Erbe medicinali e fitoterapia. Guida all’uso.

Erbe medicinali e fitoterapia. Guida all’uso.

Erbe medicinali e fitoterapia. Guida all'uso.
piante medicinali. Credits: Common

Curarsi con le erbe medicinali è una delle attività che l’uomo pratica da millenni, avendo imparato a riconoscerne le numerose proprietà e le virtù terapeutiche, oltre che cosmetiche e culinarie.

Quasi ogni erba sembra contenere una qualche virtù. Non a caso Ralph Waldo Emerson, filosofo e scrittore statunitense, era solito dire: “Un’erbaccia è soltanto una pianta di cui non sono state ancora scoperte le virtù”.

In effetti questa citazione potrebbe essere considerata il paradigma naturalistico di chi crede che curarsi con le erbe sia possibile, grazie alle loro infinite virtù curative.

Per spiegare le proprietà curative delle erbe medicinali, si ricorre spesso alla fitoterapia, che è appunto un metodo terapeutico che usa gli estratti naturali di queste erbe per combattere le malattie.

 

La Fitoterapia

Con fitoterapia si intende l’utilizzo delle delle erbe officinali e le loro applicazioni terapeutiche. In realtà, già da secoli le piante sono considerate le principali fonti di sostanze medicamentose per sostenere il benessere e la salute di uomini e animali attraverso la preparazione di un impacco, di un decotto, un ungento o un cataplasma, delle pozioni considerate quasi ‘magiche’.

La semplice credenza popolare si è trasformata in ricerca scientifica con la nascita della medicina tradizionale cinese, la tradizione ayurvedica indiana e quella del Mondo occidentale che viene dall’esperienza greca e romana.

L’arte erboristica, infine, ha identificato, selezionato e classificato le varie tipologie di piante distinguendo le semplici erbe dalle piante officinali, le spezie e le piante aromatiche e orientando la loro coltivazione e il loro utilizzo a fini prettamente terapeutici, cosmetici e nutritivi.

 

Le erbe costituiscono perfetti rimedi naturali per molti dei disturbi e delle affezioni più comuni, evitando gli spiacevoli effetti collaterali dei medicinali ‘convenzionali’ moderni, che pur si basano sui principi attivi presenti in Natura.

Ma l’efficacia della fitoterapia è riconosciuta o no?

Curarsi con le erbe significa utilizzare quello che la Natura ci mette a disposizione, pratica riconosciuta anche dall’OMS che ha definito le piante medicinali “organismi vegetali che contengono dei principi attivi in grado di curare e lenire disturbi e malattie negli esseri umani e animali”.

 

Ad ogni pianta corrisponde un principio attivo terapeutico in grado di curare una specifica patologia, disturbo o malessere.

L’insieme di tutti i principi attivi presenti in una pianta officinale prende il nome di fito-complesso. Per questo motivo è importante conoscere le proprietà comuni alle piante e saperle utilizzare all’occorrenza.

I principi attivi delle piante, inoltre, possono avere un’efficacia maggiore se combinati in un composto o in un preparato galenico.

Erbe medicinali: le sostanze attive

In generale le sostanze benefiche più diffuse nelle erbe dalle quali si ottengono i benefici più importanti per mente e corpo sono:

  • Alcaloidi. Sono costituenti organici azotati efficaci per la cura di svariate patologie poiché capaci di notevoli effetti farmacologici. Gli alcaloidi comprendono sostanze che agiscono sul sistema neuromuscolare come la caffeina, la morfina, la nicotina e la mescalina. Viste le spiccate proprietà eccitanti ma anche deprimenti, gli alcaloidi devono essere assunti sotto stretto controllo medico per evitare effetti o interazioni pericolose con altri farmaci. Le piante più ricche di alcaloidi sono il tè, il caffè, il tabacco, e in generale, tutte le piante appartenenti alle famiglie delle ranuncolacee, solanacee, papaveracee.
  • Polifenoli. Sono dei potenti antiossidanti naturali capaci di contrastare l’invecchiamento cellulare causato dai radicali liberi. Appartengono i tannini classificati come composti poliidrossifenoloci che si estraggono da cortecce, radici, frutti e foglie. Svolgono un’azione astringente e sono dunque indicati nella cura di lesioni e ferite per favorire la cicatrizzazione dei tessuti. Il loro impiego, inoltre, è consigliato per la cura delle emorroidi e ragadi; per uso interno si utilizzano per contrastare diarrea, enteriti e stati infiammatori a carico dell’intestino e della mucosa gastrica.

