Piccole capsule di cannabis potrebbero aiutare a curare le malattie neurologiche

Piccole capsule di cannabis potrebbero aiutare a curare le malattie neurologiche

Credito: Università di Curtin

Un team di ricercatori guidato dalla Curtin University ha scoperto un nuovo modo per migliorare il tasso di assorbimento della cannabis medicinale se assunta per via orale, che potrebbe essere potenzialmente utilizzato per trattare disturbi neurologici come il morbo di Alzheimer, la sclerosi multipla e le lesioni cerebrali traumatiche in futuro.

Pubblicato sulla rivista PLOS ONE e finanziato dal partner industriale Zelira Therapeutics, i ricercatori sono stati in grado di creare minuscole capsule contenenti cannabinoidi che, se assunte per via orale, sono state assorbite dall’organismo più velocemente e penetrano più rapidamente nel cervello nei modelli di topi con malattie neurologiche , rispetto a quando è stato consegnato in forma liquida.

Il ricercatore capo, il professore associato Ryu Takechi del Curtin Health Innovation Research Institute (CHIRI) e della School of Population Health della Curtin University, ha affermato che c’è stato un crescente interesse nell’uso del cannabidiolo per trattare varie malattie neurologiche, ma ci sono limitazioni dovute il suo scarso assorbimento e sensibilità alla luce e all’acido dello stomaco se consumato per via orale.

“Il cannabidiolo si trova nella cannabis medicinale ed è un rimedio naturale popolare per le persone che vivono con malattie neurologiche e metaboliche. A causa delle limitazioni nell’assorbimento, abbiamo mirato a progettare e testare un nuovo metodo di somministrazione di farmaci”, ha affermato il professore associato Takechi.

“Il nostro team è stato in grado di migliorare significativamente l’assorbimento e la somministrazione cerebrale del cannabidiolo somministrandolo in una nuova forma di micro capsule, in combinazione con un acido biliare naturale.

“Con questa nuova forma incapsulata, siamo stati in grado di migliorare notevolmente la consegna cerebrale del cannabidiolo di 40 volte in modelli animali e siamo stati anche in grado di proteggere il farmaco dall’ossidazione e dalla degradazione da parte della luce, il che aiuta a prolungare la durata di conservazione del prodotto”.

Il professore associato Takechi ha affermato che i risultati potrebbero essere utili per supportare l’uso clinico della cannabis medicinale nel trattamento dei disturbi neurologici.

“In questo studio, siamo stati in grado di dimostrare per la prima volta che un acido biliare ha effettivamente aumentato l’assorbimento e la ritenzione di cannabidiolo all’interno del cervello. Ciò dimostra che gli acidi biliari potrebbero essere utilizzati per migliorare la somministrazione di cannabidiolo se assunti per via orale, in particolare quando si trattano i disturbi neurologici”, ha detto il professore associato Takechi.

“Sono necessarie ulteriori ricerche per verificare se questo tipo di metodo di somministrazione dei farmaci potrebbe avere successo negli studi sull’uomo, ma i nostri risultati sono molto promettenti”.

Il CEO di Zelira, il dott. Oludare Odumosu, si è detto molto soddisfatto dell’esito della collaborazione con il Professore Associato Takechi e il suo team.

“La nuova tecnologia di incapsulamento sembra migliorare significativamente l’efficienza con cui i farmaci a base di cannabinoidi possono essere somministrati nel cervello. Ciò potrebbe portare a miglioramenti nell’efficacia delle terapie con cannabinoidi per trattare i disturbi neurologici, riducendo i costi e migliorando la sicurezza”, ha affermato il dott. Oludare. disse Odumosu.

Questa ricerca è stata uno sforzo collaborativo che ha coinvolto ricercatori del CHIRI, della Curtin Medical School e della School of Population Health della Curtin University, dell’Università di Newcastle e dell’Università di Otago.

Facebooktwitterlinkedininstagramflickrfoursquaremailby feather

IL CBD o Cannabidiolo

IL CBD o Cannabidiolo

 

