare i costi.
Come già detto, i costi gestionali della SIAE sono interamente sostenuti dai ricavi del collecting: teoricamente fino a quando ci saranno ricavi sufficienti a coprire i costi, non si produrranno passivi inaffrontabili.
Si potrebbe quindi ritenere che ripartendo somme inferiori agli Associati aventi diritto, si potrebbero mantenere o accrescere senza grandi problemi le voci di spesa.
Si tratta di un’idea che per quanto economicamente perversa, potrebbe avere una logica… ma per quale motivo gli Associati aventi diritto dovrebbero mettere a sacrificio di costi non coerenti al servizio ricevuto i propri ricavi?
In una realtà di mercato dove i diritti da collecting indiscutibilmente decadono, come è possibile sostenere che la SIAE gode e godrà di buona salute, senza interventi strategici nella gestione amministrativa dei costi?
Il tema dei costi SIAE potrebbe essere affrontato in modo diverso, solo ed esclusivamente se la stessa contro ogni logica, sapesse e potesse incredibilmente garantire di aumentare la quantità e la qualità dei ricavi nei prossimi anni.
– Aggrava la situazione generale, un’amministrazione interna del collecting decisamente non aderente a quanto probabilmente necessario a fini di buona gestione societaria.
La SIAE si compone di 5 Sezioni che attengono a diritti che per quanto tutti d’Autore, hanno natura diversa:
1) La Sezione Musica, che attiene ai diritti d’Autore musicale.
2) La Sezione Lirica, che attiene ai diritti d’Autore musicale particolarmente riferiti alla musica contemporanea e alle edizioni critiche.
3) La Sezione DOR, che attiene ai diritti d’Autore musicale e non, particolarmente riferiti alle rappresentazioni teatrali e/o format cine/radio/televisivi.
4) La Sezione OLAF, che attiene ai diritti d’Autore particolarmente riferiti alle opere librarie.
5) La sezione CINEMA, che attiene ai diritti d’Autore (in questo caso trattasi generalmente di produttori) particolarmente riferiti all’ambito cinematografico.
Le 5 Sezioni sono in SIAE amministrativamente organizzate in modo autonomo e godono di distinte strutture e Organi Amministrativi, i cui costi andrebbero però ad essere imputati a quelli generali.
Verrebbe da pensare che dovendo la SIAE rispondere alle esigenze dettate dalle caratteristiche di Ente anche “economico a base associativa”, i costi delle diverse Sezioni fossero almeno ponderati ai loro effettivi ricavi, cosa che accadrebbe in ogni sana società “privata”… purtroppo le cose non andrebbero in questo modo.
Sarebbe la Sezione MUSICA a produrre più dell’80% dei ricavi complessivi della società e grazie a questi, si coprirebbero anche i costi di altre Sezioni che non sarebbero sostenibili se ponderati ai loro ricavi… alcune Sezioni costerebbero addirittura più di quanto da loro ricavato dal mercato.
A fini di buona amministrazione, si potrebbe allora presumere che almeno l’Assemblea Generale degli Associati alla SIAE fosse composta secondo un numero di seggi divisi fra le Sezioni, ponderati all’effettivo loro apporto economico ai ricavi… neppure questo accade.
Il numero dei seggi attribuiti alle singole Sezioni nell’Assemblea Generale è stato ad oggi fatto discendere da altre circostanze.
La nostra speranza è che il Commissario nel suo lavoro, abbia saputo considerare il problema e la domanda è ancora la stessa: perché la proposta di riforma Commissariale dello Statuto della SIAE, non è stata ancora approvata dagli Organi di Vigilanza?
– In tema di riorganizzazione e riforma della SIAE, se come accaduto in altri paesi si potesse godere anche in Italia di un regime di libera concorrenza nel mercato dell’intermediazione del diritto d’Autore, anche l’Autore italiano potrebbe valutare l’eventuale migliore offerta di società concorrenti che sarebbero libere di costituirsi.
In un quadro di questo genere, la Siae a fini di semplice sopravvivenza dovrebbe certamente riorganizzarsi e ristrutturarsi, secondo sane regole di libero mercato e non a mezzo di garanzie prestate da un regime di esclusiva… che fa però gravare i suoi costi sui proventi di specifici aventi diritto terzi (Autori ed Editori).
Se a fini di tutela dell’interesse più generale riferito alla valenza culturale delle opere musicali, il legislatore ritenesse invece ancora opportuno mantenere la SIAE in un ambito societario “pubblico” con prerogative di servizio in regime di esclusiva, perché non valutare con e fra le parti interessate, l’opportunità di una nuova LDA in grado di rispondere almeno ai minimi di quanto sarebbe oggi necessario?
– Con riferimento alla SIAE e alla diverse vicende in corso, riteniamo che quanto accade oggi sia effetto di quanto poteva ben essere preventivato da tempo: ricordiamo a tal proposito la pagina denuncia apparsa sul Corsera, sottoscritta quasi due anni fa dai più grandi Autori della musica italiana.
Non ci conforta constatare che negli anni, seppur assistiti da periodi anche di lungo Commissariamento, non si sia ancora prodotta una riforma Statutaria che consenta alla SIAE di divenire la società di servizio di cui tutti gli operatori nell’ambito della tutela del diritto d’Autore e del collecting avrebbero bisogno.
Il nostro Presidente Gino Paoli, ha già avanzato in molte occasioni e in ambiti diversi, proposte in questo senso e si rende disponibile nelle opportune sedi ad ogni confronto necessario… richiamando ancora una volta l’attenzione di chi deputato, a trovare una soluzione per la SIAE adeguata alle corrette esigenze gestionali e amministrative, oltre che politiche.
– Forse è tempo che gli Autori e gli Editori musicali, prendano coscienza del fatto che è principalmente “sui” e con i “loro” denari che in Italia si regge l’attuale sistema amministrativo di collecting e rendicontazione dei diritti d’Autore.
Da una parte, sembrerebbe che nel nome di una tutela della valenza “culturale” dell’opera dell’ingegno, ci venga legislativamente imposto l’obbligo di partecipazione ad una società (la SIAE “Ente Pubblico”) di intermediazione dei nostri diritti verso gli utilizzatori, a prescindere dalla qualità del servizio ricevuto… dall’altra, i nostri proventi verrebbero utilizzati per coprire i costi di gestione societari (la SIAE “Ente Economico a Base Associativa”).
Se il Legislatore intende con la SIAE tutelare interessi sociali più ampi di quelli della categoria degli Autori ed Editori Musicali, lo faccia con denaro della collettività realizzando e definendo quello che è e deve essere un effettivo Servizio Pubblico.
Gli Autori e gli Editori musicali, utilizzeranno tale Servizio corrispondendo all’Ente quanto dovuto in termini di mercato su di una ponderata anche preventivamente condivisa con le Istituzioni, che tenga però conto di ricavi, qualità dei servizi e costi.
Si liberalizzi il mercato dell’intermediazione del diritto d’Autore, privando la SIAE della possibilità di agire in via esclusiva… in questo modo se gli Autori e gli Editori musicali italiani dovessero un giorno non essere soddisfatti del servizio ricevuto, potranno all’occorrenza come accade nei paesi più avanzati del mondo, provare ad organizzare il loro lavoro e raccogliere i loro proventi in modo diverso ed autonomo.
L’Associazione
Il Segretario Generale
Beppe Andreetto

 


Ecco la trascrizione dell’inchiesta di Report risalente al 4 Ottobre 2001 il cui filmato è ancora visibile sul sito della RAI QUI

 

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Buonasera, la Siae, cos’e’ la siae? E’ un ente pubblico a gestione privata che si occupa di incassare e ripartire i diritti d’autore, che non c’entrano niente con la birra i supermarket o il bigliardo, ma c’entrano nel momento in cui in questi luoghi c’è una radio o un altoparlante che diffonde musica o un televisore, perché il gestore di questi luoghi paga alla siae una tassa, che poi probabilmente scarica nei prodotti in vendita. Ma prima di capire come vengono ripartiti questi soldi e a chi vanno, vediamo di capire cos’è la legge antiparateria varata l’anno scorso, ovvero la legge che punisce tutti coloro che vendono prodotti non originali, senza il bollino, ma anche coloro che copiano cioe’ che masterizzano.

L’ultima legge sulla tutela del diritto d’autore risale ad agosto del 2000, e ha gia’ provocato una serie di processi, perche’, ascoltate bene, definisce alla stregua dei pirati, quindi punibili penalmente, i possessori di cd, videocassette e cdrom che non hanno il bollino della siae. [fino a liberticida].

Questa legge dell’agosto del 200 è una follia perche’ prevedendo appunto che le datazioni dei compact disc leciti non piratati cioe’ non masterizzati ma privi del bollino Siae è parificata alla pirateria.

LORIS BIGLIA rivenditore dischi – interno magazzino
In questa scatola ne abbiamo centinaia, sono tutti dischi originali pero’ abbiamo dovuto buttar via&è un disco originale ma io non posso vendere un disco la cui scatola è rotta. Il bollino non lo posso in alcun modo sostituire o togliere, di conseguenza sto drammaticamente vendendo un disco falso alla stregua esattamente dei dischi che puoi comprare al mercatino, sulla bancarella.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Cosa rischiate?

