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La crisi che non c’è.Il Governo delle Prefiche.

Ma se c’è, è per pochi. Una crisi da elìte.

prefiche

Ormai, come drogati, ipnotizzati, come zombies o ” pupi ” da antico teatrino, in un loop interminabile,  ci muoviamo e parliamo come se fossimo parte di un loop interminabile.

La crisi. C’è la crisi. Siamo in crisi. La crisi avanza. Una piccola luce si intravede, ma la crisi non è finita. La crisi durerà a lungo e qualche spiraglio tra sei mesi o un anno.

E giù flotte di economisti, politologi, ragionieri e contabili, pallottolieri e grafici inesorabili con frecce rivolte in basso a destra.

Riunioni, incontri e battibecchi animati con starnazzii da oche capitoline. E rinvio a tempi non definiti per soluzioni teoriche. Solo teoriche. Ciò che non viene rinviato, ma approvato e spesso non reso pubblico, dai ” grandi studiosi”, ” saggi d’alloro coronati” è un elenco strano.  Vediamo qualcosa.

1) Il Ministero del Tesoro vantava un credito di 94 miliardi di euro dai concessionari del gioco d’azzardo. Ha accettato di ridurlo a 1 miliardo e 600 milioni. Il 2 agosto 2013, il Ministro del Tesoro Saccomanni ha annunciato di aver ridotto quella cifra a 600 milioni.

2) La ragioneria di Stato ha disposto 200 milioni di euro  da attribuire a specifiche fondazioni culturali, come ad esempio quella dell’on. Renato Brunetta al quale la Regione Campania ha elargito 2,5 milioni, l’Università privata Luspio presieduta da Quagliarello, la fondazione di Amato, quella di D’Alema, la fondazione Mondadori, quella di Alfano, ecc.

3) il governo ha emanato una misura “immediata di emergenza” per mettere a disposizione da subito 5 milioni di euro per il MAXXI, museo romano, immettendo anche la spesa dei dirigenti.

4) 24 milioni di euro che sono stati messi a disposizione per 2500 cooperative teatrali e culturali

5) 25,256 enti e società inutili che complessivamente danno lavoro a circa 275.000 persone che non fanno nulla. Esempio: Società per promuovere la città di Roma come sede olimpionica nel 2020, mantenuta nonostante il ritiro della candidatura e la relativa assegnazione a Tokio; la società per programmare lo studio per costruire il ponte di Messina;… e altre amenità. Costo di circa 10 miliardi annui.

6) Nonostante diverse nazionihanno disdetto o dimezzato la commessa per l’acquisto dei famosi F35, definite apertamente “ciofeche”, l’Italia ne compra comunque, per 14 miliardi a pezzo, un centinaio.

7) L’ex m inistro, ammiraglio Di Paola, persona con ventennale esperienza ” sul campo ” in tema di difesa, aveva calcolato, su richiesta del bocconiano Monti all’epoca primo ministro, esuberi nello stesso ministero, per circa 25.000 addetti.  Parliamo di alte cariche, cioè ammiragli, generali e compagnia bella, che avevano, a loro volta, assunto consulenti e portaborse vari, totale più di 100.000 . Costo anche qui di circa 10 miliardi annui.  Ma nonostante Di Paola avesse l’appoggio della Troika, Usa e mezzo mondo, Il signor La Russa, suo predecessore al ministero, fautore delle assunzioni del personale, si oppose, e i cavilli  hanno trascinato la questione sino al nulla di fatto. Dato che il governo Monti è caduto, e la situazione è rimasta invariata. E io pago !

L’elenco continua con altri enormi sprchi, tra auto blu e personale statale o parastatale, spesso inutile, sino alla cifra di quasi 5 milioni di dipendenti che in molti casi, purtroppo, non possiedono la competenza necessaria o non sono necessari.  Una enorme spesa che dovrebbe essere rivista, spostandola su settori produttivi e aumentando l’effricienza e l’efficacia della macchina statale.  Un campo minato certamente. E neppure possiamo fare di ogni erba un fascio.

Anche i proclami della triade, le tre sigle sindacali che si contendono il potere contrattuale, si fermano all’editto e agli anatemi.  Complici o cosa ?

La vera crisi è quella del sistema. Un sistema che sguazza nel proprio fango e si autoricicla.  Perchè appare evidente che le risorse ci sono. I proclami, gli allarmi, le grida di attenzione che vengono lanciate quotidianamente ci danno una sola certezza. Siamo governati da  prefiche* .

Che piangono al funerale della nazione e del popolo onesto.

* La prefica (dal latino praefica), nell’antica Roma, era una donna pagata per piangere ai funerali.

 

 

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Un pensiero su “La crisi che non c’è. Il Governo delle Prefiche.”
  1. Ormai, come gli antichi potenti, ogni governo, da Berlusconi in poi, ama circondarsi di prefiche.
    Anche Renzi non può farne a meno. Anzi, ha calcato la dose.

I commenti sono chiusi.