Cannabis e cannabinoidi in fitoterapia

Cannabis e cannabinoidi in fitoterapia

Effetti benefici dei cannabinoidi

 

Numerosi studi supportano la teoria che attribuisce il vero potenziale della cannabis al famoso effetto entourage, termine coniato nel 1999 dal ricercatore israeliano Raphael Mechoulam.
Il CBD (cannabidiolo) è un principio attivo presente all’interno dei fiori della cannabis sativa. I composti chimici della canapa, detti anche cannabinoidi, sono numerosi e hanno effetti diversi sul corpo umano.
Se il THC, il più noto dei cannabinoidi, provoca i classici effetti psicotropi dovuti all’assunzione di marijuana (ilarità incontrollata, alternazione del tempo e dello spazio, sonnolenza, paranoia, ecc…), gli effetti del CBD vengono studiati per le loro proprietà terapeutiche.
Occorre specificare che, a differenza del THC, il CBD non provoca sensazioni psicotrope e non produce dipendenza, per questo motivo si tratta di una sostanza legale in moltissimi paesi.
Chiarito questo andiamo a vedere quali sono i prodotti, gli effetti e i benefici del cannabidiolo.
Gli effetti del CBD
Innanzitutto è importante sottolineare che per quanto gli effetti terapeutici del CBD siano stati dimostrati da diverse pubblicazioni scientifiche [1], questo non è un post medico, pertanto prima di utilizzare prodotti al cannabidiolo vi invitiamo a rivolgervi ad un professionista.
Chiarito questo, gli effetti del cannabidiolo sul corpo umano sono tantissimi e le ricerche scientifiche dimostrano che il CBD è utile:
Come analgesico, soprattutto in soggetti affetti da dolore cronico;
Come antiematico, per ridurre gli effetti della chemioterapia (come nausea e vomito);
Per ridurre gli spasmi causati dalla sclerosi multipla;
Come trattamento contro l’acne, dal momento che agisce sulla riduzione del sebo;
Come energizzante e antiossidante, perché facilita la rigenerazione cellulare.
Ci sono inoltre alcuni studi scientifici che sostengono che i cannabinoidi (e il CBD in particolare) siano utili per:
Combattere l’insonnia;
Aumentare l’appetito in soggetti affetti da anoressia o HIV;
Come ansiolitico nei casi di disturbi d’ansia sociale.
Andiamo ora ad analizzare i diversi prodotti a base di CBD e gli effetti che producono sull’organismo umano.
Olio di CBD: effetti positivi
Viste le qualità terapeutiche di questo composto, negli ultimi anni si è sempre più sviluppato il mercato della canapa legale che comprende numerosi prodotti a base di cannabidiolo, tra questi l’olio di CBD ha sicuramente un posto d’onore.
L’olio di CBD è una sostanza legale che può essere assunta in diversi modi:
Per soluzione orale, come gocce da mettere sopra o sotto la lingua;
In capsule edibili, come integratore alimentare;
Per vaporizzazione, come sostituito della sigaretta o del tabacco per coloro che vogliono smettere di fumare;
Sotto forma di creme e pomate da applicare sulla pelle, per via degli effetti antiossidanti e anti acne.
Gli effetti positivi dell’olio di CBD sono numerosi e per questo, spesso, viene utilizzato come ansiolitico o per contrastare i sintomi della depressione.
In questo caso, tuttavia, consigliamo di rivolgersi a un medico specialista prima di assumere la sostanza e di non sostituirlo ai farmaci prescritti per contrastare i sintomi di queste malattie. L’olio di cannabidiolo, infatti, non può essere considerato un medicinale.
Controindicazioni ed effetti collaterali
Un altro lato positivo dell’olio di CBD è la sostanziale assenza di controindicazioni. Come abbiamo già detto, la sostanza non produce effetti psicotropi e non provoca dipendenza. Tuttavia è sempre meglio non esagerare e attenersi alle dosi consigliate.
Un’eccessiva assunzione di olio di CBD può infatti causare temporanei effetti collaterali, come:
Sonnolenza;
Secchezza delle fauci;
Mal di testa.
Per evitare l’insorgere di questi fastidi, il consumo di olio di cannabidiolo deve essere ben bilanciato, per questo è bene rivolgersi al proprio medico di fiducia, anche per essere certi che il prodotto non vada a interferire con altre terapie farmacologiche.
Effetti sessuali del CBD
Il CBD ha una serie di effetti sessuali positivi sia negli uomini che nelle donne: negli uomini, è stato dimostrato che il CBD aumenta il flusso sanguigno al pene, con conseguente miglioramento dell’erezione. È stato inoltre dimostrato che il CBD aumenta la libido.
Come si Forma il CBN nelle Piante di Cannabis e Dove si Trova?
A differenza di molti altri cannabinoidi, il cannabinolo (CBN) non si sviluppa dall’acido cannabigerolico (CBGA). Il CBN è invece un metabolita del tetraidrocannabinolo, il che significa che si sviluppa quando il THC viene riscaldato o esposto all’ossigeno. Per questo motivo, le cime di cannabis vecchie o lasciate troppo tempo a contatto con l’aria tendono ad avere maggiori quantità di CBN. Tuttavia, il contenuto di CBN all’interno di una pianta è solitamente inferiore all’1% anche nei fiori di cannabis conciati e vecchi di qualche mese.
In Che Modo il CBN Esercita i Suoi Effetti?
Quasi tutti i cannabinoidi esercitano i loro effetti sul nostro corpo e sulla nostra mente “legandosi” chimicamente con i recettori dei cannabinoidi che costituiscono il nostro sistema endocannabinoide (SEC). Qualora non lo sapeste, il SEC è una rete di messaggistica neuronale presente in tutti i nostri corpi. Contribuisce alla regolazione di molte funzioni fisiologiche, influenzando anche l’umore, la risposta immunitaria, il sonno, l’appetito, la percezione del dolore e molto altro ancora.
I recettori dei cannabinoidi sono chiamati CB1 e CB2, ma sappiamo che alcuni cannabinoidi possono influenzare anche altri recettori. La vasta gamma di diversi cannabinoidi può avere un’affinità di legame forte o debole verso questi recettori, alcuni dei quali come “agonisti” ed altri come “antagonisti”, esercitando così una varietà di potenziali effetti.
Proprio come la sua molecola madre, il THC, il cannabinolo ha una maggiore affinità di legame verso i recettori CB2 rispetto a quelli CB1 (sebbene l’affinità del CBN verso i CB2 sia comunque inferiore a quella del THC). I test di laboratorio mostrano che il CBN agisce come un agonista dei recettori CB1, anche se con molta meno forza del THC. Il CBN è anche un agonista del recettore TRPV2, che potenzialmente contribuisce ad esercitare risposte antidolorifiche dal nostro sistema endocannabinoide. Il cannabinolo potrebbe anche inibire la produzione di altri enzimi di segnalazione neuronale.
 