Importante: che siano antibiotici, antimicrobici, antiossidanti, lassativi, lenitivi, antinfiammatori, calmanti, depurativi, ipoglicemizzanti, espettoranti e sedativi, gli effetti dei principi attivi dei erbe e piante nella cura della salute umana devono essere ponderati adeguatamente su indicazione di un esperto o del proprio medico curante.

 
  • Flavonoidi (o biflavonoidi) sono assimilabili per caratteristiche ai polifenoli poiché svolgono analoga funzione antiossidante e colorante. Da alcuni si ricavano i glicosidi ovvero le sostanze responsabili dell’immagazzinamento degli zuccheri (ginseng, echinacea, liquirizia, rabarbaro).
  • Terpeni (o terpenoidi) caratterizzano gli oli essenziali più utilizzati in cosmesi; sono responsabili di odori e profumi di fiori e piante: basti pensare al limonene, la canfora e il mentolo.
  • Amidi. Derivati dalla trasformazione dello zucchero e caratterizzati da un alto grado di digeribilità, gli amidi vengo generalmente assunti in sinergia con altri principi attivi, in particolare come base per prodotti dietetici.
  • Glicosidi. Sono composti chimici costituiti da un gruppo zuccherino e da un gruppo non zuccherino chiamato aglicone. Visto l’effetto che sono in grado di svolgere sul corpo umano, il loro utilizzo è da consigliarsi sotto stretto controllo medico. I principali glucosidi svolgono importanti funzioni cardiotoniche, antinfiammatorie, analgesiche, diuretiche, reumatiche, lassative, vasodilatatrici, antispastiche, antisettiche, sudorifere. Alcuni tipi di glucosidi, se ingeriti in dosi eccessive, possono essere velenosi e provocare l’arresto cardio-circolatorio.
  • Mucillagini. Più che un principio attivi, le mucillagini sono il risultato di un processo vegetativo. A contatto con l’acqua si dilatano diventando viscosi e collosi. La loro efficacia è testata nella cura degli stati infiammatori delle vie respiratorie, delle irritazioni della mucosa gastrica e intestinale. La mucillagine di malva e di altea, e di semi di psillio sono le più utilizzate per terapie naturali per la cura di mal di gola, faringiti, laringiti, perché queste piante sono più ricche di questi principi attivi.
  • Oli essenziali. Viste le loro infinite proprietà benefiche, gli oli essenziali sono tra le sostanze di origine naturale più impiegate in fitocosmesi e fitoterapia. Generalmente gli oli essenziali svolgono un’azione stimolante sulla pelle e sulle mucose ed espettorante e fluidificante sul sistema respiratorio. Le varietà vegetali più ricche di oli essenziali sono quelle appartenenti alle famiglie delle labiatae (menta, salvia), delle pinaceae (pino mugo) e ombrellifere (anice, finocchio).

Che cos’è la Fitoterapia?

La fitoterapia è intesa come la branca della farmacoterapia che si occupa di prevenire e trattare diversi disturbi e malattie mediante l’uso di piante medicinali e preparazioni da esse ottenute.

 

Il termine deriva dal greco φυτον (pianta) e θεραπευω (curo), quindi “curare con le piante”.

La fitoterapia non utilizza il principio attivo singolo – come avviene nella terapia farmacologica “classica” o “di sintesi” – ma piante e prodotti da esse ottenuti che contengono più sostanze. Per fare ciò, la fitoterapia si serve di specifici trattamenti e tecnologie estrattive idonee e realizza prodotti in forme farmaceutiche ben definite, purificate e standardizzate nei costituenti chimici responsabili dell’attività farmacologica attribuita alla stessa pianta o a sue preparazioni.

Cosa NON è la Fitoterapia

La fitoterapia non è una:

  • Medicina erboristica;
  • Medicina naturale;
  • Medicina non convenzionale;
  • Medicina tradizionale (intesa come tipologia di medicina appartenente alla tradizione di determinate popolazioni o etnie);
  • Medicina popolare.