IL CBD o Cannabidiolo , a differenza del THC, e’ una molecola naturale NON PSICOATTIVA estratta dalla cannabis sativa e va a modulare il sistema endocannabinoide presente nel nostro organismo apportando benessere ed equilibrio .
Ha funzione Neuroprotettiva,Ansiolitica, Cardioprotettiva, Antinfiammatoria, Miorilassante, Osteogenica,Anti-reumatica.
E’ stato scoperto che il nostro cervello ha un sistema endocannabinoide che è costituito da specifici recettori contenuti nelle cellule del corpo umano che interagiscono con sostanze endocannabinoidi ovvero sostanze prodotte dal nostro organismo che sono simili ai cannabinoidi presenti nella Cannabis. Le sostanze endocannabinoidi sono naturalmente prodotte dal nostro corpo, regolano la nostra vita dalla nascita alla morte e sono persino contenute nel latte materno; regolano diverse funzioni del sistema nervoso, dell’apparato cardiaco, del sistema riproduttivo e del sistema immunitario.Il CBD o cannabidiolo è uno dei più di 80 composti presenti nella cannabis che appartengono a una classe di ingredienti chiamati cannabinoidi.Il CBD è il principale componente non psicoattivo della Cannabis sativa. Secondo uno studio del 2013 pubblicato dal British Journal of Clinical Pharmacology, i vantaggi del CBD sono molteplici:
Antinfiammatorio,Anticonvulsivo,Antiossidante,Antiemetico,Ansiolitico,Antipsicotico.
E’ inoltre una potenziale cura per il trattamento della neuroinfiammazione, epilessia, lesioni ossidative, vomito e nausea, ansia e schizofrenia.Uno studio del 2006 pubblicato nel Journal of Pharmacology e Experimental Therapeutics ha rilevato che il cannabidiolo ha inibito la crescita di diverse linee cellulari di tumore al seno. Nel 2011, i ricercatori hanno scoperto il meccanismo cellulare attraverso il quale il CBD induce la morte cellulare nelle cellule del cancro al seno. Hanno inoltre scoperto che le concentrazioni efficaci di CBD nelle cellule tumorali hanno poco effetto sulle cellule mammarie non tumorali. Il CBD si comporta come un composto non tossico e gli studi dimostrano che dosi di 700 milligrammi al giorno per 6 settimane non hanno presentato alcuna tossicità nell’uomo, suggerendo che possa essere utilizzato come trattamento prolungato. Non solo, la ricerca ha dimostrato che il CBD è in grado di inibire l’espansione del cancro del polmone e del colon. Ha proprietà anti-tumorali negli gliomi è stato usato con successo in uno studio anche per trattare la leucemia. E’ dimostrato da due studi anche che il CBD è in grado di fermare le cellule cancerose del tumore cervicale ovvero il cancro che colpisce il collo dell’utero che è il secondo tipo di tumore più diffuso tra le donne, dopo quello al seno. I meccanismi attraverso il quale il CBD lavora contro il cancro sono tre:
1) Il CBD riduce la capacità delle cellule tumorali di produrre energia, portando alla loro morte. (studio)
2) Il trattamento con CBD aiuta le cellule killer attivate da linfochine (LAK) a uccidere meglio le cellule tumorali. (studio)
3) Il CBD blocca la segnalazione CPR55, diminuendo la proliferazione delle cellule tumorali.
Tra i vantaggi del CBD, la sua proprietà di analgesico naturale è sicuramente in cima alla lista. Prove scientifiche suggeriscono che i cannabinoidi possono rivelarsi utili nel trattamento del dolore, inibendo la trasmissione neuronale nei percorsi del dolore. Uno studio del 2012 pubblicato sul Journal of Experimental Medicine ha rilevato che il cannabidiolo ha soppresso in modo significativo il dolore infiammatorio e neuropatico cronico nei roditori senza l’utilizzo di analgesici. I ricercatori suggeriscono che il CBD e altri componenti non psicoattivi della marijuana possono rappresentare una nuova classe di strumenti terapeutici per il trattamento del dolore cronico. Secondo una meta-analisi del 2007 condotta in Canada, la combinazione di CBD e THC sottoforma di spray orale è risultata efficace nel trattamento del dolore neuropatico nella sclerosi multipla, che può essere debilitante per il 50-70 per cento dei pazienti con sclerosi multipla.
Riduce l’infiammazione e l’autoimmunità. A causa del suo ruolo antinfiammatorio, il CBD è un agente terapeutico molto promettente per una varietà di disturbi infiammatori e quindi tutti i disturbi autoimmuni.Riduce l’ansia. Gli studi che utilizzano modelli animali di ansia e che coinvolgono volontari sani suggeriscono chiaramente un effetto ansiolitico del CBD. Protegge dalle malattie neurodegenerative. E’ stato scoperto che il CBD è in grado di impedire gli effetti tossici del neurotrasmettitore glutammato e delle specie di ossigeno radicale (ROS) nel cervello, impedendo così la morte delle cellule cerebrali. E’ dimostrato, e questo è forse sconosciuto, che il CBD ha un’attività antiossidante maggiore della vitamina C (acido ascorbico) o della vitamina E Il CBD può anche proteggere le cellule del cervello dalla tossicità beta-amiloide, rendendolo un potenziale agente terapeutico nella malattia di Alzheimer e di Parkinson come dimostrato da questo studio e da quest’altro studio.