Usi terapeutici dei cannabinoidi
 
Che Cosa Sono I Cannabinoidi E Perché Sono Così Importanti?
In Che Modo il CBN Influisce sul Nostro Corpo?
Prima di procedere con questa sezione, ci teniamo a precisare che tutti gli studi fatti finora sul CBD sono esperimenti in fase iniziale. Non sono stati prodotti nemmeno dati clinici su piccola scala ed anche i rapporti aneddotici delle persone sull’uso del CBN sono molto limitati. In confronto, sappiamo molto di più sui vari effetti di THC e CBD. Detto questo, in relazione alla quantità di informazioni disponibili, la ricerca ha comunque mostrato risultati molto promettenti.
Già nel 1984, uno studio sui gatti rivelò che sia il CBN che il CBG possono innescare una riduzione della tensione intraoculare[1], mentre studi più recenti hanno svelato altre aree coinvolte dal CBN. In ambiente di laboratorio, il CBN ha ridotto la crescita eccessiva di cellule cutanee inibendo l’iper-proliferazione dei cheratinociti umani. Analogamente al CBD e ad altri cannabinoidi, anche il CBN sembrava agire come lenitivo nella pelle[2] infiammata modulando i recettori TRPV2.
Recenti ricerche appoggiano l’ipotesi che tutti i principali cinque cannabinoidi, CBN incluso, esercitino un’azione contro una varietà di stafilococco[3] resistente agli antibiotici di rilevanza clinica. Questo effetto sembra essere determinato da specifici meccanismi biochimici che devono ancora essere compresi.
Studi su THC, CBD e CBN condotti su topi hanno dimostrato che la modulazione del recettore CB1 da parte del CBN può potenzialmente aumentare sia l’appetito[4] che la quantità di cibo consumato. Il CBN potrebbe anche sostituire il THC nel migliorare i sintomi e ritardare l’insorgenza di condizioni neurodegenerative[5]. Infine, il CBN è stato studiato per i suoi effetti anticonvulsivanti[6], sebbene questa azione specifica non sia così evidente come nel caso di THC e CBD.
 