La fitoterapia è diversa dall’erboristeria, dalla naturopatia, dall’omeopatia e dell’aromaterapia; NON segue filosofie, credenze religiose o culturali e non utilizza metodologie diagnostiche o basi terapeutiche diverse da quelle della medicina scientifica.

Cosa cura la Fitoterapia?

Lo scopo della fitoterapia è quello di prevenire e trattare malattie e sintomi di diverso tipo mediante l’utilizzo di piante medicinali e delle preparazioni da esse ottenute.

I disturbi e le patologie che si possono trattare/alleviare sono diversi, fra i più noti ricordiamo ad esempio:

  • Le turbe funzionali e i disturbi della minzione connessi all’ipertrofia prostatica benigna;
  • Sindromi depressive di grado da lieve a moderato;
  • Sintomi connessi a stati di stress, come nervosismo, irritabilità, fatica e lievi stati dì’ansia;
  • Cattivo riposo notturno;
  • Sintomi connessi all’insufficienza venosa;
  • Stati di fragilità capillare;
  • Dolore muscolare e/o articolare causato da traumi minori, contusioni, distorsioni;
  • Stati spastici e dolorosi delle vie biliari;
  • Stati spastici e dolorosi delle vie urinarie;
  • Trattamento sintomatico del raffreddore comune;
  • Tosse grassa;
  • Disturbi connessi alla menopausa, come sudorazione abbondante e vampate di calore;
  • Difficoltà digestive;
  • Mancanza di appetito;
  • Stitichezza occasionale;
  • Lievi disturbi gastrointestinali, come flatulenza, pienezza, crampi lievi, dolore addominale.

Cosa NON è la Fitoterapia

La fitoterapia non è una:

  • Medicina erboristica;
  • Medicina naturale;
  • Medicina non convenzionale;
  • Medicina tradizionale (intesa come tipologia di medicina appartenente alla tradizione di determinate popolazioni o etnie);
  • Medicina popolare.

La fitoterapia è diversa dall’erboristeria, dalla naturopatia, dall’omeopatia e dell’aromaterapia; NON segue filosofie, credenze religiose o culturali e non utilizza metodologie diagnostiche o basi terapeutiche diverse da quelle della medicina scientifica.

Cosa cura la Fitoterapia?

Lo scopo della fitoterapia è quello di prevenire e trattare malattie e sintomi di diverso tipo mediante l’utilizzo di piante medicinali e delle preparazioni da esse ottenute.

I disturbi e le patologie che si possono trattare/alleviare sono diversi, fra i più noti ricordiamo ad esempio:

  • Le turbe funzionali e i disturbi della minzione connessi all’ipertrofia prostatica benigna;
  • Sindromi depressive di grado da lieve a moderato;
  • Sintomi connessi a stati di stress, come nervosismo, irritabilità, fatica e lievi stati dì’ansia;
  • Cattivo riposo notturno;
  • Sintomi connessi all’insufficienza venosa;
  • Stati di fragilità capillare;
  • Dolore muscolare e/o articolare causato da traumi minori, contusioni, distorsioni;
  • Stati spastici e dolorosi delle vie biliari;
  • Stati spastici e dolorosi delle vie urinarie;
  • Trattamento sintomatico del raffreddore comune;
  • Tosse grassa;
  • Disturbi connessi alla menopausa, come sudorazione abbondante e vampate di calore;
  • Difficoltà digestive;
  • Mancanza di appetito;
  • Stitichezza occasionale;
  • Lievi disturbi gastrointestinali, come flatulenza, pienezza, crampi lievi, dolore addominale.

Definizioni: sostanze vs preparazioni vegetali

Si definiscono sostanze vegetali o droghe vegetali:

  • Tutte le piante, le parti di piante, le alghe, i funghi e i licheni, interi, a pezzi o tagliati, in forma non trattata, solitamente essiccata o, talvolta, anche allo stato fresco;
  • Alcuni tipi di essudati non sottoposti a trattamenti specifici.

