Gli psicofarmaci per bambini inducono al suicidio?

Gli psicofarmaci per bambini inducono al suicidio?

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Scontro tra titani alle porte dell’estate: gli psicofarmaci per bambini inducono al suicidio? Si, no, forse…

www.giulemanidaibambini.org/news-in-evidenza/scontro-tra-titani-alle-porte-dellestate-gli-psicofarmaci-per-bambini-inducono-al-suicidio-si-no-forse

 

Ricerca Italiana versus ricerca Svedese, 1 a 0 per l’Istituto Superiore di Sanità nel dimostrare la necessità di prudenza nella somministrazione di psicofarmaci ai minori: “Le affermazioni dei ricercatori del Karolinska sono fuorvianti e pericolose”.

 

Ha fatto molto discutere nella comunità scientifica lo studio pubblicato poco prima della pausa estiva sul British Medical Journal a firma di un gruppo di ricercatori del Karolinska Institute di Stoccolma, nel quale si sostiene con dovizia di dati che la somministrazione di psicofarmaci a bambini e adolescenti “ADHD” (sofferenti di iperattività e deficit di attenzione) non solo non induce potenzialmente al suicidio come fino ad oggi sostenuto da molti specialisti nonché dalla Food and Drug Administration USA, l’ente americano di controllo sanitario, ma anzi potrebbe al contrario “ridurre o limitare” le ideazioni suicidarie dei piccoli pazienti in cura. Uno studio solo apparentemente inoppugnabile, quello del Karolinska, ma che contiene invece molte falle, come hanno evidenziato i ricercatori di un altro primario istituto di ricerca di fama internazionale: l’italiano Istituto Superiore di Sanità.

 

Secondo gli esperti nostrani, infatti, le “crepe” nello studio svedese sarebbero a ben guardare notevoli, tali da pregiudicare senza appello i risultati della ricerca. Non solo: le affermazioni “tranquillizzanti” arrivate da Stoccolma sull’opportunità di utilizzare in modo disinvolto questi discussi strumenti terapeutici sarebbero secondo l’ISS “fuorvianti e pericolose”. Le modalità di progettazione dello studio sarebbero discutibili: uno studio longitudinale, invece che un più solido studio prospettico con un lungo follow-up. Inoltre, lo studio svedese avrebbe tratto le sue conclusioni basandosi su dati estratti dal Registro nazionale ADHD svedese, dati registrati solo per scopi statistici e amministrativi e non per scopi clinici. Gli svedesi avrebbero poi escluso – guada caso – 120 pazienti che sono morti o hanno abbandonato il territorio svedese, rendendo quindi le loro conclusioni inattendibili.

 

Gli psicofarmaci paragonati nella ricerca svedese sono molto differenti l’uno dall’altro nel loro meccanismo di azione, e di questa differenza non si tiene minimamente conto, e inoltre nessun rilievo è stato dato a informazioni su utilizzo di altre sostanza psicoattive o stupefacenti precedentemente alla presa in carico per la cura dell’ADHD. I ricercatori italiani evidenziano come lo studio svedese presenti forti limiti, giungendo a conclusioni sbagliate anche a causa di evidenti errori di classificazione nei campioni statistici utilizzati, e fornendo quindi a medici e specialisti uno spaccato del tutto semplicistico, parziale e frammentario: ad esempio, uno dei macro-gruppi analizzati include minorenni e maggiorenni, ovvero indistintamente la popolazione tra i 10 e i 24 anni di età, che presenza invece differenze enormi dal punto di vista emotivo e cognitivo, delle quali lo studio svedese non tiene minimamente conto.

 

I ricercatori dell’ISS adombrano inoltre un sospetto: perché la ricerca del Karolinska non fa alcuna menzione di eventuali finanziamenti ricevuti da industrie farmaceutiche? La replica dei ricercatori italiani, anch’essa pubblicata sul BMJ (1), si conclude infine con un duro appello: “Come medici pediatri che lavorano in contesti di ricerca e clinici (…) quando analizziamo l’associazione tra psicofarmaci e suicidi, abbiamo bisogno di revisioni sistematiche ben progettate sulla base di studi clinici di buona qualità, in grado di affrontare i molteplici fattori sociali e familiari responsabili dell’iperattività infantile. Informazioni di questo tipo potrebbero incoraggiare un trattamento multimodale e ridurre la terapia farmacologica inappropriata per i bambini e gli adolescenti con ADHD.