Il cannabidiolo e il cannabinolo, nonostante i nomi simili, sono due molecole diverse con due percorsi di sviluppo separati.
Il percorso di biosintesi dei cannabinoidi rimane una fonte di dibattito, ma sembra iniziare con una sostanza chiamata geranil pirofosfato. Questo si lega con l’acido olivetolico per formare l’acido cannabigerolico (CBGA) o con l’acido divarinolico per formare l’acido cannabigerovarinico (CBGVA). Questi due precursori dei cannabinoidi vengono poi combinati con enzimi vegetali specifici per sviluppare le forme acide di cannabinoidi come THC e CBD. L’ultima tappa del percorso dei cannabinoidi è la decarbossilazione, che di solito avviene quando la materia vegetale viene riscaldata.
Il CBN, invece, si sviluppa tramite l’ossidazione non enzimatica del THC. Ciò significa semplicemente che il percorso di sviluppo del CBN è la degradazione naturale del cannabinoide più amato dai consumatori d’erba.
Oltre alle loro effettive differenze chimiche, anche il modo in cui vengono percepiti dai ricercatori e dai consumatori è molto diverso. I potenziali effetti benefici del CBD hanno guadagnato molta attenzione, mentre il CBN è ancora poco conosciuto. Il CBD è oggi ampiamente disponibile, ma non possiamo dire lo stesso del CBN, che raramente è contenuto in quantità significative nei prodotti per il benessere a base di cannabis. Sono oggi disponibili solide ricerche ed informazioni sul CBD, ma non si sa molto sul CBN. In ogni caso, il CBD è stato studiato più in dettaglio, si trova più facilmente, è più economico ed offre una gamma di potenziali applicazioni più ampia.
 
Come Sono Fatti THC e CBD: Capire Il Percorso Dei Cannabinoidi
Detto questo, non sono completamente diversi.
Nessuno dei due mostra una grande affinità per i recettori CB1 e CB2, ed entrambi sono privi di effetti euforici (o di qualsiasi altro effetto inebriante). A loro volta, sia il CBN che il CBD possono modificare leggermente lo sballo indotto dal THC.
I derivati della cannabis con una percentuale molto alta di CBN o CBD potrebbero effettivamente esercitare effetti collaterali simili, come stanchezza o vertigini. Tuttavia, le dosi richieste per questi effetti vanno in realtà ben oltre il normale uso medico dei cannabinoidi e la loro applicazione sarebbe a sua volta inefficace. Sia il CBD che il CBN sono stati studiati anche come potenziali trattamenti per convulsioni, infiammazioni, dolore ed altri problemi di salute, ma in entrambi i casi non è stato ancora dimostrato nulla di certo.
Gli Effetti Sedativi del CBN Sono Reali?
Il CBN viene talvolta chiamato il “cannabinoide della sonnolenza”, ma la scienza non è del tutto d’accordo su questa affermazione. Il CBN è aneddoticamente noto per generare effetti sedativi, soprattutto se combinato con il THC delle varietà indica, che dovrebbero essere più sedative delle sativa a causa del loro profilo di cannabinoidi e terpeni. Tuttavia, negli anni ’70, uno studio[7] su piccola scala condotto su esseri umani somministrando per via orale dosi di CBN isolato, CBN con THC e solo THC, rivelò che la combinazione di questi due cannabinoidi produceva livelli più elevati di vertigini e sonnolenza rispetto al solo THC, mentre il CBN da solo non provocava né sonnolenza né effetti psicoattivi sui soggetti.
Questo risultato portò i ricercatori a credere che il presunto effetto narcotico del CBN fosse invece causato dal più alto contenuto di terpeni sedativi presenti nella cannabis più vecchia, come il mircene e il linalolo. Ricerche più recenti attribuiscono invece al CBN proprietà sedative tra le più efficaci nel mondo dei cannabinoidi, ma nessuno di questi risultati può essere considerato conclusivo. Più probabilmente, in alcuni casi, il CBN contribuisce alla sedazione tramite l’effetto entourage con altri cannabinoidi e terpeni che migliorano l’efficacia complessiva.
 