LORIS BIGLIA – rivenditore dischi
Rischiamo la chiusura dell’attivita’. Da 3 a 6 anni di carcere e delle pene accessorie tipo per ogni CD senza bollino sono 200 mila lire. Faccia conto che qui ci sono 4.000 Cd.
Il fine del legislatore il legislatore non lo ha capito. Nessuno degli interventi è un intervento mirato.

LUIGI SARACENI – Ex deputato – Commissione Giustizia
C’è una confusione secondo me, Le pressioni piu’ forti erano da parte dell’ambasciata americana.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
A una richiesta di conferma all’ ambasciata americana, la risposta e’ stata: “abbiamo lavorato insiema e siamo soddisfatti del risultato.”
un risultato che nemmeno il legislatore pare aver capito, e che di fatto non combatte la pirateria, ma favorisce i proprietari del mercato mondiale del disco, vale a dire la Emi, la Warner bros, la Sony, la Universal e la Bmg. l’obbiettivo e’ quello di affermare un principio.

FEDERICO KUJAWSKA -Emi music italy
Il nostro problema è quello di riuscire a stabilire dei principi. Perche’ la gente contesta il principio. Il principio del diritto di proprieta’. Se vogliamo abolire il diritto di proprieta’, aboliamolo, pero’ io vengo a mangiare a casa tua, domani, apro il frigo e prendo quello che c’è.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
È vero, ma i negozi di dischi usati che rischiano la chiusura per via del bollino non integro, quale frigo vanno ad aprire..? speriamo che non sia sempre il mio!

LORIS BIGLIA rivenditore dischi
Considera che ci sono pure dei Cd con i bollini Siae nel bordo dell’apertura, quindi nel momento stesso in cui tu apri il Cd il bollino Siae non è piu’ riconoscibile, quindi è un falso. Oppure si conservano, sparisce l’inchiostro, il bollino deve essere integro, nel momento stesso in cui un cliente compera un Cd lo apre e lo ascolta questo Cd deve tenerlo tutta la vita, perche’ il Cd ha ormai un bollino Siae aperto, rotto, consumato, dunque non è piu’ valido.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Probabilmente in buona fede, si e’ pensato di inasprire le condanne contro la pirateria, senza tener presente di fenomeni di massa ormai diffusi, anche tra i bambini.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Quanti giochi hai a casa?

UN BAMBINO
Tanti e interessanti anche. Il mio amico me li da’ e io l’istallo, non me li compro, costano tanto.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Ma non lo sai che è illegale?

UN BAMBINO
No

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Quanti anni hai?

UN BAMBINO
Undici

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Il tuo papa’ pero’ dovrebbe dirtelo, la legge ovviamente riguarda anche l’editoria, ma noi ci fermiamo sulla musica e occorre precisare che recentemente c’è stata una modifica alla legge e riguarda i rivenditori di dischi usati, i quali devono denunciare la distruzione del bollino alla Siae e questa provvede, dopo le dovute verifiche al rilascio di nuovi contrassegni. E adesso entriamo invece nel vivo della questione. Alla Siae ci si iscrive, si paga una quota variabile e tu autore di testi o musiche ti vedrai tutelato. Cosa vuol dire? Vuol dire che ogni volta che il tuo pezzo e’ suonato in pubblico la Siae ti corrisponderà una percentuale, ovvero i diritti. Sacrosanti. Il problema è :perche’ gran parte degli autori sono scontenti?

LUCIO DALLA – autore
Perche’ gli autori sono protagonisti di tutto il senso della Siae. Ad esempio nell’assemblea non c’è una rapresentanza degli autori e questo è un nodo vitale.

GINO PAOLI – autore
La Siae non è una cosa diversa dello Stato Italiano, non cambia niente. La Siae ha all’interno delle corporazioni, noi siamo uno stato italiano corporativo&

AFTER HOURS – gruppo musicale
Devo dire che della Siae non si sa quasi niente. Non sappiamo come viene gestita quest’azienda, come è organizzata, la maniera in cui effettua certi conteggi.

OSCAR PRUDENTE – autore musicale
Io ho scritto anche delle altre musiche per Tv, devo andare a controllare ma che è una vita che è li’ e non mi mandano mai i soldi, senza far nomi è la sigla di domenica Sprint.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Dunque pare che il malcontento tocchi proprio tutti i musicisti. questo non vuol dire che la siae faccia le cose male, perche’ il piu’ noto autore televisivo, per esempio, e’ molto soddisfatto.

MICHELE GUARDI’ – regista e autore televisivo
La Siae solitamente è considerata un ente sopraffattore “Arriva la Siae, bisogna pagare i diritti”. Se io faccio una festa da ballo c’è da dire che quando c’è la festa da ballo si sentono dei dischi, si sentono dei Cd, si sentono delle canzoni , opere di autori i quali hanno lavorato e i quali vanno protetti e rispettati. Quindi la Siae è una societa’ che ha riguardo per gli autori, ha riguardo per il lavoro che gli autori fanno ed è tra le poche cose che funzionano veramente, questo bisogna dirlo in tutta tranquillita’

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Dunque, restando nell’ambito della festa da ballo, la prima domanda che ci si pone e’ : ma come, nelle 40mila lire che gia’ pago quando compro un compact disc, non e’ compreso il diritto d’autore? sentiamo i discografici.

ENZO MAZZA – presidente Fimi
In media per ogni compact disc che viene venduto in Italia circa il 9% del prezzo è diritto d’autore è querllo che ogni casa discografica versa alla Siae per acquisire il diritto d’autore.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Quindi, quando compro un cd, su 40mila lire il 9% vale a dire’ 3600 lire vanno alla Siae, cioe’ ad autori ed editori per un totale di 80 miliardi, ma attenzione, se esco da casa e affitto un locale per la mia festa di compleanno, devo pagare la Siae.

ADRIANO SOLARO – amministratore delegato della Warner Chappell
Quel prodotto che tu hai comprato, l’hai comperato per ascoltarlo col tuo orecchio.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Da solo?

ADRIANO SOLARO – amministratore delegato Warner Chappel
A casa tua o da solo, con tua moglie, con i tuoi figli.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
E passiamo alle discoteche. Nelle discoteche le cose funzionano piu’ o meno cosi’: la siae incassa il 5% sui biglietti venduti, piu’ un forfait sulle consumazioni. si tratta di una cifra pari a 100 miliardi, che alla fine, uno pensa, dovrebbero essere divise fra gli autori delle musiche suonate nelle discoteche. invece non e’ cosi’! la Siae fa una specie di statistica e destina il 50% del ricavato solo agli autori che rientrano nel campione.

FRANCO FABBRI – musicologo
Cosa succede, se nella discoteca in cui è stato ascoltato il pezzo dance del Signor Rossi, non è nel campione rilevato dalla Siae, il signor Rossi non vedra’ una lira.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
questo e’ un esempio di un signor rossi che non rientra nella statistica.

GIOVANNI NATALE – Expanded Music
Adesso ti faccio sentire un’opera di cui sono editore, che qualche anno fa ha avuto un grande successo. Ecco questa è un’opera che ha avuto un grande successo in Italia e in tutto il mondo. Siamo stati primi in classifica in Europa. Il problema è che evidentemente ha avuto un enorme numero di esecuzioni nelle discoteche, purtroppo i diritti che sia io come editore che gli autori di questo brano abbiamo incassato erano si’ e no la meta’ di quelli che nelle discoteche aveva fatto incassare alla Siae.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Quindi dei 100 miliardi all’anno versati dalle discoteche, 50 miliardi vanno agli autori campionati, e gli altri 50?

MASSIMO OLCESE – comico
Io non lo so, tu lo sai?

ROCCO BARBARO – comico
No, Qualcuno lo sa?

MASSIMO OLCESE – comico
Certo 50 miliardi l’anno rendono la vita difficile.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
di questi 50 miliardi, 30 vanno ai dischi piu’ venduti in italia, la maggior parte dei quali editati dalle multinazionali del disco, che c’entrano poco con la discoteca e gli altri 20 miliardi?

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
L’altro 50%?

SABRINA RICCARDELLI – direttore sezione musica Siae
L’altro 50% viene ripartito in base ai criteri che regolano tipologie considerate analoghe e sono per esempio la vendita dei dischi o anche la musica dal vivo.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Cioe’ chi vende piu’ dischi avra’ i soldi delle discoteche?

SABRINA RICCARDELLI – direttore sezione musica Siae
Si’

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
I proventi che vengono dalla discoteca vanno alla musica da ballo liscio

GIOVANNI NATALE – Expanded music
Io le dico che gran parte dei proventi che provengono dalla discoteca vanno alla musica da ballo liscio. Per esempio “Romagna mia” ricava dei soldi che sono stati generati dall’esecuzione di musica tecno.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Certo, in percentuale quanta musica da ballo liscio metti su’

MARCO TRANI – Dj
Liscio? Non esiste.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Questa e’ la discoteca e questa e’ la balera. Il liscio si balla nelle balere, non in discoteca, eppure si prendono 20 miliardi dalla musica da discoteca. come mai? . A Faenza c’e’ una delle case editrici piu’ importanti della musica liscio, appartiene alla famiglia Galletti, e la titolare e’ stata nella Commmisione musica della Siae, dove si decide come ripartire i soldi.
Per esempio dei cento miliardi che vengono dalle discoteche dove il liscio non si balla voi prendete una bella percentuale?