 

Se un bambino ha l’ADHD, nulla riuscirà a convincere i genitori che il bambino può essere curato senza farmaci. E, peggio ancora, i genitori di bambini con l’ADHD comunemente soffrono di problemi depressivi, non diagnosticati o mal diagnosticati, ignorano le prescrizioni mediche, e danno ai loro figli farmaci prescritti a loro stessi. Per questo l’applicazione dei risultati controversi (dello studio svedese, ndr) potrebbe avere conseguenze pericolose”. “Una presa di posizione – ha commentato Luca Poma, giornalista e portavoce di “Giù le Mani dai Bambini”, la più rappresentativa campagna di farmacovigilanza pediatrica in Italia (www.giulemanidaibambini.org) – netta e chiara, quella dei ricercatori dell’ISS, che si distingue con coraggio da altre ‘voci’ di enti di ricerca come l’Istituto Mario Negri di Milano, da sempre favorevole alla medicalizzazione dei bimbi troppo agitati o distratti: ‘piccoli notai dell’ADHD’ che usano un immaginifico pallottoliere per giustificare la somministrazione di psicofarmaci ai bambini sulla base di classificazioni di stampo anglosassone come “lieve”, “medio” e “grave”, come se per il disagio di un bimbo a scuola o in famiglia – che ha radici profonde e coinvolge innumerevoli e complessi fattori – fosse individuabile una soglia al di sopra della quale è opportuno drogare un minore e una al di sotto della quale non farlo.

 

Questi psicofarmaci hanno un effetto solo sui sintomi, sono potenzialmente dannosi sul lungo periodo, distraggono dalla ricerca delle vere cause del disagio, e anche qualora utilizzati per casi acuti e per periodi limitati di tempo, non curano nulla. Nessuna prova scientifica seria è mai stata prodotta circa il fatto che bimbi in cura con questi prodotti abbiano avuto un qualunque giovamento duraturo dal loro utilizzo, semplicemente perché tali prove non esistono.

 

Sono anni – conclude Poma – che promuoviamo un operazione-verità sul marketing miliardario delle multinazionali farmaceutiche: se le stesse ingenti risorse finanziarie usate per aumentare le vendite di questi psicofarmaci venissero utilizzate per individuare le cause ambientali e sociali dell’iperattività e della distrazione dei bambini, probabilmente l’ADHD semplicemente cesserebbe di esistere”.

 

(1) http://www.bmj.com/content/348/bmj.g3769/rr/761450

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Gli effetti collaterali violenti degli antidepressivi

Gli effetti collaterali violenti degli antidepressivi

 

Top10DrugsAlla luce della lunga lista di sparatorie di massa nel corso degli ultimi anni, il ruolo causativo dei farmaci psichiatrici negli eventi violenti dovrà senza dubbio essere valutato e considerato a un certo punto. Per me sarebbe meglio prima che dopo.

Gli antidepressivi, in particolare, hanno una storia consolidata nel causare effetti collaterali violenti, compresi suicidio e omicidio. In un recente articolo dello Scientific American[1], l’autore afferma:

“Ancora una volta, gli antidepressivi sono stati messi in relazione a un episodio di orribile violenza. Il New York Times[2] riporta che Aaron Alexis, che secondo quanto riportato ha sparato a 12 persone uccidendole in una struttura della Marina a Washington D.C. questa settimana, aveva ricevuto una prescrizione per l’antidepressivo trazodone[3] ad agosto.

Il farmaco in questione, il trazodone, è stato associato con[4]:

Depressione nuova o che peggiora; pensieri di farsi del male o di suicidarsi, pianificare o cercare di farlo; preoccupazione estrema; agitazione; attacchi di panico; difficoltà ad addormentarsi o a restare addormentato; comportamento aggressivo; irritabilità; agire senza pensareirrequietezza acuta; eccitamento frenetico anormale.

La sparatoria nel deposito della marina è solo l’ultimo evento a portare allo scoperto dubbi sulla prescrizione di medicine, ma vale la pena notare che in questo caso particolare non è stata confermata ancora alcuna prova che confermi che chi ha sparato aveva la medicina nel suo organismo al momento del massacro.