Si definiscono preparazioni vegetali o preparazioni a base di droghe vegetali:

  • Tutte le preparazioni ottenute sottoponendo le sostanze o droghe vegetali a trattamenti come l’estrazione, la distillazione, la spremitura, il frazionamento, la purificazione, la concentrazione o la fermentazione;
  • Le sostanze vegetali triturate o polverizzate;
  • Le tinture, gli estratti, gli oli essenziali, i succhi ottenuti per spremitura e gli essudati lavorati.

La normativa italiana, pertanto, distingue i fitoterapici – o meglio, i medicinali fitoterapici – dai prodotti erboristici, dalle erbe semplici, dagli integratori alimentari (parafarmaci) e dai dispositivi medici. La normativa che regola tutti gli aspetti concernenti questi altri tipi di prodotti, infatti, è differente da quella dei farmaci cui devono sottostare i fitoterapici.

Visto il loro inquadramento, i medicinali fitoterapici devono rispondere alle caratteristiche di qualità, sicurezza ed efficacia richieste dalla legislazione farmaceutica che ne disciplina tutti gli aspetti, analogamente a quanto avviene per i farmaci cosiddetti “di sintesi”; inoltre, per essere venduti, è indispensabile che abbiano ricevuto l’approvazione ufficiale (quindi l’autorizzazione all’immissione in commercio) da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

I fitoterapici possono essere distinti in:

  • Medicinali di origine vegetale o fitoterapici “propriamente detti”: devono essere autorizzati seguendo le medesime procedure degli altri farmaci. Possono essere soggetti a prescrizione medicina, quindi obbligatoriamente venduti in farmacia, oppure possono essere classificati come SOP o come OTC e venduti anche in parafarmacie o altri esercizi abilitati alla vendita di simili prodotti.
  • Medicinali tradizionali di origine vegetale o fitoterapici tradizionali: possono ottenere l’approvazione per la commercializzazione attraverso una procedura di registrazione semplificata definita dalla normativa vigente, ma devono comunque rispettare i criteri di qualità, sicurezza ed efficacia. Si tratta di prodotti che devono rispondere a determinate caratteristiche, fra cui quella dell’impiego tradizionale per un periodo conforme a quanto previsto dal Decreto Legislativo che ne disciplina gli aspetti. Possono essere classificati solo come SOP o come OTC, pertanto, possono essere venduti anche al di fuori delle farmacie, purché in esercizi autorizzati alla vendita di simili prodotti. Sul loro foglietto illustrativo viene riportata la frase “il prodotto è un medicinale di origine vegetale d’uso tradizionale da utilizzare per indicazioni specifiche basate esclusivamente sull’impiego di lunga data“.

 

I medicinali fitoterapici commercializzati nel nostro Paese sono diversi, fra questi ne ricordiamo alcuni:

  • Fitoterapici a base di estratti di serenoa (Serenoa repens) e/o di ortica (Urtica dioica), utilizzati nel trattamento dei disturbi funzionali dell’ipertrofia prostatica benigna;
  • Fitoterapici a base di estratti di mirtillo (Vaccinium myrtillus), fitoterapici a base di estratti di centella (Centella asiatica), fitoterapici a base di estratto di semi di ippocastano (Aesculus hippocastanum), tutti utili per al loro azione vasoprotettrice;
  • Fitoterapici a base di estratti di arnica (Arnica montana) per il trattamento del dolore muscolare e articolare;
  • Fitoterapici a base di estratti di iperico (Hypericum perforatum) per il trattamento di stati depressivi lievi o moderati;
  • Fitoterapici a base di estratti di rodiola (Rhodiola rosea), utili per trovare sollievo temporaneo da sintomi associati a condizioni di stress;
  • Fitoterapici a base di estratti di luppolo (Humulus lupulus) ) o a base di passiflora (Passiflora incarnata), anch’essi utili in presenza di sintomatologia lieve associata a stress mentale;
  • Fitoterapici a base di estratti di valeriana (Valeriana officinalis) e/o melissa (Melissa officinalis), utilizzati per le proprietà blandamente sedative;
  • Fitoterapici a base di estratti di fumaria (Fumaria officinalis), ononide (Ononis spinosa), e piscidia (Piscidia erythrina), utili per le loro proprietà antispastiche esercitate soprattutto a livello epato-biliare ed urinario;
  • Fitoterapici a base di estratti di edera (Hedera helix) impiegati come espettoranti;
  • Fitoterapici a base estratti di pelargonio (Pelargonium sidoides), utili in caso di raffreddore;
  • Fitoterapici a base di semi di ispagula (Plantago ovata) o frutti di senna (Cassia senna), usati in caso di problemi di stitichezza occasionale;
  • Fitoterapici a base di estratti di piante come rabarbaro (Rheum palmatum), boldo (Peumus boldus), cascara (Rhamnus purshiana), genziana (Gentiana lutea), utili per favorire la digestione e l’appetito e per contrastare la stitichezza occasionale;
  • Fitoterapici a base di olio essenziale di menta (Mentha x piperita) e olio essenziale di cumino (Carum carvi), utili in caso di piccoli disturbi gastrointestinali;
  • Fitoterapici a base di cimicifuga (Cimicifuga racemosa), utili contro i disturbi della menopausa.