ANNA GALLETTI -Galletti – Boston edizioni
Allora qui bisogna distinguere, forse bisogna scendere un attimino e mettere il dito nella piaga. Era semplicemente per dire che anche questa musica che pure trova il suo sfogo principale nelle balere è anche usata in discoteca.

MARCO TRANI -DJ
Anche il piu’ stupido a cui chiedi ti puo’ dire la esatta realta’?

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Cioe’?

MARCO TRANI – dJ
L’esatta realta’ è che si balla dance in discoteca.

FRANCO FABBRI – musicologo
Quindi questo è un caso anche abbastanza macroscopico, perche’ la dance italiana è un fenomeno industriale piuttosto rilevante, pero’ evidentemente poco rappresentata nei suoi interni alla Siae, in cui di fatto dei diritti che dovrebbero andare a Tizio, nel caso specifico al Sig. Rossi, vanno invece a Caio e cioe’ a qualcuno che è meglio rappresentato nella commissione musica della Siae.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
In questo caso uno dei Caio e’ proprio la dottoressa Galletti

ANNA GALLETTI – Edizioni Galletti – Boston
Ho fatto proprio una bella esperienza nell’ambito della commissione musica in questi ultimi cinque anni. Penso, spero di aver svolto egregiamente questo ruolo a vantaggio della musica italiana direi.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Non c’e’ dubbio! e il bello e’ che gli ispettori della Siae sono sempre li’, in tutte le discoteche! e controllano tutto quello che viene suonato.
Gli ispettori della Siae sono una sorta di pubblico ufficiale, ed hanno anche funzioni di controllo erariale per conto dello stato.

RICCARDO CASALI – Silb – Rimini
Loro volendo hanno poteri polizia tributaria, ossia possono entrare in un locale, controllare i registratori di cassa.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Allora riepiloghiamo: dei 100 miliardi versati dalle discoteche alla Siae, 50 se li dividono autori ed editori, ma non tutti gli autori ed editori dei pezzi suonati, bensì a quelli che vengono suonati di più. 30 ai dischi piu’ suonati in Italia, anche se non c’entrano niente con le discoteche, i restanti 20 miliardi al ballo liscio.
Allora, definiamo la categoria autori: sono Coloro che scrivono i testi, ovvero i parolieri, e coloro che scrivono le musiche, i compositori. Editori sono invece le case discografiche, piccoline o grandissime come la Emi la Warner, la Sony ecc.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Lucio Dalla, per esempio è autore perche’ scrive le canzoni che canta. Il diritto d’autore, quindi e’ il compenso, cioe’ i soldi che bisogna dare agli autori e agli editori, il cantante in questa spartizione non c’entra.

OSCAR PRUDENTE -autore musicale
Per esempio Celentano che non ha mai scritto quasi mai una canzone credo un testo nella sua vita, ha arricchito i suoi autori.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
In relta’ ci risulta che Celentano ha scritto per lo meno “24mila baci” e “Il tuo bacio e’ come un rock”, quindi e’ da considerarsi un autore. E invece, Oscar Prudente con quale canzone si e’ arricchito?

OSCAR PRUDENTE – autore musicale
Io mi sono arricchito, tra virgolette. Vorrei essermi arricchito con altre 25 canzoni di quella forza li’, pero’ ad esempio con quella canzone

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Quella canzone e’ “Pensiero stupendo”. Ogni volta che qualcuno la canta in pubblico, ad Oscar Prudente arrivano dei soldi attraverso la Siae, cosi’ come all’autore delle parole e all’editore. Perche’ tu vivi di Siae?

OSCAR PRUDENTE – autor musicale
Vivo soltanto di Siae

VOCE FUORI CAMPO AUTORE
Quindi i soldi della Siae vanno a chi scrive parole musica e pubblica il disco. Ma nel caso di un concerto dal vivo, come funziona? La Siae incassa il 10% del prezzo del biglietto, e quel 10% paghera’ tutti gli autori dei pezzi suonati, perche’ qui, a differenza dalle discoteche si compila un bordero’.

GIUSEPPE VOLTARELLI – Autore musicale
Come vedete noi abbiamo suonato 15 brani, quindi ci sono sia brani del primo disco che dell’ultimo elencati, poi si mette anche il codice fiscale, il numero dei brani, il direttore dell’esecuzione, l’indirizzo, la via etc..

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
I programmi compilati arrivano tutti qui alla sede di Roma. sono centinaia di migliaia di pezzi, che vengono controllati, abbinati e poi pagati. Un meccanismo perfetto, se il programma non fosse compilato a mano e, spesso, a tarda notte.

ZULU’ – 99 POSSE
Compili il bordero’e invece di scrivere “Curre curre guaglio'” con l’accento scrivi “Curre curre guaglio”, senza accento. Tutto il bordero’ è invalidato e tutti i soldi che loro si sono presi da quella serata in cui tu hai fatto “Curre curre guaglio'” vanno nel fondo cassa della Siae che viene ripartito a fine anno tra i soci.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Gli artisti famosi

ZULU’ – 99 POSSE
Si’

SABRINA RICCARDELLI – direttore sezione musica Siae
I programmi invalidati sono moltissimi e il nostro..

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE –
Ma a chi vanno quei soldi?

SABRINA RICCARDELLI – direttore sezione musica Siae
Come le dicevo questi soldi vanno redistribuiti in proporzione alla classe di appartenenza.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
In proporzione significa piu’ soldi e spesso i conti non tornano.
Senti hai mai avuto riscontro negli anni di artisti che non hanno preso soldi?

PIERO BRACCI – Multikulti
Io faccio questo lavoro da 15 anni, ho fatto concerti con artisti di tutto il mondo, mi sono occupato negli anni passati prevalentemente di jazz, credo di conoscere tutti i piu’ grandi jazzisti del mondo, coro unanime, gente che suona in Italia da vent’anni in festival, Umbria jazz e via, americani dicono che dall’Italia non vedono mai una lira. Di qualcuno in particolare, di due amici tedeschi, mi sono occupato io dopo 10 anni hanno avuto dei soldi.

ROCCO BARBARO
Sono iscritto alla Siae, pago l’iscrizione, pago un contributo, va bene..

MASSIMO OLCESE – comico
Giustamente paga che è un verbo in are

ROCCO BARBARO – comico
Quel punto se mi spetta un diritto Siae lo pretendo

MASSIMO OLCESE – comico
Pero’ pretendere è in ere e gia’ funziona meno.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Lucio Dalla, chi comanda in Siae

LUCIO DALLA – cantante -autore
Mah, in teoria dovendo esprimere, non dare una risposta tecnica, ma dare una risposta utopistica, dovrebbero comandare gli autori. Non è mai stato cosi’.

GINO PAOLI – cantante – autore
Beh, se io dovessi semplificare la cosa, la situazione della Siae oggi, direi che c’è l’assalto delle multinazionali. Ma questo è evidente, nel senso che non c’è piu’ una casa discografica che non sia multinazionale. Io non vorrei infilarmi nei discorsi economici di soldi che invece di finir qui vanno da un’altra parte, pero’, insomma, qualche illazione si potrebbe fare.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Cioe’?

GINO PAOLI – cantante – autore
No, faccio solo delle illazioni.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
I due maggiori autori italiani dicono che gli autori all’interno della Siae non contano nulla. Perche’ le regole le stabiliscono gli editori, ovvero coloro che stampano, distribuiscono e promuovono la musica, e che incassano il 50% del ricavato Siae. il direttore della Warner per esempio e’ stato anche nel consiglio di amministrazione della Siae, e sicuramente lui sa, in soldi, a quanto ammontano i programmi invalidati dei concerti dal vivo

ADRIANO SOLARO – Amministratore delegato Warner Chappell
Se lei avesse il 10% di errore, calcolando che l’introito globale lordo dell’esecuzione pubblica è di 240 miliardi l’anno, lei avrebbe 24 miliardi non identificati, fa alla svelta a creare&.poi come li divide? Allora li’ ognuno puo’ avere delle idee.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
E l’idea non e’ quella di dare a Caio quello che e’ di Caio& tanto piu’ quando Caio e’ un signor Rossi qualunque che non edita con le grandi multinazionali!
Senti tu trovi riscontro tra i tuoi concerti e i tuoi dischi e poi quello che ti arriva dalla Siae?

JAMES SENESE – musicista
Mah, questo è incontrollabile. A volte se ti arriva di meno di quelli che ti aspetti, credi che siano dall’altra parte, il gestore dei locali etc& Invece poi vai a vedere, c’è sempre qualcosa sotto che non funziona, oppure qualcosa sotto che viene messo da parte.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Senti, secondo te c’è trasparenza?

JAMES SENESE – musicista
Mah, diciamo di no, vai.

LUCIO DALLA – cantante – autore
Io conosco autori importanti che non vanno mai a scartabellare quello che rendono le loro canzoni.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
In effetti agli autori ogni 6 mesi, insieme ai soldi, arrivano dei tabulati che gli autori ritengono incomprensibili.

