Gabanelli, e se ogni tanto chiedesse scusa ?

Gabanelli, e se ogni tanto chiedesse scusa ?

reportrai3

Il giornalismo d’inchiesta é una strada stretta bordata di rovi. Onore immenso e merito a chi ha fatto una scelta di vita. Siamo tutti grati, almeno quelli che seguiamo con interesse , spesso avido, le sue scorribande impavide tra inciuci e malaffare. Ma, dottoressa Gabanelli, non tutti gli ascoltatori sono disposti a accettare come verbo, i dialoghi e le interviste. Anzi. Moltissimi, anche senza interesse di parte, fanno le pulci. Cercano, confrontano, verificano ogni singolo passaggio, 0ogni singola frase e affermazione. Specie se la denuncia ha il sapore di una accusa durissima.

La ringraziamo vivamente per il lavoro certosino di ricerca, confronto dati e, non ultimo, i rischi nel mettere in luce affari e giri sporchi e malavitosi.  Solo che  vorremm, oni tanto, che prima di arrivare a conclusioni troppo ovvie, ove possibile, cercare di ascoltare anche la controparte.  A volte difficile e  a volte impossibile. Ma nel caso dell’ultima inchiesta, sui fondi e guadagni del Blog di Grillo e dalla Casaleggio associati,  Sarebbe stato difficile contattare Grillo stesso o  Gianroberto Casaleggio ?  Data la considerazione in cui è tenuta, da tutto il Movimento che  a loro fa capo, sarebbe stata cosa difficile chiedere i consuntivi degli anni passati e presentare una inchiesta completa, senza lasciare il dubbio che si tratti di un attacco mirato a chissà quale fine ?  Si è mentito pudoratamente , si è peccato di superficialità, oopure c’è un secondo fine ? Nel caso del rapporto tra la Casaleggio Associati e il M5S, Lei, non ne ha fatto un caso di trasparenza e democrazia.  Ha parlato di economia, di soldi. Ha mostrato solo per una manciata di secondi il bilancio e poi non è stato detto che   la società è passata da un utile di 118 mila nel 2009 e 86 mila euro nel 2010 a una perdita di 57 mila e 800 euro.

Eccole il bilancio ottico nel caso si volesse dare una ripassata:

https://www.thesolver.it/pdf/CASALEGGIOBilancio-.pdf

Se Report avesse raccontato agli italiani che tutti gli incassi di Casaleggio ammontano a 1,4 milioni di euro, che la società è in perdita e che la crisi ha coinciso con l’avanzata di M5S, forse i quotidiani non avrebbero potuto fare i loro titolloni sul conflitto di interessi. I lettori avrebbero avuto i dati per capire la scarsa fondatezza di una contestazione di un potenziale conflitto di interessi, di poche centinaia di migliaia di euro, nei confronti di un partito non partito, che ha rinunciato a 42 milioni di euro di contributo  al quale aveva diritto. E ci saremmo risparmiati anche l’ennesima balla del corrierone nazionale sui milionari incassi pubblicitari del blog.

Non ci aspettiamo delle scuse eclatanti, ma almeno una correzione alle balle raccontate dalla Sua inviata, di tale cosa si tratta quando non si danno dati reali, ma parziali, al fine di mistificare la realtà e spingere il pubblico verso direzioni tutt’altro che imparziali. Magari una errata corrige, come refuso, in fondo alle newsletters settimanali che riceviamo noi attenti fans.

Con stima e affetto.

 

 

 

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Niente boom per Napolitano, ma Grillo ha fatto CUCU’.

Niente boom per Napolitano, ma Grillo ha fatto CUCU’.

Ascolta l’articolo: [audio:boom.mp3]

Innanzitutto è strano sentir parlare sempre di Grillo. Anche questa è una delle strategie difensive dei mazzieri. Grillo di qua, Grillo di là. Ma di M5S, di Movimento, di cinque stelle, di grilini, del programma del moVimento, delle 66 pagine che in modo chiaro e diretto spiegano i perchè e il come NESSUNO PARLA.

Qualcuno ha intervistato i veri leader ? I ragazzi (?) che hanna raccolto le firme, fatto le liste e hanno spopolato, per sentire direttamente quale programma, quale finalità, quali strade vogliono aprire ? E’ un pò come se in un programma tv si fa pubblicità e invece di parlare della bontà del prodotto reclamizzato , si parlasse dell’attore che lo reclamizza. Il produttore ti toglie subito il contratto. E spero che presto sia tolto il contratto ai giornalettari che continuano a parlare di Grillo e non dei grillini. Si sta cercando, in tutti i modi, di non far trapelare che i “grillini” propongono strade reali, semplici regole che migliorano la vita di tutti i giorni e influenzano positivamente la macroeconomia. Si vuole tacere su tutto quello che farebbe. partendo dalle economie locali, cadere nel vuoto le pompose e false promesse dei venditori di fumo. I quali hanno venduto la democrazia e svenduto sè stessi al potere economico multinazionale.