”CBD “ Derivato della cannabis
(Riassunto di alcune pubblicazioni e studi scientifici che interessano le azioni del CBD e i suoi possibili impieghi a cura del Dott. Antonio Pedduzza ,Farmacista preparatore galenista , Master post laurea in Fitoterapia all’Universita’ di Siena )
” CBD ”
Il CBD è un derivato della sempre più nota pianta cannabis (Indica e Sativa). Questa pianta dai noti effetti ludici sta mettendo sempre più in luce molti effetti terapeutici dati soprattutto da i suoi componenti , i più importanti sono il THC e il CBD ma la cannabis ha molti altri cannabinoidi, ancora non sappiamo nemmeno quanti ne contiene in toto la pianta ,per il momento ne sono stati isolati da 65 a113 ma si pensa siano molti di più, per ora in linea di massima si conosce l’effetto sinergico che svolgono tra loro nel corpo umano.
Tuttavia sappiamo abbastanza per affermare che il CBD è uno dei cannabinoidi più importanti dal punto di vista biologico, il suo impiego viene proposto per patologie quali Diabete , Insonnia , Ansia , Depressione , Emicrania , Asma, Cicatrice dei tessuti, Morbo di Crohn , Epilessia, Convulsioni, Schizofrenia, Morbo di Alzheimer, Parkinson, Cancro.
I recettori del CBD, vanillinici, sono molto importanti e sono essenziali in molti sistemi fisiologici , responsabili di numerosi processi tra cui l’appetito , il dolore –sensazione , umore , la memoria e l’immunità.
Il dottor Di Marzo ha riassunto nel suo studio del 1998 ”endocannabidoidi endogeni:legami dei recettori dei cannabinoidi ad azione neuromodulatoria “ quali sono gli effetti biologici e il funzionamento di questo isomero.
COME AGISCE IL CBD
A differenza del THC il CBD non si lega ai recettori cannabinoidi (CB1 e CB2) quindi non è psicoattivo. Comunque il cannabidiolo attiva molti recettori non cannabidioidi e attiva diversi canali ionici, per esempio ritarda la ricaptazione di alcuni neurotrasmettitori endogeni ( anandamide e adenosina ) e modula molti effetti attraverso l’attivazione o l’inibizione di alcuni recettori proteici (G-coupled) .
1) Recettori della Serotonina
Josè Alexandre Crippa università degli studi di San Paulo in Brasile in collaborazione con il Kings college di Londra hanno portato avanti uno studio pionieristico sull’utilizzo del CBD nelle forme ansiose e patologie ad esse correlate (https://www.cbi.nml.nih.gov/pubmed/24923339).
A concentrazioni molto elevate il CBD è in grado di attivare direttamente il recettore 5-HT1A della serotonina in tal modo da conferire un effetto ansiolitico . Il legame a questa proteina recettoriale modula molti effetti biologici e neurologici includendo ansia , appetito , sonno, percezione del dolore,nausea e vomito.
2) Recettori vanillinici
Il CBD interagisce direttamente con vari canali ionici per conferire diversi effetti terapeutici , per esempio , si lega al recettore TRPV1 , questo recettore è conosciuto per la sua mediazione della percezione del dolore , dell’infiammazione e della temperatura corporea. I ricercatori indicano questo recettore come un recettore vanillinico ( Visto il suo comportamento simile a quello della vanillina nella modulazione del dolore, storicamente nella medicina popolare la vanillina veniva usata per alleviare il mal di testa )
Il cbd lega il recettore TRPV1 e questo influenza direttamente la percezione del dolore .
3) GPR55 “recettore orfano”
Si è visto che il cannabidiolo attiva direttamente il recettore 5-HT1A della serotonina , attiva altresì molti canali ionici attraverso l’attivazione del TRPV, alcuni studi lo vedono anche con funzione di inibizione o inattivazione di alcuni recettori tra cui il GPR55. Questo recettore è stato soprannominato orfano perché gli scienziati non sono ancora sicuri se questo recettore appartiene ad una più vasta famiglia di recettori. Il GPR55 è molto diffuso nel cervello ed in particolar modo nel cervelletto , questo recettore è coinvolto nella modulazione della pressione sanguigna e nella densità delle ossa, esso promuove la funzionalità degli osteoclasti, un recettore GPR55 iperattivo è segnale di osteoporosi. GPR55 quando attivato inoltre promuove la proliferazione delle cellule tumorali .Studio universiy Shanghai 2010 (https://www.nature.com/…/journ…/v30/n2/full/onc2010502a.html)
All’università di Shangai si è visto che questo recettore è coinvolto in vari tipi di carcinomi .
CBD è un antagonista del GPR55.
PPARs recettori nucleari