GIUSEPPE VOLTARELLI – Autore
Ci sono 400 mila e 147 lire in negativo e anche qui ci sono due milioni153 mila lire in negativo del primo trimestre del ’99.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Cioe’ questi sono soldi che ti hanno tolto e tu non sai perche’?

GIUSEPPE VOLTARELLI – Autore
Si’, in realta’ non si capisce perche’, non c’è nessun segnale di questa sottrazione. Come vedi ce ne sono anche altri, vedi in questi brani.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Senti ti è venuto in mente di andare a chiedere il perche’?

GIUSEPPE VOLTARELLO – Autore
No

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Per esempio qui ci sono dei meno, anche qui ci sono dei meno. Cosa sono questi meno. Sono delle sottrazioni dei soldi?

ANTONIO COLUCCI – Dirigente ufficio ripartizioni SIAE
Esatto, non sottrazioni, sono dei movimenti contabili che vengono spiegati, c’è un foglio avvertenze che spiega con delle sigle che cosa significa.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
L’autore come fa a verificare?

ANTONIO COLUCCI – Dirigente ufficio ripartizioni SIAE
La verifica in genere avviene in questo modo, scrivendo alla SIAE e dire: “Come mai ho quest’importo negativo?”

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Per capire perche’ ci sono dei soldi che vengono sottratti, quindi, basta scrivere una lettera e chiedere come mai. si scrivere una lettera, proprio come ai tempi di Toto’ e Peppino.

ROCCO BARBARO – comico
Fammi una telefonata

MASSIMO OLCESE – comico
Non capisco le note di spesa?

ROCCO BARBARO – comico
Si vede che ho dei problemi

MASSIMO OLCESE – comico
Giusto

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Torniamo ai concerti. quando sono a ingresso libero, come il concerto del primo maggio, per esempio, chi paga la Siae?
l’organizzatore, che versera’ il 10% delle sponsorizzazioni.
e se non ci sono nemmeno gli sponsor? si deve comunque corrispondere una cifra forfettaria.
E nel caso ci fossero delle perdite?

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
E nel caso ci fossero delle perdite?

PIERO BRACCI – Multikulti
Su questo contributo comunale che va a coprire le perdite, la Siae reclama i diritti e ottiene, perche’ non se ne puo’ fare a meno. Che vuol dire speculare su una perdita

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Quindi se un comune organizza un concerto e non riesce a coprire le spese, comunque una cifra forfettaria va pagata alla Siae. Ma nel caso di un concerto o uno spettacolo di beneficienza il cui incasso e’ destinato alla ricerca, all’attività di un ospedale o qualche altra nobile causa, cosa succede?
E gli spettacoli di beneficenza come funzionano? facciamo un giro per le onlus, la fanep si occupa di bambini con problemi neurologici.

EMILIO FRANZONI – primario neurologia ospedale Sant’Orsola – Bologna
Con quest’associazione siamo soliti fare appuntamenti importanti per l’acquisizione di soldi, di materia prima per poter andare avanti. Fra tutte, una fra tante direi, mi ricordo nel 1990, fu una delle prime che suscito’ un po’ di rabbia all’interno dell’associazione quando dovemmo purtroppo devolvere alla Siae 35-38 milioni, adesso non ricordo con esattezza, dei soldi che potevano invece essere divisi tra quelle associazioni, e lavoravamo con l’Ageop, che è un’altra associazione che è all’interno del Gozzadini e che purtroppo invece andarono da altre parti.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
l’Ageop assiste le famiglie che hanno bambini malati di tumore e leucemie, e anche loro organizzano spettacoli per raccogliere fondi. Senta, durante questi vostri spettacoli voi dovete pagare la Siae?

DARIA FORACCHI – Ageop
Certo, la paghiamo sempre.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Non c’è nessuno sconto?

DARIA FORACCHI – Ageop
No

ADRIANO SOLARO – Amministratore delegato Warner Chappell
Per anni si è detto facciamo gratuitamente&Ma per quale motivo? Noi stiamo scherzando?

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Be’ se è a carattere di beneficienza..

ADRIANO SOLARO – Amministratore delegato Warner Chappell
Ma scusi lei la beneficenza la fa con i suoi soldi

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Qui, invece siamo all’associazione famiglie cerebrolesi.

PIER PAOLO CHELI – Presidente Fa.ce
Nella nostra associazione siamo tutti volontari, non esiste un solo dipendente. Questi sono spettacoli che facciamo noi, che qualcuno organizza per noi.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Anche in questo caso bisogna pagare il diritto d’autore, l’obbiettivo per loro e’ una casa per i disabili.

ADRIANO SOLARO – Amministratore delegato Warner Chappell
Quindi si vuole tassare l’autore del fatto di dire tu hai fatto un’opera pertanto io l’adopero come voglio per fare beneficenza. No!? Tu mi chiedi il permesso e io ti dico se voglio che tu l’adoperi o no. E ti dico per quanto tempo e in che modo. E questa è liberta’.

EMILIO FRANZONI – Primario neurologia ospedale Sant’Orsola – Bologna
La SIAE è una tassa pesante per le associazioni, soprattutto per quelle che lavorano, che potrebbero usufruire di questi soldi per poter aumentare le possibilita’ di lavoro e di aiuto alle famiglie e ai bambini, per esempio nel nostro caso in ospedale.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
E il discorso si allarga a tutte le iniziative di carattere sociale.⏯

ZULU – 99 POSSE
Molto spesso i compagni che organizzano queste cose ci chiedono:”Guaglio’ ma voi rinuncereste alla SIAE?” E noi:”come no, figurati vuoi vedere che dobbiamo vivere con i soldi della SIAE di questo concerto. Tranquillo”. Non si puo’ rinunciare alla SIAE.

ADRIANO SOLARO – Amministratore delegato Warner Chappell
No, tu l’adoperi per rendere felici dei boy-scout? È giusto. È giusto Paghi.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
il pagamento del diritto d’autore e’ dovuto per legge, l’onorevole Grignaffini se ne e’ occupata nella passata legislatura.

GIOVANNA GRIGNAFFINI – deputata DS
La legge deve dire che quel diritto è inalienabile e dunque deve essere l’autore a dire che rinuncia, non puo’ essere la legge che dice tu devi rinunciare a tale diritto in nome di quell’associazione.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
In sostanza gli autori devono, per legge, prima incassare, poi se vogliono, possono devolvere il loro guadagno.
Un esempio chiaro sono i programmi televisivi di beneficenza : i cantanti che intervengono non ricevono nessun compenso diretto, pero’ poi, gli autori, sono pagati, attraverso l’emittente, dalla SIAE per la durata del loro pezzo. poi ci sono gli autori del programma, quelli che firmano nei titoli di testa o di coda. questi autori sono pagati dall’emittente per il loro lavoro ma dalla SIAE non percepiscono nulla &se il programma non e’ tutelato. ed e’ il caso del Pavarotti and friends oppure 30 ore per la vita&il Telethon invece, negli ultimi anni e’ entrato nella categoria tutelabile dalla Siae, piu’ precisamente e’ considerato un varieta’. questo vuol dire che l’autore che firma il programma, Michele Guardi’ percepisce dall’emittente un compenso per il suo contratto di esclusiva e una cifra a minutaggio stabilita proprio dalla SIAE che e’ di 153 mila lire a minuto. se calcoliamo che queste maratone hanno una durata di oltre 30 ore, e’ evidente che si accumulano compensi faraonici che chiaramente paga l’emittente.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
E’ d’obbligo una precisazione: ci siamo occupati in passato di spettacoli di beneficenza, e Theleton è risultata una delle poche organizzazioni trasparenti. Ogni volta che il benefattore tira fuori 1000 lire, 1000 lire vanno alla causa.
Il fatto che Thelethon sia considerato dalla Siae un varieta’ e pertanto la Rai debba pagare circa 270 milioni di diritti all’autore, è un’altra storia. Per amor di precisione nella prossima edizione Thelethon cambia autore.
Abbiamo visto che nella Siae i grossi editori, rappresentai dalle multinazionali del disco influenzano le leggi del Parlamento e condizionano il governo della Siae, che tradotto in lire significa la gestione di 1000 miliardi all’anno. Ma a fare la loro parte ci sono anche le grandi famiglie, ovvero degli editori nati ai primi anni del secolo e che sfruttano il repertorio creato dai genitori o dai nonni, come e’ il caso della famiglia Bixio.

FRANCO BIXIO – Editore
Be’ sa la SIAE, adesso non ricordo esattamente l’anno della sua fondazione, ma sicuramente mio padre, Cesare Andrea Bixio che, per chi non lo dovesse sapere, è stata uno degli autori piu’ conosciuti e forse amati, attraverso le sue canzoni in Italia, ne vorrei ricordare una giiusto per i telespettatori che ci stanno guardando, “Mamma” su tutte, “Parlami d’amore Mariu”, “Portami tante rose”, “Violino tzigano”, “Il tango delle capinere”.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Voi prendete ancora i diritti di vostro padre?

CARLO ANDRE BIXIO – Editore
Noi prendiamo i diritti di nostro padre. Si’

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Ma per quanto tempo? Per quanti anni continuerete a prenderli?