Il CBN È Legale?
Il CBN non rientra negli elenchi delle sostanze controllate dalle Nazioni Unite. Tuttavia, le leggi locali sui prodotti a base di cannabis in tutto il mondo sono spesso confuse e contraddittorie, con ulteriori complicazioni dovute al fatto che il CBN deriva dal THC, una sostanza controllata nella maggior parte dei Paesi. Tuttavia, il CBN può essere estratto anche dalla canapa, che è legale in quasi tutte le parti del mondo e potrebbe fornire un modo tollerato di elaborare la pianta per estrarre il CBN.
Ancora una volta, i pazienti ed i consumatori di cannabis potrebbero trovarsi in una “zona grigia”. Di conseguenza, è sempre una buona idea controllare le leggi locali prima di acquistare o possedere prodotti con CBN, indipendentemente dal fatto che il cannabinoide sia isolato o rientri tra i componenti di un prodotto di cannabis a spettro completo.
[09:39, 21/10/2022] Alberto: La scoperta del Cannabigerolo
Il CBG è stato scoperto per la prima volta nel 1964 dallo scienziato Y.Gaoni, ed è composto di acido cannabigerolico (CBGA), uno dei primi cannabinoidi che si formano nella pianta di cannabis.
Durante la fase di maturazione della pianta di Cannabis infatti, alcuni enzimi agiscono trasformando il CBGA in una varietà di cannabinoidi acidi, quali THCA, CBDA, e CBCA.
Secondo gli studi effettuati da Gaoni e dai suoi collaboratori, il cannabigerolo è un composto terpeno fenolico, ossia come gli altri presenti nella cannabis, può essere suddiviso in tre molecole che presentano a loro volta diverse proprietà chimiche, ciascuna con una propria applicazione in campo farmaceutico.
Ad esempio, il cosiddetto anello fenolico ha proprietà antimicrobiche e antibatteriche. Le due catene lipofile, poste alle estremità opposte dell’anello fenolico, sono la catena n-alchilica e la catena terpenoica.
Le due catene lipofile hanno diverse applicazioni terapeutiche: sono scarsamente idrosolubili e questo gli permette di penetrare meglio all’interno dei tessuti, garantendo così un effetto terapeutico maggiore rispetto ad altri farmaci.
CBG e CBD quali sono le differenza?
Il CBD e il CBG sono due cannabinoidi completamente diversi contenuti all’interno delle piante di cannabis, hanno strutture chimiche e concentrazioni molto diverse.
A differenza del CBD, il CBG è un cannabinoide che svolge la sua funzione come base per molti altri composti prodotti dalle piante durante la crescita.
CBG e CBD sono composti non psicoattivi, il CBG aumenta la produzione di anandamide, il principale cannabinoide endogeno presente nel nostro corpo.
L’anandamide aiuta a regolare il sonno, l’appetito e la memoria, agendo direttamente sui recettori CB1 e CB2.
CBD e CBG: un mix vincente?
La combinazione di CBD e CBG sta iniziando a interessare la ricerca, grazie alle enormi potenzialità attribuite alla combinazione tra questi due cannabinoidi non psicoattivi.
Sono due molecole che agiscono in sinergia, lavorando contemporaneamente su due aspetti diversi del problema da trattare. Il CBD, ad esempio, stimola un enzima chiamato FAAH che è responsabile della produzione di endocannabinoidi nel corpo e – in caso di carenza o sovrapproduzione – agisce come regolatore. Al contrario, il CBG agisce direttamente sui recettori del sistema endocannabinoide, soprattutto sui recettori CB1, CB2 e 5-HT1A. Potremmo dire che se il CBD concentra la sua azione sulla chiave, il CBG agisce invece sulla serratura: la combinazione di entrambi permette di aprire la porta con facilità.
Per fare un esempio, il CBG è conosciuto per la sua capacità di alleviare i dolori grazie alle sue proprietà analgesiche. Gli studi scientifici che hanno misurato gli effetti del CBD isolato nel trattamento del dolore acuto non hanno segnalato effetti benefici, al contrario di quanto riscontrato nel trattamento del dolore cronico. In questo caso, infatti, il CBD aveva mostrato una potente azione analgesica, in associazione ad altri cannabinoidi. In particolare, il CBG ha delle significative proprietà analgesiche contro il dolore infiammatorio; agisce aumentando il tono endocannabinoide, permettendo all’anandamide di agire a più lungo raggio e di aumentare in maniera sinergica gli effetti antidolorifici del THC. Lo stesso si può dire anche per il Cannabicromene (CBC), che potenzia gli effetti antidolorifici del THC. Il CBG è un cannabinoide molto importante soprattutto per la cura del glaucoma, poiché è stato scoperto che il suo utilizzo riduce la pressione intraoculare causa della malattia.
 