Il CBD inoltre influenza un’altra vasta gamma di recettori che hanno una importante funzione antitumorale sto parlando dei recettori PPARS che troviamo sulla superficie del nucleo ,la loro attivazione , in particolare del recettore PPARs-gamma, svolge azioni anti proliferative e induce la regressione del carcinoma.
L’attivazione delle PPAR-gamma determina inoltre la degradazione delle placche beta-amiloidi questo studio porterà a diversi risultati soprattutto per i pazienti affetti da Alzheimer (https://www.projectcbd.org/alzeimers-disease). Inoltre studi avanzati vedono il CBD coinvolto nella regolazione genica metabolica dell’insulina
Quindi possiamo riassumere :
Anti proliferativo : Il suo effetto si sviluppa per attivazione dei recettori “PPARs-gamma” che si trovano sulla superficie del nucleo della cellula,l’attivazione di questi recettori ha un effetto antiproliferativo e sviluppa la capacità di indurre la regressione del carcinoma polmonare umano
Antiangiogenici :Come per la citazione di cui sopra il cannabidiolo può arrestare la crescita tumorale anche attraverso un altro meccanismo , cioè impedendo la vascolarizzazione del carcinoma
Antimitogenica : Il blocco della mitosi è ancora in fase di studio ,sebbene l’azione del CBD si stia dimostrando più che in un blocco della fase mitotica in una sua modulazione
Antimetastatica: anche questa funzione è in fase di studio pare che vi sia un blocco da parte del cannabidiolo alla proliferazione metastatica, sicuramente si è riscontrata una notevole azione proapoptotica nei confronti delle cellule KK
((https://www.projectcbd.org/how-cbd-works )
Effetti antipsicotici
Lo studio afferma : “ l’attivazione diretta del CBD sul recettore 5HT1A può avere effetti antipsicotici . Vengono coinvolti anche i recettori PPARs Polimorfismi o mutazioni nel gene che codifica PPAR-alfa possono causare deficit di segnalazione a questo recettore e sono stati collegati alla schizofrenia.
Effetti di neuro protezione
Uno dei suoi sviluppi sarà sicuramente indirizzato alla cura delle malattie neurodegenerative ( Parkinson e Alzheimer ), faccio notare il calo dei tremori e la diminuzione degli spasmi nei malati di Parkinson, anche in questo caso il problema viene indirizzato nella attivazione delle PPARs, l’attivazione del recettore degrada le placche beta-amiloidi.Per inciso i recettori PPARS regolano anche geni che sono coinvolti nell’omeostasi energetica ,l’assorbimento lipidico,la sensibilità all’insulina ed altre funzioni metaboliche , questo ci porta a suggerire un certo beneficio anche in certe malattie autoimmuni quali ad esempio il diabete.
Azione antinfiammatoria
Secondo studi citati dal MEDICAL MARIJUANA INC il cannabidiolo arresta l’infiammazione con diversi meccanismi ; esso diminuisce la produzione di citochine pro-infiammatorie e diminuisce l’attivazione del fattore STAT1 indotta da LPS , un fattore chiave in alcuni dei processi pro-infiammatori .
Il CBD riduce anche l’attività di NF-Kb, via primaria di regolazione di geni pro-infiammatori, e in contemporanea attiva il fattore STAT-3 trascrizione , che induce processi anti-infiammatori.(kozela,et al 2010)
Molta importanza riveste l’attivazione dei recettori vanillinici che come si è visto modulano un effetto analgesico
Quindi le attività che in CBD esplica sono:
ANALGESICA : soprattutto in chi soffre di malattie infiammatorie o condizioni di dolori cronici o acuti come nel caso di KK il suo potere analgesico va da una scala medio bassa a medio alta il suo effetto è strettamente dose dipendente.
ANTI CONVULSIVANTE IL cbd è diventato famoso per la sua capacità di arrestare le convulsioni in malattie quali l’epilessia ,forse per interessamento del recettore 5HT, studi pre-clinici in animali da laboratorio ne anno dimostrato un fortissimo potenziale .
ANTIEMETICA un altro aspetto molto conosciuto e non meno importante sempre per l’interessamento dei 5HT,il CBD svolge anche una notevole azione antiemetica. La fase di studio si sta sviluppando in pazienti
in cura con chemioterapici esso viene impiegato da solo dose-dipendente o ha mostrato potenzialità sorprendenti in associazione con gli antiemetici classici usati in terapia.

AVVERTENZA
Le informazioni contenute nella presente nota informativa sono allo stato attuale delle nostre conoscenze accurate e corrette e derivate dalla letteratura scientifica più accreditata.Tuttavia, sono divulgate senza alcuna garanzia riguardo a possibili errori contenuti nella letteratura di provenienza. In particolare non si assumono responsabilità per ciò che attiene alla loro applicazione, per eventuali applicazioni e/o usi impropri.Le informazioni riportate nell’articolo non si vogliono in alcun modo sostituire al parere del medico ne incentivare l’utilizzo delle sostanze succitate.

Facebooktwitterlinkedininstagramflickrfoursquaremailby feather