CARLO BIXIO – Editore
Come la legge ha previsto per tutto il mondo: settant’anni dopo la morte dell’autore. Settant’anni sono pochi.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
La famiglia Bixio ha una tradizione lunga, oltre ad occuparsi di programmi tv gestiscono l’eredita’ del padre, cioe’ 7 edizioni musicali.
E le canzoni di Bixio padre rientrano tutte nella categoria “evergreen” cioe’ canzoni sempre verdi, che all’incasso godono di una maggiorazione. Ma i soldi per pagare queste maggiorazioni da dove arrivano? da quelle musiche, pagate, ma non identificate, quindi immaginiamo non famose.

PIERANGELO MAURI – Dippiu’ Music
Le commissioni all’interno della SIAE protendono a fare delle ripartizioni che sono a beneficio di pochi e non di tutti.

ROCCO BARBARO – Comico
O sole mio&

MASSIMO OLCESE – COMICO
Dammi 5 mila lire

ROCCO BARBARO – COMICO
E perche’, l’hai scritta tu?

ROCCO BARBARO – COMICO
Sono della Siae

Le maggiorazioni vanno anche agli autori ed editori di musica classica e contemporanea. in questo caso, autori ed editori ricevono dalla Siae diritti che superano 6 volte quello che l’organizzatore ha pagato alla stessa Siae.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Un concerto in chiesa incassa 300 mila lire.

SABRINA RICCARDELLI – Direttore sezione Musica Siae
E diciamo che c’è la’&

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
All’autore di quella musica tutelata arriva un milione e 800 mila lire?

SABRINA RICCARDELLI – Direttore sezione Musica Siae
Si’

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Questi sono programmi di concerti fatti in chiese a orari vari, 16.00, 16 e 15, 9 del mattino, 10 e 35& con cadenza quasi giornaliera, a ingresso libero, chi organizza questi concerti non sono i parroci, immaginiamo ci siano anche delle spese&parte di questi concerti, leggiamo sono stati fatti nella bellissima basilica dei servi a Bologna. Don Pellegrino e’ un esperto musicale.

DON PELLEGRINO
Lei si immagini se noi facciamo tutti questi concerti.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
È impossibile.

DON PELLEGRINO
Basterebbe questo per dichiarare che è una truffa. Il bello è che, diciamo chiaro e tondo, perche’ non è un mistero, chi suona non è solo qui da noi che lo fanno, Ma anche a Bologna, a Modena, Imola, Chieti. Pescara.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Cioe’ questi cosa fanno pagano una certa quota alla SIAE e poi ricevono piu’ soldi.

DON PELLEGRINO
Ricevono i soldi dalla SIAE. SI immagini che uno che ha fatto sta roba qui, si è fatto i milioni. Ha capito?

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
In realta’ non c’e’ nessuna truffa, perche’ e’ tutto in regola, e adesso vediamo perche’. i concerti sono organizzati da Musikstrasse-Roma. la ditta e’ di Bixio.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Noi abbiamo girato un po’ per chiese, in una chiesa a Bologna ci hanno detto che c’è la Musikstrasse che organizza dei concerti che non sono concerti.

FRANCO BIXIO
Be’ devo dire che questo non è esatto. Non so se glielo ha detto il parroco..

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Il parroco me l’ha detto

DON PELLEGRINO
Qui figura che c’è un organista che fa il concerto, suona ma non c’è nessuno. Perche’? Suona musica di questo autore qua, il quale denuncia alla Siae e la Siae paga i diritti d’autore, pero’ non c’è pubblico, non c’è niente.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Dunque c’è l’autore?

FRANCO BIXIO
C’è l’autore che a volte è lo stesso organista, ma a volte no.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Anche in questi concerti prende una maggiorazione, perche’ si paga la Siae.

FRANCO BIXIO
Si paga la SIAE e si prende la maggiorazione, certo.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Il prete ci ha detto che i loro i concerti sono inesistenti. Lei lo smentisce questo?. Immagino che lei non c’era&.

FRANCO BIXIO
No, io personalmente no. Ma lei giri per le sale che fanno musica contemporanea, e mi dica quanto pubblico va a sentire la musica contemporanea.

DON PELLEGRINO
Poi son cose, musiche che soltanto a vederle…C’è da inorridire. Un violoncellista dilettante che fa delle composizioni e gliele suonano cosi’, dando ad intendere che sia un concerto. Purtroppo per la legge va bene. E allora.

FRANCO BIXIO
Ho chiesto di fare tutti i controlli del caso, perche’ è uscito fuori che questi concerti non erano stati fatti. Poi abbiamo scoperto che molto spesso l’agente Siae che è preposto anche a questo ed è giusto che lo faccia, io aggiungo che lo dovrebbe fare in tutti i campi, era andato in giorni diversi.

AUTORE
Secondo lei degli organizzatori di spettacoli fanno centinaia di concerti dove non viene pubblico e devono sostenere dei costi. Ma perche’? A ingresso libero?

ANGELO DELLA VALLE – Vice direttore generale SIAE
Chi organizza degli spettacoli ha i propri motivi.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Mentre sto per andare via, mi dice che finche’ le regole della SIAE danno queste maggiorazioni, lui entra un questo meccanismo.
Le regole in SIAE si fanno nel consiglio di amministrazione.
Ha mai avuto cariche all’interno della SIAE la famiglia Bixio?

ANGELO DELLA VALLE – Vice direttore generale SIAE
Certo hanno fatto parte anche del consiglio di amministrazione.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Immaginiamo che dietro queste regole ci sia anche una logica

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Cinquant’anni fa?

SABRINA RICCARDELLI – direttore sezione musica Siae
Si’ certo

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Lei prende questa maggiorazione, che dovrebbe essere un incentivo a che cosa, mi scusi?

SABRINA RICCARDELLI – direttore sezione musica Siae
Intanto dovrebbe essere un premio che si riconosce al patrimonio nazionale italiano. Quindi..

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Premio, quindi, non incentivi.

SABRINA RICCARDELLI – direttore sezione musica Siae
Hanno il carattere del premio e anche del sostegno, le due cose non si escludono.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Vuoi vedere allora che nel caso della musica classica si sostengono i conservatori? chiediamo proprio a quello di Bologna, che e’ uno dei piu’ antichi.

CARMINE CARRISI – Direttore conservatorio – Bo
Mi scusi mi prende alla sprovvista, ma non mi risulta che ci siano arrivati dei proventi da parte della SIAE per attivita’ o iniziative naturalmente, ne’ in collaborazione ne’ tantomeno&

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Quindi finche’ le regole sono queste la casa editrice di musica contemporanea incassa per ogni concerto, anche se non c’è pubblico, 6 volte quello che l’organizzatore ha pagato alla Siae. Nel caso specifico l’organizzatore e’ la famiglia Bixio e la casa editrice pure. Andiamo avanti e vediamo in quali altri casi è obbligatorio pagare il diritto d’autore. Partiamo dai bar, che pagano un tanto per ogni altoparlante.

GESTORE BAR
Noi abbiamo solo quello.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Utilizzate cd vostri

GESTORE BAR
Cd e basta.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Dovete pagare 280 mila lire l’anno?

GESTORE BAR
Nonostante io paghi all’origine per l’acquisto. Io ho due casse solo, ne voglio mettere almeno altre 3. Perche’? Per un motivo tecnico: se ne hai 2 devi sparare la musica, se ne hai tante tu la tieni un po’ piu’ bassa, anche per questioni di vicinato etc.Quindi è un impegno anche economico abbastanza importante.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Per ogni cassa bisogna pagare la SIAE.

GESTORE BAR
Ecco, io sono andato li’ e mi hanno detto: “Tu per ogni cassa paghi 90 mila lire l’anno, per cui io metto 10 casse e vado a pagare 900 mila lire l’anno.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Andiamo avanti: a una festa di matrimonio, visto che non c’e’ il biglietto, si paga a secondo del numero degli invitati.
E attenzione a diffondere musica negli ascensori.

GIANCARLO NOTARI – Agenzia Siae Roma
Si’ la musica negli ascensori, poiche’ si tratta di una diffusione pubblica è soggetta al pagamento di un compenso per diritti.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
E anche allo stadio, l’inno della squadra diffuso prima e dopo la partita dagli altoparlanti deve essere pagata a seconda del numero degli spettatori.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Quanto ammonta, quanto raccogliete da tutto?

ANGELO DELLA VALLE – Vice direttore generale SIAE
Raccogliamo all’incirca 40 miliardi

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
40 miliardi. Dove vanno questi soldi, a chi vanno?

ANGELO DELLA VALLE – Vice direttore generale SIAE
Questi soldi vanno suddivisi tra gli autori della sezione musica.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Gli autori D.O.R. sono gli autori televisivi

ANGELO DELLA VALLE – Vice direttore generale SIAE
Si’, gli autori televisivi.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Torneremo, poi, su questi importi che vanno agli autori televisivi, andiamo avanti.

E a pagare sono anche gli ambulanti.
dal bollino sui cd, ai permessi di esecuzione pubblica.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Anche voi passate per la SIAE, per poter fare gli ambulanti?

MUSICISTI DI STRADA
Si’, passiamo per la Siae, e abbiamo fatto diverse sollecitudini.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Il diritto Siae si paga anche sui nastri vergini si presuppone, infatti, che sulle cassette vengano registrati film e musica e mai una chiacchierata o la comunione dei bambini.