Ciononostante dubbi sulla sicurezza, o sulla mancanza della stessa, degli antidepressivi e altri farmaci psichiatrici devono essere affrontati a prescindere dal fatto che siano stati determinanti in questo caso. Solo l’anno scorso, un giudice canadese ha deliberato che un ragazzo aveva ucciso un suo amico a causa dell’effetto del Prozac. Quando verranno presi sul serio questi effetti collaterali? Quante persone devono uccidersi o uccidere altri prima che un farmaco sia considerato troppo pericoloso per essere prescritto?

In un articolo intitolato Antidepressivi e violenza: problemi all’interfaccia di medicina e legge[5], David Healy, un professore inglese di psichiatria all’università di Cardiff e un’autorità sugli effetti collaterali dei farmaci psichiatrici, scrive:

I sistemi legali continueranno molto probabilmente a dover affrontare casi di violenza associati all’uso di sostanze psicotrope, e i tribunali potrebbero chiedere l’accesso a dati che al momento non sono disponibili. Il problema è internazionale e richiede una risposta internazionale.

Potenziali effetti collaterali degli antidepressivi: violenza e depressione che si aggrava
Nel 2004, la FDA (Amministrazione per il cibo e medicine degli Stati Unti) ha modificato[6] i requisiti per la categorizzazione delle medicine antidepressive (SSRI e altre), avvertendo che:

È aumentato il rischio di pensieri e comportamenti suicidi rispetto al placebo nei bambini, adolescenti e giovani adulti negli studi a breve termine del disturbo depressivo maggiore (MDD) e altri disturbi psichiatrici. Chiunque consideri l’uso di [inserire nome accertato] o qualunque altro antidepressivo per un bambino, adolescente o giovane adulto deve bilanciare il rischio con il bisogno clinico.

Queste revisioni di categoria sono state dettate in larga misura dalle cause legali in cui le compagnie farmaceutiche sono state obbligate a rivelare dati sulle medicine precedentemente non divulgati.

Per esempio, una causa civile presentata nel 2004[7] accusava GlaxoSmithKline (GSK) di frode, sostenendo che il produttore della medicina aveva nascosto i risultati dagli studi sul Paxil, mostrando che il farmaco non funziona negli adolescenti e in alcuni casi porta a idee suicide. Invece di avvertire i dottori di questi potenziali effetti collaterali, la GSK li ha invece incoraggiati a prescrivere la medicina agli adolescenti e ai bambini.

Secondo DrugWatch.com[8], la GSK ha accettato di pagare più di un miliardo di dollari per accordarsi in più di 800 cause diverse collegate al Paxil – e questo è più dei tre miliardi di dollari che ha accettato di pagare per accordarsi sull’investigazione del Dipartimento di giustizia sulmarketing illegale del Paxil e di altre pillole!

Nel tentativo di raccogliere i dati necessari sugli effetti collaterali negativi, Healy e altri esperti della salute hanno formato un’organizzazione chiamata RxlSK[9]. È un sito gratuito e indipendente in cui pazienti, dottori e farmacisti posso riportare gli effetti collaterali e fare delle ricerche sui farmaci di ogni tipo. V’incoraggio a metterlo nei preferiti e andarci quando ne avete bisogno.

Antidepressivi e farmaci per la sindrome da deficit di attenzione e iperattività sono i primi tra i farmaci che più inducono violenza
Da notare che gli antidepressivi non sono gli unici tipi di farmaco associati con comportamenti violenti e omicidi, ma sono tra i più comuni sospettati. Uno studio[10] dell’Istituto per la sicurezza delle pratiche mediche, pubblicato nel 2010, identifica non meno di 31 farmaci comunemente prescritti che sono associati in modo spropositato con casi di atti violenti. Al primo posto della lista c’è la medicina per smettere di fumare Chantix, seguita da Prozac e Paxil, e medicine usate per trattare la Sindrome da deficit di attenzione e iperattività.