 
L’effetto entourage
Numerosi studi supportano la teoria che attribuisce il vero potenziale della marijuana al famoso effetto entourage, termine coniato nel 1999 dal ricercatore israeliano Raphael Mechoulam. Secondo lo scienziato, i composti secondari nella cannabis possono aumentare gli effetti benefici del THC e ridurre l’ansia indotta dalla sua psicoattività.
L’effetto entourage è stato oggetto degli studi di molti ricercatori, che hanno contribuito ad aggiungere dettagli al tema. Ad esempio, secondo i ricercatori Wagner e Ulrich-Mertsenih, i meccanismi che sono alla base della sinergia della pianta di cannabis sono quattro:
1. Capacità di influenzare diverse zone del corpo;
2. Capacità di migliorare l’assorbimento dei principi attivi;
3. Capacità di superare i meccanismi di difesa dei batteri;
4. Capacità di minimizzare gli effetti collaterali indesiderati.
Ad ogni modo, le molecole che compongono la pianta agiscono in combinazione tra loro per funzionare molto meglio dal punto di vista medicinale.
È stato dimostrato che decine di cannabinoidi – chetoni, esteri, lattoni, alcoli, acidi grassi, steroidi e terpeni – forniscono un grande potenziale terapeutico solo quando lavorano insieme, e non quando lo fanno singolarmente.
Le proprietà terapeutiche del CBG e i campi di applicazione in fase di studio
Ansia e stress
Il CBG inibisce il neurotrasmettitore l’acido gamma-amminobutirrico (GABA), riuscendo nell’intento di diminuire lo stato d’ansia oltre ad una riduzione della tensione muscolare che può essere associata svariate ragioni/patologie. Si tratta di un’azione simile a quella svolta dal Cannabidiolo, scoperta nel 2009 dai ricercatori dell’Institute of Medical Sciences dell’Università di Aberdeen, in Gran Bretagna, e pubblicata nel gennaio 2010 sulle pagine del British Journal of Pharmacology.
Glaucoma
Abbiamo parlato in passato delle potenzialità terapeutiche del CBD in questo tipo di patologia, allo stesso modo il CBG contribuisce a ridurre la pressione intra-oculare aumentando il drenaggio dell’occhio. Questa proprietà del CBG è stata individuata già da tempo da quella che può essere ritenuta una pioniera della ricerca scientifica in questo specifico campo, Brenda K. Colasanti dell’Università della West Virginia. Il primo studio, infatti, a mettere il relazione l’uso del cannabigerolo per il trattamento del glaucoma risale al 1984, ma è nel 1990, con una ricerca pubblicata sul Journal of Ocular Pharmacology and Therapeutics che il potenziale del CBG viene effettivamente portato alla luce.
Infiammazioni intestinali
Il CBG possiede forti proprietà anti-infiammatorie ed analgesiche benefiche per le patologie infiammatore intestinali come il morbo Crohn, condizioni per cui è noto anche il contributo del CBD, ma che nel caso del CBG hanno destato particolare attenzione dopo uno studio pubblicato da un’equipe del dipartimento di farmacologia dell’Università di Napoli “Federico II” sull’autorevole rivista Biochemical Pharmacology nel 2013.
Depressione
La Scienza sostiene come il CBG abbia proprietà antidepressive ed analgesiche con effetti potenzialmente anche antidolorifici. Nel 2010, una ricerca pubblicata su Pharmacology Biochemistry Behavior da parte di un gruppo di ricerca della University of Mississippi ha voluto dare luce sui potenziali effetti antidepressivi di vari cannabinoidi – anche quelli meno noti come il CBG – evidenziandone le promettenti possibilità di applicazione in questo particolare ambito terapeutico.
Nausea
Studi preclinici hanno messo in evidenza come il CBG possa interagire con la sensazione di nausea. I ricercatori del dipartimento di Psicologia dell’Università di Guelph, in Canada, hanno voluto individuare quali fossero gli effetti del CBG su alcuni modelli animali e, in particolare, l’interazione di questo cannabinoide in associazione con il CBD. I risultati sono stati pubblicati nel 2011 sulle pagine della rivista Psychopharmacology.
 