PAOLO BAIT – negozio cassette
Tutto quello che riguarda l’audio cioe’ la musica, i nuovi supporti musicali, mini-disc, i cd per i registratori cd, quelli definiti consumer, per il consumo casalingo, c’è un’imposta del 10% sul prezzo d’acquisto alla cassa, si paga il 10%, direttamente alla SIAE. Per le videocassette invece, quindi per quello che riguarda la registrazione in immagini la tassa e del 5%.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Dai supporti vergini, si ricavano circa 20 miliardi all’anno, che vanno distribuiti a chi presumibilmente subisce un danno dalla registrazione casalinga. per quanto riguarda la musica, i soldi vanno divisi sempre in proporzione al fatturato maturato, cioe’ chi incassa di piu’, riceve di piu’.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Oggi possiamo comprare anche delle suonerie per il telefonino con il motivo della canzone che ci piace, anche qui il diritto d’autore e’ compreso nel prezzo.

ADRIANO SOLARO – amministratore delegato Warner Chappel
Sono nate i ring tones, i piccoli segnali che ci sono nei telefonini digitali. E noi abbiamo detto:” Be’ quella musica va remunerata. Perche’ deve essere fruita da tutti nel mondo attraverso internet o sui telefonini, senza che vengano pagati gli autori”. Abbiamo trovato difficolta’ all’inizio, ma dopo poco, parlando con tutta la grande industria, hanno detto va bene.

E adesso per ogni suoneria si paga alla siae 220 lire. Ma la grossa fetta rimane proprio la musica vera e propria, che rappresenta l’85% delle entrate, e la piu’ grande diffusione di musica avviene attraverso la radio, prima di passare alla Rai vediamo come pagano le radio private, un esmepio per tutte, Radio dimensione Suono.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Radio dimensione suono e’ in grado di sapere secondo per secondo e, addirittura una settimana prima, tutta la musica che mette in onda.
Questa è tutta la scaletta?

RDS
Questa è tutta la scaletta, che va in onda. Come vedi adesso c’è Elisa, poi la Scoltellinci e poi parte lo spot.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
E questo e’ il programma, addirittura stampato, e senza errori. Ma viene preso in considerazione dalla Siae?

EDUARDO MONTEFUSCO – Presidente RDS
Assolutamente no. Loro controllano solo i nostri bilanci, non la musica che mandiamo in onda. In effetti alcune volte noi mandiamo in onda anche musica internazionale, musica di esportazione.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Che magari non sono iscritti alla SIAE?

EDUARDO MONTEFUSCO – Presidente RDS
Che non sono iscritti alla SIAE.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Senta per cui pagate un forfait?

EDUARDO MONTEFUSCO – Presidente RDS
Paghiamo un forfait del 5% sul nostro fatturato.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Quanto piu’ o meno?

EDUARDO MONTEFUSCO – Presidente RDS
Intorno ai due miliardi, due miliardi e mezzo. Questo piu’ o meno il nostro range.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
All’anno?
Solo da radio dimensione suono arrivano alla Siae ogni anno 2 miliardi e mezzo. ma come vengono ripartiti questi soldi? e’ semplice: il 50% va ai dischi piu’ venduti e l’altro 50% viene ripartito in proporzione agli incassi Siae. in pratica va sempre agli stessi e il signor rossi rimane sempre a secco.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Si parte dal criterio che tutte le radio trasmettono la stessa musica?

ANGELO DELLA VALLE
Si parte dal criterio che la musica in genere è la stessa che viene trasmessa. Di fatti è cosi’, i campioni funzionano in questo modo.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Nel caso delle tre radio rai, invece, non c’e’ nessun campione e tutta la musica trasmessa viene pagata, anche quella utilizzata in sottofondo.

ATTILIO FORTUNATO – Assistente ai programmi
A volte in primo piano altre volte è di sottofondo. Adesso ad esempio è in sottofondo. Certamente rendono piu’ difficile il lavoro a me ma va differenziata. Di nuovo primo piano. Si tratta di sommare la durata.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Con questo sistema non c’e’ rischio di sbagliare, le musiche utilizzate hanno il giusto compenso. Per qualcuno e’ fin troppo “giusto”

ANTONIO MARRAPODI – Amministratore delegato Emi Publishing
Certo io trovo indecoroso che la sigla di un programma di pubblica utilita’, come un programma sul traffico, raccolga in un anno quanto l’intero catalogo dei Beatles. Questo io penso.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Lei pensa ad Onda Verde?

ANTONIO MARRAPODI – Amministratore delegato Emi Publishing
Esattamente.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Ce la spiega un attimo questa cosa in Onda Verde, perche’..

ANTONIO MARRAPODI – Amministratore delegato Emi Publishing
È una cosa che va sotto il grande mistero dell’ordinanza di ripartizione della SIAE.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Dunque questa musichetta trasmessa piu’ volte al giorno per tutto l’anno, guadagna molto di piu’ di grandi successi musicali. ma allora anche la sigla del telegiornale guadagna un sacco di soldi!

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Per esempio la sigla del Tg1, va in onda tutti i giorni e bisogna pagare gli autori di quella sigla..

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
Certo, pero’ gli autori di quella sigla hanno diritto ad essere pagati per una durata annua massima di mezz’ora. Passata la mezz’ora non hanno diritto al corrispettivo.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Siccome va in onda spesso..

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
Be’, andando in onda piu’ volte al giorno passata la mezz’ora non vengono piu’ pagati.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Senta un po’, perche’ Onda Verde invece non ha questo limite?

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
Perche’ la sigla di Onda Verde viene utilizzata come sottofondo, e la musica di sottofondo non ha limite.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Fateci caso, onda verde dura tre minuti, spesso, e’ quasi impercettibile, ma c’e’ una musica di accompagnamento alle notizie sul traffico in autostrada, quanto vale questa musica che non si sente?

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
Quell’autore e quell’editore diciamo che hanno guadagnato piu’ di tutti gli altri.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Per esempio nell’ordine di miliardi?

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
Uno, all’incirca.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Un miliardo all’anno?

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Chi sceglie se mettere o meno il sottofondo ha un bel potere, non vi sembra? ad ogni modo la rai si e’ accorta di questo squilibrio e ora questo miliardo viene diviso tra piu’ autori e due case editrici, una e’ della stessa rai, visto quello che paga di Siae per lo meno recupera qualcosa, l’altra e la Warner. quanto avra’ incassato quest’anno da onda verde?

ADRIANO SOLARO – amministratore delegato Warner Chappel
200, 220 milioni in un anno.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Usciamo dalla musica e entriamo nell’opera considerata originale e pertanto tutelata dalla Siae, cosa vuol dire? Che l’autore di quell’opera incassera’ una cifra a minuto a seconda della categoria di appartenenza, se varietà o contenitore , la sessione che se ne occupa ha un nome non modernissimo, si chiama DOR, ovvero dramma operetta e rivista.

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
La somma complessiva dovrebbero essere intorno ai 123 miliardi.

SAVERIO LUPICA – Responsabile rapporti SIAE MEDIASET
Per tutte le attivita’, la somma complessiva piu’ 100 miliardi l’anno.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE – 100 miliardi all’anno?

ZULU – 99DARIA FORACCHI – Ageop PO/ppp SSE
È stato passato 4 o 5 volte “Sud” a canale 5. In “Sud” ci sta “Curre curre guaglio”: non ho mai avuto una lira, non è mai arrivato un rendiconto in cui ci stava scritto che io avevo avuto 100 lire per un passaggio.

ROCCO BARBARO – comico
Questo non torna..

MASSIMO OLCESE – comico
No, ti torna.

ROCCO BARBARO – comico
Allora mi torna.

MASSIMO OLCESE – comico
Se io pago la SIAe e tu non mi paghi c’è qualcosa che non torna.

ROCCO BARBARO – comico
Giusto!

MASSIMO OLCESE – comico
No.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Sgomberiamo subito il campo dai dubbi: sia Rai che Mediaset pagano per tutta la musica che trasmettono in media il 4% sul fatturato di entrata. Per fare in modo che la Siae sia in grado di ripartire i miliardi ai reali aventi diritto, a Mediaset, la musica di un’intera giornata di trasmissione viene rilevata in modo analitico per ogni programma, il giorno dopo la messa in onda da un ufficio preposto.

ANNIO FRERI – Diritti musicali Mediaset
Queste cassette corrispondono Alle giornate precedenti. L’assistente musicale visiona le trasmissioni e segnala i pezzi che sono stati utilizzati all’interno delle trasmissioni. E infatti vediamo che va segnalata la sigla.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
“Se penso a te” si chiama.

ANNIO FRERI
Infatti.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
È di Bracardi

MICHELE CUCUZZA – conduttore televisivo
Ammazza, so’ tutte americane, hai visto? La moda Madonna.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Allora Michele, come è importante la musica nella tua trasmissione?

MICHELE CUCUZZA – conduttore televisivo
Be’, importantissima, perche’ ci sono degli spazi proprio dedicati alla musica. Oggi per esempio c’è Albano, indiretta, bellissimo. Pero’ noi facciamo non per ascoltare la musica ma per incontrare il protagonista della musica.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
In rai la rilevazione della musica avviene durante le trasmissioni, c’e’ il consulente musicale, che oltre alla regia audio, ha anche la responsabilita’ di cronometrare la musica, sia quella di primo piano che quella di sottofondo.