I dati sono stati raccolti dal sistema di rapporto di eventi avversi (VAERS), e vale la pena notare che solo dall’uno al 10 percento di tutti gli effetti collaterali sono riportati al VAERS, quindi il fatto che più di 1,500 atti violenti siano stati messi in collegamento con qualsiasi medicina è abbastanza straordinario. Della maggior parte degli effetti collaterali, a prescindere da cosa sono, vengono incolpate altre cose e le connessioni vengono liquidate come “coincidenze”. In tutto, cinque delle dieci medicine che più inducono violenza sono antidepressivi:

  • Fluosetina (Prozac)
  • Paroxetina (Paxil)
  • Fluvoxamina (Luvox)
  • Venlafaxina (Effexor)
  • Desvenlafaxine (Pristiq)

Secondo il professor Healy uno studio dell’Unità di ricerca sulla sicurezza dei farmaci a Southampton ha mostrato che uno su ogni 250 soggetti che prendeva il Paxil o il Prozac erano stati coinvolti in un episodio violento. In gruppo di studio di 25000 persone, ciò ha incluso 31 aggressioni e un omicidio. Nel 2011, sono state prescritte l’enormità di 14 milioni di ricette per il Paxil e più di 25.5 milioni per il Prozac[11]. Questo potenzialmente potrebbe identificare alcuni dei 158,000 incidenti di violenza annuali causati dalle medicine. Come riportato nell’articolo[12]:

Un altro studio, che comprende più di 9,000 soggetti che prendono l’antidepressivo paroxetina (Paxil) per la depressione e altri disturbi, ha mostrato che i soggetti presentavano più del doppio di “eventi ostili” rispetto ai soggetti che prendevano unplacebo.” … Healy sospetta che il fattore principale a causare questi suicidi e atti di violenza sia l’aumento dell’agitazione mentale e/o fisica, che porta il 5% dei soggetti che prendono gli antidepressivi a lasciare le sperimentazioni cliniche, contro lo 0,5% delle persone che assumono il placebo.

Altre due in quella lista di dieci farmaci che promuovono la violenza sono delle medicine per la sindrome di deficit di attenzione e iperattività (compreso la Strattera). Quando pensate che gli antidepressivi e le medicine per l’ADHD[13] sono tra i più prescritti negli Stati Uniti, il fatto che così tanti di loro siano collegati a episodi di violenza dovrebbe essere un motivo per fermarli. Oltre a un crescente rischio di violenza, le medicine per l’ADHD come il Ritalin, Vyvanse, Strattera e Adderall (e i loro equivalenti generici) sono anche responsabili per almeno 23,000 visite all’anno al pronto soccorso, stando alle statistiche del 2011. Nel giro di sei anni, c’è stato un aumento del 400% nelle visite al pronto soccorso a causa di effetti collaterali prodotti da queste droghe.

Usate gli anti-psicotici con più attenzione, dicono gli psichiatri
In relazione a questo[14], l’Associazione psichiatrica americana (APA) ha recentemente rilasciato una dichiarazione in cui spinge dottori e pazienti a riconsiderare la pratica di usare medicine anti-psicotiche come primo trattamento per :

  • Demenza nei più anziani
  • Problemi di comportamento in bambini
  • Insonnia negli adulti

Le medicine in questione comprendono Risperdal, Zyprexa, Seroquel e Abilify. La raccomandazione dell’APA sulle prescrizioni di medicine anti-psicotiche fa parte di una più ampia campagna chiamata Scegliere saggiamente[15], che comprende una vasta gamma di pratiche mediche comuni che i pazienti e i dottore dovrebbero mettere in discussione, dato che potrebbero causare più danni che altro. Joel Yager, un professore di psichiatria all’università di Colorado-Boulder, ha detto aUSA Today:

I dottori che prescrivono troppo le medicine fanno ciò che pensano possa aiutare, spesso senza aver prima provato alternative più sicure o più valide.

Fattori chiave per superare la depressione senza medicine
È importante capire che la vostra dieta e il vostro stile di vita generale sono elementi fondamentali che devono essere ottimizzati se volete risolvere i vostri problemi mentali, perché il vostro corpo e la vostra mente sono strettamente in relazione tra loro. La depressione è sicuramente una condizione molto seria, ma non è una “malattia”. Piuttosto è un segno che il vostro corpo e la vostra vita non sono in equilibrio.

Crescenti e interessanti ricerche dimostrano come la nostra salute mentale sia connessa a quella gastrointestinale, per esempio. Mentre molti pensano che il loro cervello sia l’organo da cui dipende la loro salute mentale, le vostre viscere hanno un ruolo molto più significativo. I trattamenti con i medicinali che sono disponibili al giorno d’oggi per la depressione non sono migliori rispetto a 50 anni fa. Chiaramente abbiamo bisogno di un nuovo approccio, e una dieta è la cosa più ovvia con cui cominciare.