Per conoscere le specifiche indicazioni terapeutiche di un dato medicinale fitoterapico, far riferimento a quanto riportato sul suo foglietto illustrativo.

Alcuni di questi fitoterapici sono dispensabili solo dietro presentazione di apposita ricetta medica; altri, invece, possono essere liberamente acquistati senza in quanto classificati come farmaci senza obbligo di prescrizione (SOP) o come farmaci da banco (OTC).

Nota Importante

I fitoterapici non sono fitofarmaci. Con quest’ultimo termine, infatti, si vogliono indicare le sostanze utilizzate nella prevenzione e nella cura delle malattie delle piante.

Chi può prescrivere fitoterapici?

In quanto farmaci a tutti gli effetti, i medicinali fitoterapici devono essere prescritti dal medico. Benché alcuni di essi siano liberamente acquistabili in quanto SOP (senza obbligo di prescrizione) o OTC (farmaci da banco), il consulto preventivo con il proprio medico è sempre consigliato.

Rischi ed effetti collaterali della Fitoterapia

Vegetale = Naturale = Innocuo?

Un mito certamente da sfatare è quello secondo cui i prodotti di origine vegetale – considerati “naturali” – sarebbero innocui. Nulla di più falso.

Un prodotto di origine vegetale – come un fitoterapico – può, infatti, causare effetti indesiderati e presentare controindicazioni al pari di un qualsiasi altro prodotto di origine sintetica. Le miscele di sostanze presenti in un prodotto vegetale, infatti, possiedono una loro attività biologica e, di conseguenza, anche una specifica attività farmaco-tossicologica, oltre che la potenziale capacità di interagire con altri farmaci o prodotti assunti.

Come abbiamo visto, i fitoterapici sono veri e propri farmaci che come tali vanno considerati e utilizzati, anche se a base di sostanze di origine vegetale. Presentano quindi effetti collaterali, controindicazioni e interazioni farmacologiche e un loro uso eccessivo e/o improprio può determinare un pericolo per la salute dell’individuo.

Alla stregua dei farmaci di sintesi, i fitoterapici devono pertanto essere utilizzati seguendo le indicazioni del medico e/o seguendo le indicazioni riportate sul foglietto illustrativo. Il bugiardino, per altro, dovrebbe comunque essere letto attentamente per conoscere tutte le caratteristiche del farmaco che si deve impiegare.

Altri prodotti di origine vegetale o naturale

Benché non inquadrati come medicinali, va tenuto presente che anche altri prodotti liberamente acquistabili a base di sostanze vegetali o di origine naturale (quali, ad esempio, integratori alimentari, dispostivi medici, prodotti erboristici, ecc.) possono presentare possibili effetti indesiderati e controindicazioni, in particolare nei soggetti affetti da determinati tipi di patologie o disturbi, negli individui che stanno seguendo terapie farmacologiche e/o che si trovano in determinate condizioni (ad esempio, gravidanza, allattamento, presenza di alcuni tipi di allergia, ecc.).

Prima di assumere qualsiasi prodotto di origine vegetale (farmaco o non farmaco) per fini terapeutici o simil-terapeutici, è sempre opportuno rivolgersi preventivamente al proprio medico, a maggior ragione se si hanno malattie, disturbi o problemi di qualsiasi tipo, se si stanno assumendo medicinali e/o se ci si trova in particolari condizioni.

 

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