GIOVANNI PASINI – Assistente musicale Rai
Ecco la trasmissione. Adesso è partita e la sigla va alla regia video..

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
La sigla è sempre quella?

GIOVANNI PASINI
Si’, adesso prendero’ anche il tempo. Eccome che vado&piano, piano&diminuisco un po’ il volume. Ecco sta andando&vado via, fermo il cronometro. Come vedete 54 secondi e questo io dichiaro. Scrivo qua.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Questi fogli, trascritti al computer saranno poi inviati alla Siae che provvede a pagare.

MASSIMO GILETTI – conduttore televisivo
Be’, è importantissima, la musica fa parte della vita, anzi segna e da un timbro particolare a tutte le storie che noi raccontiamo nella nostra piazza. Quindi è fondamentale. Avere la musica vicino è la cosa piu’ bella che ci sia.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Tutte le musiche che superano i 10 secondi partecipano alla spartizione dei 220 miliardi che rai e Mediaset versano alla Siae.
Voi andate in onda tutti i giorni, tutto l’anno.

FABRIZIO AIELLO – Orchestra “I fatti vostri”
Tutte le mattine, tutti i giorni dalle 11,30 alle 13: “I fatti vostri” Raidue.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Voi siete autori di qualche pezzo?

LORENZO BALLARINI -Orchestra “I fatti vostri”
Si’, qualche siglettina, qualche stacchetto musicale viene dalla nostra& i famosi stacchi di 10-11 secondi, capito.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Meglio se supera i 10 secondi, almeno cosi’ potete avere un rientro SIAE.

FABRIZIO AIELLO -Orchestra “I fatti vostri”
Certo, certo, se superano i 10 secondi, insomma riusciamo a guadagnare anche qualcosina.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Perche’ non vi pagano qui?

FABRIZIO AIELLO – Orchestra “I fatti vostri”
Si’, certo siamo pagati.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Io stesso potrei usare come sottofondo a questo servizio una musica composta da mio fratello o addirittura da me stesso, ma sarebbe corretto?

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
Esiste una specie di deontologia professionale per cui, non so, il programmista regista non mette le sue musiche nei programmi che cura lui. L’autore del testo evita di utilizzare canzoni di cui magari in passato è stato l’autore in programma che sta facendo oggi. Pero’ qualche eccezione&

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Voi siete qui, suonate e vi pagano. Se suonate la vostra musica è giusto che la Siae vi paghi anche il diritto d’autore?

FABRIZIO AIELLO – Orchestra “I fatti vostri”

Be’, credo di si’

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Non siete gia’ pagati per fare lo spettacolo.

FABRIZIO AIELLO – Orchestra “I fatti vostri”
No, sono due cose completamente diverse.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Cerchiamo di spiegarlo un attimo..

LORENZO BALLARINI -Orchestra “I fatti vostri”
Cioe’ noi abbiamo un ingaggio come professionisti, come musicisti, come esecutori del brano musicale. È chiaro che se io eseguo comunque in televisione un brano mio è giusto che io guadagni dei soldi.

FABRIZIO AIELLO – Orchestra “I fatti vostri”
Che venga riconosciuto il lavoro dell’autore per la messa in onda del pezzo.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Un’associazione di autori ed editori ha fatto ricorso al Tar del Lazio con la richiesta di sospendere l’ordinanza di ripartizione voluta dall’attuale commissario. Giovedi’ prossimo davanti al Giudice del Tar del Lazio.

LUCA MANGHI – Responsabile autori D.O.R. Mediaset
In questo caso “Striscia la notizia” è un programma soggetto a tutela da parte della sezione D.O.R., la classe è la seconda, corrispondente al varieta’. In questo caso Mediaset trimestralmente segnala le immissioni di questa tipologia con la durata netta del programma, l’indicazione degli aventi diritto, degli autori e delle relative percentuali.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Gli autori di che cosa?

LUCA MANGHI – Responsabile autori D.O.R. Mediaset
Gli autori dei testi e del copione di “Striscia la notizia” , in questo caso.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Cioe’ in questo caso quello che leggono Bonolis e Laurenti è scritto da autori?

LUCA MANGHI – Responsabile autori D.O.R. Mediaset
È palesemente scritto da autori. Striscia la notizia ha sette autori coordinati da Antonio Ricci.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Questi autori scrivono dei testi che sono considerati opere originali, sono iscritti alla Siae, quindi Mediaset paga una tariffa, stabilita a minuto di trasmissione, dalla Siae stessa, che provvedera’ a pagare gli autori.
questa tariffa e’ di 153mila lire a minuto

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Mediaset non paga direttamente gli autori di “Striscia la notizia”. Si paga attraverso la Siae.

LUCA MANGHI – Responsabile autori D.O.R. Mediaset
Attraverso la SIAE per quel che riguarda la loro attivita’ autorale, certo.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Bonolis e Laurenti, non c’entrano perche’ loro non sono autori e sono pagati solo da Mediaset. Senta chi è che decide se le trasmissioni sono soggette alla Siae?

SAVERIO LUPICA – Responsabile rapporti Siae Mediaset
La SIAE, nel senso che la Siae decide se l’opera è tutelabile o no. La richiesta la fanno normalmente gli autori, piu’ che io.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Perche’ agli autori conviene?!

SAVERIO LUPICA – Responsabile rapporti Siae Mediaset
Certo sono gli autori che chiedono alla SIAE di essere tutelati.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Facciamo un salto in Rai, e, chiediamo a uno degli autori televisivi piu’ noti se e’ vero che conviene.

MICHELE GUARDI’ – regista e autore televisivo
La Siae debbo dire è tra le organizzazioni che funzionano meglio, ci proteggono nel senso che guardano i dipendenti cosa ,l’ente trasmettitore, sia la televisione di Stato sia le televisioni private hanno messo in onda, valutano la durata, stabiliti i generi stabiliscono quello che gli va dato. Stabiliscono anche quelli che sono i famosi pubblici esercizi. Perche’ quando in un bar o in un ristorante un gruppo di 100 persone che vedono la televisione vedono il tuo programma, evidentemente siccome l’abbonamento della Rai ti da’ un canone, questo qua un certo canone ti entra anche per un pubblico esercizio, che sono altri piccoli diritti, e a volte non tanto piccoli, che entrano agli autori. Quindi si è protetti da una organizzazione che funziona. I capitoli sono due: conviene essere protetti, iscritti alla Siae? Assolutamente si’ e debbo dire che io sono sempre stato rispettato, seguito con attenzione, e quindi mi va benissimo che la Siae sia la societa’ alla quale io mi riferisco.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Quindi essere autori di un programma tutelato e’ una bella rendita: si pagano meno tasse, incassi sulle repliche, e inoltre ti dividi, insieme alla sezione musica, i 40 miliardi che tutti i bar e negozi con una radio pagano ogni anno alla Siae. È chiaro che piacerebbe a tutti farsi tutelare dalla Siae, e allora vediamo quali caratteristiche occorrono.
Le opere tutelate, diciamo, devono avere delle caratteristiche?

PATRIZIA DE RENSIS – Direttore sezione D.O.R. Siae
Certo, delle caratteristiche ben definite.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Per esempio il nostro programma non è un opera da tutelare?

PATRIZIA DE RENSIS – Direttore sezione D.O.R. Siae
No, perche’ è un programma esclusivamente giornalistico. A proposito chi la percepisce la Siae di questo programma? Peccato! per la nostra autrice..

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
La trasmissione di Costanzo invece rientra nella tutela.

PATRIZIA DE RENSIS – Direttore sezione D.O.R. Siae
Crea uno spettacolo

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Cioe’ , fa le domande diverse da come le facciamo noi

PATRIZIA DE RENSIS – Direttore sezione D.O.R. Siae
Non è che lui fa le domande diverse. Si’, probabilmente le fa in modo da mettere insieme personaggi tali che alla fine fanno spettacolo. Perche’ in realta’ tutti noi, credo, non possiamo non riconoscere, che lo spettacolo di Costanzo sia effettivamente uno spettacolo creativo.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Lo dice la parola stessa, quello di Costanzo e’ uno show.

LUCA MANGHI – Responsabile autori D.O.R. Mediaset
Per cui Costanzo e gli autori del programma, settimanalmente depositano il copione o la videocassetta alla sezione D.O.R. della Siae.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
E la Siae gli paga i diritti?

LUCA MANGHI – Responsabile autori D.O.R. Mediaset
La Siae paga i diritti in funzione del minutaggio o della classe di appartenenza.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
In questo caso la cosa che dicevamo prima, il pagamento a Costanzo, avviene attraverso la Siae e poi attraverso Mediaset come conduttore, evidentemente.