La ricerca ci dice che la composizione della nostra flora intestinale non solo interessa la nostra salute fisica, ma ha anche un impatto significativo sulle nostre funzioni cerebrali e sullo stato mentale. Una ricerca precedente ha mostrato che alcuni probiotici possono aiutare ad alleviare l’ansia[16][17]. Bisogna cominciare ritrovando l’equilibrio tra il vostro corpo e la vostra mente. Fortunatamente, la ricerca conferma che ci sono modi sicuri ed efficaci per affrontare la depressione che non comprendono farmaci non sicuri. Tra queste ci sono:

  • Diminuire drasticamente il consumo di zucchero raffinato (in particolare fruttosio), grani e cibi trattati. (Oltre a contenere alte dosi di zucchero e grani, i cibi processati contengono anche un numero di additivi che possono avere un effetto sulle vostre funzioni cerebrali e sul vostro stato mentale, soprattutto MGM, e dolcificanti artificiali come l’aspartame.) C’è un grande libro su quest’argomento, The Sugar Blues, scritto da William Dufty più di 30 anni fa, che esplora l’argomento dello zucchero e della salute mentale in dettaglio.
  • Incrementate il consumo di cibo probiotico, come verdure fermentate e kefir, per promuovere una sana flora intestinale. Aumentano le prove che ci dicono che avere un intestino in salute è profondamente importante per la salute fisica e mentale, e l’ultima può essere seriamente influenzata da uno squilibrio deibatteri intestinali.
  • Assumete vitamina B12. La mancanza di B12 può contribuire alla depressione e riguarda una persona su quattro.
  • Ottimizzate i vostri livelli di vitamina D, l’ideale sarebbe attraverso l’esposizione regolare al sole. La vitamina D è molto importante per il vostro umore. In uno studio le persone con i livelli più bassi di vitamina D erano 11 volte più inclini a essere depressi rispetto a quelli con livelli normali[18]. Il miglior modo per assumere vitamina D è attraverso l’esposizione ai RAGGI SOLARI, non ingoiando una pillola. Ricordate, la SAD (Sindrome affettiva stagionale) è un tipo di depressione che tutti sappiamo essere correlata alla mancanza di sole, quindi sarebbe sensato che il miglior modo per ottimizzare i vostri livelli di vitamina D sia attraverso l’esposizione al sole, o un lettino abbronzante se non avete l’opportunità di stare al sole regolarmente.
  • Assumete molti grassi omega 3 di origine animale. Molte persone non capiscono che il loro cervello è per il 60% di grasso, ma non un grasso qualunque. È DHA, un grasso omega 3 di base animale che, insieme all’EPA, è cruciale per avere una buona funzione cerebrale e la salute mentale[19]. Sfortunatamente molte persone non ne ricevono abbastanza dalla sola dieta. Accertatevi di assumere un grasso omega 3 di alta qualità, come l’olio di krill. Il dottor Stoll, uno psichiatra di Harvard, è stato uno dei primi a mettere insieme le prove che supportavano l’uso dei grassi omega 3 per trattare la depressione. Ha scritto un libro eccellente che spiega nel dettaglio la sua esperienza in questo campo chiamato La connessione Omega 3.
  • Valutate il vostro consumo di sale. La mancanza di Sodio crea sintomi che assomigliano molto a quelli della depressione. Accertatevi di non usare sale raffinato (il comune sale da tavola). Volete usare un sale non raffinato e completamente naturale come il sale dell’Himalaya, che contiene più di 80 micronutrienti.
  • Fate esercizi giornalmente, che è una delle strategie più efficaci per prevenire e superare la depressione. Studi sugli esercizi come trattamento per la depressione hanno mostrato che c’è una forte relazione tra il buonumore e la capacità aerobica. Quindi c’è una crescente accettazione che la connessione testa-corpo sia reale, e che mantenere una buona salute fisica possa abbassare in modo significativo il rischio di sviluppare la depressione.
  • Dormite a sufficienza. Potete avere la migliore dieta e il miglior programma di esercizi ma se non dormite bene potete facilmente diventare depressi. Il sonno e la depressione sono collegati così strettamente che un disturbo del sonno è parte della definizione del complesso di sintomi che da la depressione.