Tumori e cellule cancerogene
Alcuni studi hanno evidenziato come il CBG potrebbe inibire la crescita delle cellule cancerogene tuttavia ancora molto c’è da fare e studiare per dare risposte quanto più precise sul Tema. Evidenze, in questo senso, provengono da uno studio pubblicato su Carcinogenesis nel dicembre 2014 da una nutrita equipe di ricercatori dell’Università di Napoli “Federico II”. Lo studio prendeva in considerazione la carcinogenesi nella regione del colon e ha scoperto alcuni promettenti proprietà del cannabigerolo. Tuttavia, siamo ben lontani da considerare il cannabigerolo e, in generale, i cannabinoidi come “la cura” contro i tumori.
Neuroprotezione
Il CBG è un promettente agente terapeutico nei disturbi associati al sistema nervoso centrale come l’epilessia, la malattia di Huntington. I primi a mettere in luce questa proprietà sono stati i ricercatori del Departamento de Bioquímica y Biología Molecular dell’Instituto Universitario de Investigación en Neuroquímica, di Madrid. Nel loro studio, pubblicato nel 2015 su Neurotherapeutics, i ricercatori hanno concluso che il cannabigerolo (e anche altri cannabinoidi) potrebbero giocare un ruolo fondamentale nel ritardare l’avanzamento di malattie neurodegenerative, con particolare riferimento alla Corea di Huntington.
Proprietà antifungine e antimicrobiche
Come la stragrande maggioranza dei principali cannabinoidi, il CBG presenta proprietà antifungine e antimicrobiche, descritte per la prima volta nel 1982 sulle pagine del Journal of Pharmaceutical Sciences.
Psoriasi
Il CBG aiuta a contrastare questo tipo di patologie, un argomento che abbiamo già affrontato vista l’efficacia che in tal senso mostra anche il CBD, leggi la nostra testimonianza. Il CBG – e in generale i cannabinoidi – esercitano una funzione antinfiammatoria anche a livello topico. Sul Journal of Dermatological Science, i ricercatori della Nottingham University avevano già descritto questo potenziale già nel 2007.
Disfunzioni vescicali
Il CBG risulterebbe essere il cannabinoide più efficace per il trattamento delle disfunzioni della vescica, come evidenziato nel 2015 sulle pagine di Natural Product Communications da un’equipe di ricerca italiana.
Le informazioni contenute nella presente nota informativa sono allo stato attuale delle nostre conoscenze accurate e corrette e derivate dalla letteratura scientifica più accreditata. Tuttavia, sono divulgate senza alcuna garanzia riguardo a possibili errori contenuti nella letteratura di provenienza. In particolare non si assumono responsabilità per ciò che attiene alla loro applicazione, per eventuali applicazioni e/o usi impropri.
 
Post originale del Dottor Alberto Zampedri 
Il Dr. Zampedri è disponibile  alle preparazioni galeniche e può essere contattato attraverso la sua pagina Facebook
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