LUCA MANGHI – Responsabile autori D.O.R. Mediaset
Certo, attraverso Siae, per quello che riguarda l’attivita’ autoriale, attraverso RTI Mediaset per quel che riguarda la conduzione del programma

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
per ogni categoria, abbiamo detto, c’e’ una tariffa che l’emittente paga alla Siae. nella prima classe, per esempio, rientrano le opere completamente scritte e quindi recitate.
citiamo casa Vianello, l’ottavo nano, Convention, la tariffa e di 255mila lire a minuto.
nella seconda c’e’ il varieta’, premiata teleditta, ciao darwin, la tariffa e’ di 153mila lire al minuto.
terza e quarta classe sono i cosiddetti contenitori, uno mattina, costanzo show, le tariffe sono la meta’.

ci sono autori che nella stessa trasmissione sono anche registi, altri che sono anche conduttori, mansioni che prevedono altri compensi da parte dell’emittente.

e poi ci sono anche i contratti di esclusiva& quindi gli autori, giustamente premono per farsi tutelare dalla siae, e ottenuta la tutela, premono anche per far passare di classe la trasmissione, se un contenitore diventa varieta’ l’autore guadagna il doppio, e le televisioni devono pagare.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Senta lei è la massima esperta in questo campo, lei lavora da quarant’anni in questo ufficio

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
Ebbene si’

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Le è capitato magari di dare un parere contrario e poi invece la trasmissione è riuscita ad ottenere questi diritti?

EMMA MORUCCI – Diritti di Autore Rai
Non solo una volta purtroppo, piu’ di una volta.

PATRIZIA DE RENSIS – Direttore sezione D.O.R. Siae
Se l’autore ritiene che l’opera abbia i diritti per essere classificata in una classe superiore, quindi per avere un compenso superiore, chiede l’intervento della Siae. E in questo caso alla Siae, la sezione D.O.R., attraverso un comitato formato da autori radiotelevisivi , e quindi di esperti del settore, perche’ devono essere esperti del settore. Il comitato ha una funzione di difesa dell’autore nel caso in cui l’ autore non si veda riconosciuta dall’emittente il giusto compenso

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Questi sono i due elenchi che ci hanno fornito rai mediaset delle opere tutelate. stabiliamo un concetto: si paga l’opera di un autore che crea, inventa.

PATRIZIA DE RENSIS – Direttore sezione D.O.R. Siae
Questi sono due elenchi che ci hanno fornito Rai e Mediaset delle opere tutelate: stabiliscono un concetto. Si paga l’opera di un autore.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE –
Secondo lei tutti i programmmi che hanno la tutela Siae lo meritano?

PATRIZIA DE RENSIS – Direttore sezione D.O.R. Siae
Se li tuteliamo si’.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Per esempio lei conosce le trasmissione della De Filippi, vero? Raccontano storie vere presumibilmente

PATRIZIA DE RENSIS – Direttore sezione D.O.R. Siae
Certo

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
È tutelata dalla Siae

PATRIZIA DE RENSIS – Direttore sezione D.O.R. Siae
Si’, pero’ questo punto è un contenitore nel quale si raccontano storie vere che pero’ la De Filippi presenta in un cero modo, in un modo creativo.
Cioe’ la De Filippi inventa il come il personaggio deve uscire, quando deve uscire, ne sceglie uno anziche’ un altro, fa spettacolo, e questo percio’ , anche li’ sono quegli spettacoli.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Quella è tutelata

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
In Rai, per esempio, su una trasmissione analoga, quella della D’Eusanio, l’ufficio che da’ il primo parere, esprime un’altra opinione.

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
Non ravvediamo i caratteri della creativita’. Perche’ se, come dicono gli autori di entrambi i programmi, le storie sono vere, e le persone che vengono sono veramente protagoniste della loro storia, è chiaro che io come autore pi che insegnargli come esprimersi come comportarsi davanti alla camera, non possono fare. E quindi non c’è lavoro autoriale, chiaramente è redazionale.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Non c’è l’opera creativa.

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
Non c’e cretivita’. Cosa creo in una storia di due persone che si sono litigate dio solo lo sa per quale recondita ragione. Se invece non fosse cosi’

VOCE FUORI CAMPO DELLA’UTORE
Cioe’ le storie sono false&

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
Le storie sono appunto&allora d’accordo, purche’ qualcuno dica che le storie sono false e sono state inventate dagli autori. Allora passano al diritto d’autore perche’ gli autori hanno una bella fantasia

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Quindi Maria De Filippi rientra nella terza categoria da 76mila lire a minuto, oltre naturalmente al compenso che prevede il suo contratto di esclusiva con l’emittente. ma la categoria “contenitore” può facilmente confondersi con la categoria “varieta’”. e la differenza passa dalle 76 alle 155mila lire a minuto.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Un varieta’ puro di seconda classe

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
Un varieta’ puro in questo momento della Rai non me ne viene in mente nemmeno uno, perche’ secondo la definizione di varieta’ puro&

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Nessuno ne avrebbe diritto allora di quelli che li hanno

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Siae
Di quelli che li hanno ma non sono tantissimi

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Per esempio

EMMA MORUCCI – diritti d’autore Siae
Per esempio viene i Fatti Vostri

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
I fatti Vostri a diritto a questa seconda classe

EMMA MORUCCI- Diritti d’autore Rai
È una seconda classe

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Ma ha diritto?

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
È una seconda classe

AUTORE
Non lo diciamo se ha diritto?

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
È una seconda classe

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
L’autore de I Fatti Vostri e’ Michele Guardi’.

MICHELE GUARDI’ – regista e autore televisivo
Ecco ci sono dei generi nuovi che vanno sicuramente protetti dalla Siae se si vuole essere in qualche maniera inquadrati in un contesto organizzato, che ti consente poi di essere pagato per le repliche, per la durata, etc& Sicuramente il mondo è cambiato&

AUTORE
Chi li stabilisce i giorni?

MICHELE GUARDI’ regista e autore televisivo
C’è una Commissione apposta che anche li’, è formata&ehm&ha dei capitoli: “quando ci sono almeno due scenette, una canzone&” questo è, diventa varieta’.
Ma questo valeva bene fino a 5 anni fa. Ora il mondo è cambiato.

AUTORE –
Senta ma perche’ gli autori&

MICHELE GUARDI’- regista e autore televisivo
Bisognera’ ricambiare i generi

AUTORE –
Si’.

La discussione e’ proprio sulla definizione dei generi tra autore ed emittente, di qui il ruolo della Siae che interviene in difesa dell’autore. e anche di se stessa, visto che una percentuale rimane li’.
Senta, pero’ ci dica un programma che proprio non lo meritava e che invece è riuscito ad avere questi diritti Siae.

EMMA MORUCCI -Diritti d’autore Rai
Io sono veramente spiacente, ma non ho ancora deciso di andare in pensione, non glielo posso dire.

Continuiamo a leggere dalla lista i programmi di 2 classe definiti varieta’, di Telethon abbiamo gia’ detto, ma c’e’ anche uno speciale su Padre Pio tra i varieta’.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE –
Uno speciale su Padre Pio, che cos’era? È un varieta’?

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Rai
Si’

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE-
È stato considerato un varieta’?

EMMA MORUCCI – Diritti d’autore Siae
Si’&l’ha detto la Siae

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Il Comitato è formato da autori?

PATRIZIA DE RENSIS – Direttore sezione D.O.R. Siae
Certo!

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Puo’ fare qualche nome famoso di chi c’è stato?

PATRIZIA DE RENSIS – Direttore sezione D.O.R. Siae
Be’ adesso il Comitato non c’è è decaduto, pero’ cioe’ nell’ultimo guidato c’era per esempio, non so, Jurgens, Stefano Jurgens, Carla Vistarini, Paolo Pietrangeli, insomma questi facevano proprio parte dell’ultimo Comitato

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
C’era qualcuno piu’ famoso degli altri? Anche dieci anni fa, quindici anni fa, c’è stato Guardi’ per esempio?

PATRIZIA DE RENSIS – Direttore sezione D.O.R. Siae
In passato c’e stato anche Guardi’

Ci pare di capire che anche in questa sezione, come nella musica, conta la rappresentanza in Siae, al di la’ delle emittenze c’e’ chi ottiene e chi no, per esempio tempi moderni ha caretteristiche simili a programmi tutelati, ma non lo e’.

ALESSANDRO LOSTIA – autore “Tempi moderni”
Questo è quello che dice la Siae. Appunto “Tempi moderni” è rubricato come talk show giornalistico, redazionale e proprio per questo non viene tutelato, non ha diritto al riconoscimento del diritto d’autore

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
E per finire fate attenzione alla foto di Che Guevara.
l’autore della foto e’ appena morto e gli eredi sono in agguato.

ALESSANDRO LOSTIA – autore “Tempi moderni”
La foto di Che Guevara è forse una delle foto piu’ famose che siano mai state prodotte, è un’opera&

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
Che cosa vuol dire?
Che ogni volta che si mostra questa foto bisogna pagare i diritti?

FAUSTO SALVATI – arti figurative Siae
Naturalmente, perche’ questi diritti appartengono ad un certo signore Alberto Corda Gutierrez, che è l’autore appunto di questa foto, ha fatto il giro del mondo, ed è l’unica, a detenere i diritti su questa foto.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE
L’autore della foto è appena morto e gli eredi sono in agguato.
L’autore di questa foto è appena morto adesso tutti i soldi vanno agli eredi

FAUSTO SALVATI – arti figurative Siae
Naturalmente sono destinati agli eredi, fino a 70 anni dalla morte

 

 

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pbr /

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