Cosa potrebbe riservare il futuro
Un articolo recente sul The Guardian[20] suggerisce che le medicine psichiatriche saranno presto rese obsolete dalla neurotecnologia. “Non più focalizzata sullo sviluppo di pillole, un grande sforzodella ricerca è destinato ad alterare la funzione di specifici circuiti neurali attraverso l’intervento fisico nel cervello”, scrive Vaughan Bell, notando che virtualmente tutte le compagnie farmaceutiche hanno chiuso o ridotto ricerca e sviluppo di nuovi farmaci psichiatrici.

L’ultimo grido in questo campo è stato reindirizzato verso la comprensione – e manipolazione – di reti neurali, con lo scopo di modificare il comportamento stimolando specifici circuiti cerebrali all’interno del vostro cervello. Alcune di queste procedure comprendono l’impianto di elettrodi nel cervello, per esempio.

Secondo l’articolo:

Molti soldi sono già stati assegnati. L’amministrazione Obama ha promesso 3 miliardi di dollari per sviluppare una tecnologia che aiuti a identificare i circuiti del cervello, mentre l’Istituto nazionale per la salute mentale ha promesso di spostare i suoi fondi a 7 cifre dalla ricerca sui disturbi come schizofrenia o depressione verso un sistema che capisca come le reti cerebrali contribuiscano alle difficoltà che sono condivise nelle diagnosi. Questo progetto, a cui è stato dato il nome di Criteri per l’ambito di ricerca o il Progetto RdoC, viene citato come eventuale sostituto per il sistema diagnostico attualmente usato dagli psichiatri.

Una delle ultime tecnologie in questo campo, chiamata optogenetica, comprende “iniettare nei neuroni un virus benigno che contiene le informazioni genetiche per proteine attivate dalla luce”. Il risultato di questa iniezione è che le vostre cellule cerebrali diventano sensibili alla luce, e questo permette loro di essere controllate a distanza attraverso dei lampi di luce mandati attraverso cavi di fibra ottica impiantati nel vostro cervello.

Chiariamo ciò. La rivoluzione scientifica nell’identificare e manipolare i circuiti cerebrali è già in corso,” scrive Vaughan. “… progressi nella neuroscienza non solo scoperte, ma modellano anche, come sempre hanno fatto, com vediamo noi stessi. Mentre la nazione Prozac svanisce, l’impero dell’umano basato sui circuiti prende il sopravvento…

Che questo risulti in una popolazione più felice, più sana e più equilibrata o no è dubbio, secondo me. Ma questo è ciò con cui dovremo vedercela in futuro.

I benefici della psicologia dell’energia
La Tecnica per la libertà emotiva (EFT) è una forma di agopuntura psicologica basata sugli stessi meridiani usati nell’agopuntura tradizionale per curare malattie fisiche ed emotive da circa 5,000 anni, ma senza gli aghi. Invece, semplicemente con una pressione con la punta delle dita è sufficiente per trasferire energia cinetica in meridiani specifici della testa e del petto mentre voi pensate al vostro problema – che sia un evento traumatico, una dipendenza, dolore, ansia ecc. — e il fare affermazioni positive.

Questa combinazione di pressione sui meridiani energetici e del dar voce ad affermazioni positive lavora per risolvere il “circuito-corto” — il blocco emotivo – del sistema energetico del vostro corpo, ripristinando così l’equilibrio tra mente e corpo, che è essenziale per un’ottima salute e per guarire dalla malattia fisica.

Alcune persone sono sospettose inizialmente dei principi su cui si basa l’EFT – l’energia elettromagnetica che scorre attraverso il corpo e regola la nostra salute sta venendo riconosciuta solo da poco in Occidente. Altri sono presi alla sprovvista (e a volte divertiti) dalla metodologia della pressione e affermazione dell’EFT. Ma credetemi quando vi dico che più di qualunque altro metodo, tradizionale o alternativo, che io abbia mai usato o studiato, l’EFT ha il potenziale più alto di fare miracoli.

Test clinici hanno mostrato che l’EFT è in grado di ridurre rapidamente l’impatto emotivo delle memorie e degli incidenti che provocano stress emotivo. Una volta che lo stress viene ridotto o rimosso, il corpo può spesso ribilanciarsi da solo, e accelerare la guarigione. Per esempio uno studio che coinvolgeva 30 studenti del college da moderatamente a molto depressi ha mostrato che c’era un significativo calo di depressione quando testati tre settimane dopo aver ricevuto quattro sessioni da 90 minuti di EFT[21].

