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Ossitocina, chimica di amore e socialità

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“L’ossitocina è un ormone prodotto in una delle parti più antiche del cervello che viene rilasciato dall’ipofisi. Questo ormone, spesso chiamato “ormone dell’amore”, ci fa stare bene!
L’ossitocina è un ormone peptidico di 9 aminoacidi prodotto dal nuclei ipotalamici e secreto dalla neuroipofisi.
L’azione principale dell’ossitocina è quella di stimolare le contrazioni della muscolatura liscia dell’utero. Nell’ultimo periodo della gravidanza la responsività dell’utero all’ossitocina aumenta notevolmente e l’ormone esercita un ruolo importante nell’inizio e nel mantenimento del travaglio e del parto.
Durante la gravidanza il progesterone iperpolarizza le cellule del miometrio, sopprimendone l’attività contrattile spontanea. Ciò determina una relativa ineccitabilità e una quiescenza elettrica e meccanica.
Durante il parto l’utero ha un aumento di recettori dell’ossitocina indotto dagli estrogeni e sviluppa la sua massima sensibilità all’ossitocina.
Al momento del parto il fondo uterino espleta la funzione di pacemaker e induce delle contrazioni regolari e coordinate che giungono alla cervice.
L’ormone esogeno viene utilizzato per indurre o aumentare il travaglio in caso di scarsa funzionalità della muscolatura uterina, previa amnioressi: in caso di membrane integre si preferisce il dinoprostone.
Dosi elevate di ossitocina esogena interferiscono col flusso ematico attraverso la placenta e possono determinare ipossia del feto e morte.
Le prostaglandine invece sono vasoattive con azione costrittrice, causano cioè necrosi ischemica, e sono uterotoniche, aumentando, quindi, il tono della muscolatura uterina. In Italia non sono commercializzate se non per l’interruzione di gravidanza.
Altro fondamentale ruolo è quella di stimolo delle cellule dei dotti lattiferi delle mammelle. In tal modo l’ossitocina provoca una contrazione delle cellule muscolari e l’escrezione del latte. Ciò avviene in risposta allo stimolo della poppata.
L’ossitocina viene prodotta in molteplici situazioni sociali: nel favorire il parto e l’allattamento, durante le dolci interazioni tra persone che si amano, nel preludio dell’atto sessuale e nell’orgasmo sia maschile che femminile.I recettori dell’ossitocina si trovano anche nel cervello, nel sistema limbico.
Esperimenti su animali hanno dimostrato l’importanza di tale ormone nell’accoppiamento e nel comportamento nei confronti della prole. Risultano inoltre interessanti recenti studi scientifici che avrebbero dimostrato una correlazione tra maggiore e più efficiente funzionalità dell’encefalo; essa è responsabile per esempio della capacità di empatia e di comprensione dello stato d’animo altrui e di un migliore rapporto con sé e con gli altri con fenomeni di stima ed autostima incrementati (detta anche ormone della fiducia, poiché provoca l’atteggiamento ad essere maggiormente disponibili e cordiali), oltre che un agente biologico dell’innamoramento LA RICERCA, Scienze, Repubblica.it. Per la donna essa regola la funzione uterina e del ciclo mestruale.
Sembra che durante un orgasmo la presenza dell’ormone nel sangue sia presente in una quantità cinque volte superiore rispetto ai livelli normali. L’ormone, una volta liberato sprigiona i suoi effetti benefici: regola la temperatura corporea, controlla la pressione sanguigna, alza le difese immunitarie.
Ma, una delle cose più importanti è che l’ossitocina viene sprigionato, e fa da “collante”, nei legami affettivi che si instaurano tra le persone.
E’ importante stimolare la produzione di ossitocina fin dalla nascita, i genitori hanno un ruolo fondamentale.

Quando un genitore prende in braccio suo figlio dolcemente, o quando lo stringe a sé per consolarlo o quando lo aiuta a superare una difficoltà o quando giocano insieme divertendosi o anche quando il genitore ascolta attivamente le preoccupazioni di suo figlio, la produzione di ossitocina è molto alta.
In ambito psicologico, le terapie relazionali e le terapie corporee, riducono l’angoscia stimolando la produzione di ossitocina.
Infatti queste modalità terapeutiche vanno a compensare la mancanza di relazioni sociali positive che magari la persona in quel momento non sente di avere o non ha.
Un altro modi di liberare ossitocina è attraverso le immagini, addirittura in alcune ricerche si è dimostrato che bambini abbandonati spesso hanno delle allucinazioni positive o dei ricordi sensoriali che ne stimolano la produzione.

Gli effetti positivi dell’ossitocina sono stati scoperti anche grazie a delle ricerche che hanno evidenziato le conseguenze della mancanza dell’ormone in alcuni animali:
iniezioni di ossitocina nel cervello di animali aggressivi, riducono tali comportamenti (Panksepp, 1998). L’ossitocina, infatti, è un neutralizzatore dell’acelcolina che se presente a livelli alti può risultare tossica producendo atteggiamenti aggressivi;
alcuni sperimentatori hanno scatenato un comportamento materno in topi da laboratorio non gravidi, mentre hanno inibito il comportamento materno iniettando nelle stesse zone del cervello delle sostanze che bloccano l’ormone: le mamme topo tendevano a trascurare i piccoli fino a dimenticarsi di recuperarli se si allontanavano.
I topi maschi, privati dell’ormone, tendono invece ad avere disturbi sociali e mostrano amnesia sociale.
Queste scoperte fanno luce anche su alcuni disturbi come l’autismo e la sindrome di Asperger, patologie caratterizzate da una notevole difficoltà in ambito sociale.
In alcune ricerche è stato dimostrato che ragazzi con autismo ad alto funzionamento a cui è stata somministrata ossitocina, non solo aumentavano i significati emotivi del linguaggio ma mostravano anche una riduzione di comportamenti ripetitivi.
Ed ecco che la produzione di ossitocina diventa fondamentale!
La somministrazione di ossitocina avviene per via venosa e intranasale, ma la sicurezza dei trattamenti deve essere ancora accertata prima di passare allo studio su pazienti in età infantile.

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