Ma la cosa peggiore è nel sentire CHI mostra il suo vero volto. Da super partes a super di partes. Un presidente della Repubblica, che dovrebbe essere garante della pluralità e attento alle indicazioni e agli umori dei cittadini della sua repubblica, non può, NON DEVE, fare dichiarazione come quella sbottata: “Ricordo quello degli anni ’60, altri boom non ne vedo”.

E’ certo che la memoria vacilla. E la sua cultura è dimenticata. Sa benissimo che il boom degli anno sessanta è stato un boom illusorio. Ma allora, quando De Andrè cantava del vecchio professore, era una voce fuori dal coro. Ma oggi ?

Affermare che si sta facendo troppo vociare sul voto in  QUATTRO CITTA’, è negare l’evidenza. O per lo meno è cercare di sviare dalla realtà usando i media … prezzolati. Le quattro città sono ben nove milioni e mezzo di cittadini. E nove milioni e mezzo di votanti, sono più di un quarto della popolazione votante.  Se questo non deve far riflettere.

Caro presidente, giocare a carte a volte è dura. Anche per il mazziere. Lo insegna il vecchio gioco del cucù.  Le ricordo la regola del gioco:

Durante il proprio turno, il giocatore decide se tenere la propria carta o scambiarla con quella del giocatore successivo, il quale non può rifiutarsi di cederla, a meno che non abbia in mano un re di qualunque seme (il cucù): in questo caso lo scambio viene annullato e il giocatore che ha il re mostra la carta dicendo ‘cucù’.

Non Le sembra, caro Presidente, che in questo gioco elettorale,  nonostante Lei non abbia sentito un  “boom”, qualcuno le abbia fatto CUCU’ ?

 

 

 

 






 

 

 

 

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M5S Grillini Elezioni e chi non ha compreso.

Grande affermazione del Movimento 5 Stelle

 

Asscolta l’articolo[audio:elem5s.mp3]

In tanti concedono l’onore delle armi ai Cinque Stelle. Dal Pd all’Italia dei Valori passando per gli altri partiti del centrosinistra. “Dobbiamo riflettere sul successo di Grillo”, “Comunque vada dobbiamo fare i complimenti al Movimento di Grillo: sono l’unica novità nel panorama politico del Paese”.

Se ne sono dette di tuti i colori nelle ultime ore. Tutti sapevano del vicino successo. E sapevano anche che non si trattava di populismo, qualunquismo e corbellerie del genere. Ma davvero erano impreparati a questo risultato?  Analizziamo le due risposte.

Se NO, cioè erano preparati, si tratta della ennesima dimostrazione della incapacità di mettere in atto misure incisive e proposte concrete per controbattere, non un’idea politica, ma una serie di proposte concrete, vicine al sentire del cittadino comune che chiede servizi efficienti. Tutte cose fattibili. Dall’acqua pubblica, alle rinnovabili, banda larga, ammodernamento etc. Basta leggere le 66 paginette del manifesto del movimento .

Se SI vuol dire che non hanno compreso alcunchè delle reali condizioni del paese.

La risposta più ovvia è un NI .

Nel senso che, I politici, o meglio dire politicanti perchè fanno politica per mestiere, da destra a sinistra, dalle alpi alle piramidi, avremmo detto l’altro ieri, conoscono la realtà italiana. Conoscono  i modi di intervenire restituendo la DEMOCRAZIA a chi l’hanno tolta per svenderla ai dominatori dell’economia. Sono pienamente consapevoli del fallimento della politica economica di Monti che appare sempre più avulsa da un mondo che dalla globalizzazione dell’informazione ha attinto per raggiungere una buona qualità di conoscenza e di coscienza.  Ma non hanno potuto rinnegare se stessi e i patti faustiani , rimanendo intrappolati nella spirale del giogo economico.

E adesso, anche se la realtà di questi risultati elettorali, ha rotto gli equilibri locali, centralmente le ripercussioni saranno abbastanza flebili. Ma se i signori della poltrona, non trarranno le debite conclusioni, se non tratteranno sulla domanda che viene dalla base, potranno solo fare in modo di allungare la lenta agonia in cui giacciono. Ma per quanto, prima che la rivolta elettorale, che non è un voto di protesta, diventi vera rivolta di popolo ?

Sarebbe il caso di staccare la spina. Assumersi le responsabilità del loro stesso fallimento e restituire quel poco di dignità della quale, in tutta europa,  i l ” popolo sovrano” sta cercando di riappropiarsi.




 

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