Uno studio su 100 veterani con grave disturbo da stress post traumatico[22] che hanno partecipato al Progetto per i veterani dell’Iraq ha mostrato una sorprendente riduzione di sintomi dopo sole sei sessioni da un’ora di EFT. Dopo aver completato le sei sessioni, il 90% dei veterani avevano un abbassamento dei sintomi così alto che non rientravano più nei criteri per il disturbo post traumatico. Il 60% non rientrava nei canoni del disturbo da stress dopo sole sei sessioni di EFT. Nel controllo di tre mesi dopo i benefici erano stabili, suggerendo una duratura e potenzialmente permanente soluzione del problema.

Nel video seguente, la professionista di EFT Julie Schiffman mostra come usare l’EFT per alleviare la vostra depressione, l’ansia o gli attacchi di panico. Ma ricordate, la maggior parte delle volte si è in cura con medicine, e ci sono seri problemi emotivi e di salute. Bisogna riconoscere che fare l’EFT da soli potrebbe non funzionare per questo problema. Dovete essere visti da un professionista dell’EFTche ha esperienza e può guidarvi attraverso il processo. Chi soffre di depressione dovrebbe vedere un terapista di EFT qualificato[23].

 

Importante considerazioni conclusive
So personalmente che la depressione è devastante. Ha un impatto negativo sulle famiglie più sane, e può distruggere amicizie di una vita. Poche cose sono più difficili da fare che guardare qualcuno che ami perdere la gioia, la speranza e lo scopo nella vita, e chiedersi se li ritroveranno mai. E non poter fare niente per cambiare le cose per loro. Vi chiedete se la persona che amate tornerà mai.

È impossibile ridare la voglia di vivere a qualcuno che non ce l’ha più. Nessuna logica o ragionamento o promemoria di ciò che hanno per cui vale la pena vivere farà tornare il sorriso sulla faccia di qualcuno che è coperto dalla scura nuvola della depressione. Vi invito a familiarizzare con i più comuni sintomi di depressione grave e rischio di suicidio e non esitate a intervenire se li riconoscete in qualcuno che amate, e/o cercate aiuto se ce li avete voi.

Ci sono momenti in cui un farmaco potrebbe aiutare. Ma non è chiaro se sia il farmaco a portare benefici, o il potere della vostra mente che si convince che funzionerà. Studi hanno stabilito che il 75% dei benefici degli antidepressivi possono essere copiati da un placebo.

Spesso non potete cambiare le circostanze. Potete però cambiare come reagite a esse. Vi incoraggio ad essere in equilibrio nella vostra vita. Non ignorate gli avvertimenti del vostro corpo che qualcosa deve cambiare. A volte le persone sono così impegnate a prendersi cura di tutti gli altri che perdono di vista loro stessi. Se siete stati affetti da depressione, il mio cuore è con voi. Un corpo malato può essere guarito più facilmente di una mente malata. La depressione è vera. Spero che non vi sentiate giudicati qui, ma che siate incoraggiati e ispirati da coloro che ci sono già passati.

Scientific American September 20, 2013 
New York Times September 17, 2013 
MedlinePlus, Trazodone 
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PLoS Med 3(9): e372 
FDA.gov, Revisions to Product Labeling (PDF) 
New York Times June 3, 2004 
Drugwatch.com Paxil Lawsuits 
RxISK.org 
10 PLoS ONE 5(12): e15337 
11 Psychcentral.com, Prescriptions for 2011 
12 Scientific American September 20, 2013 
13 CDC.gov, Therapeutic Drug Use 
14 USAToday.com September 21, 2013 
15 Choosingwisely.org 
16 Neurogastroenterology and Motility 2011 Dec;23(12):1132–9 
17 Proceedings of the National Academy of Sciences 2011 Sep 20;108(38):16050–5. 
18 American Journal of Geriatric Psychiatry December 2006; 14(12): 1032–1040
19 Effects of Omega-3 Fatty Acids on Mental Health, Agency for Healthcare Research and Quality, Evidence Report/Technology Assessment: Number 116 
20 The Guardian September 21, 2013 
21 Brief Group Intervention Using EFT (Emotional Freedom Techniques) for Depression in College Students 
22 Veterans Stress Project 
23 EFTregister.com

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