La Grecia ha ingannato Ue e Fmi. Sporchi traditori o Nuova teoria ?

 La Grecia ha ingannato Ue e Fmi. Sporchi traditori o Nuova teoria ?

“La Grecia ha violato un accordo con l’Unione europea e il fondo monetario internazionale assumendo circa 70mila funzionari nel 2010-2011.”

“Grecia: viola accordi, in 2 anni 70mila assunzioni nel pubblico
AGI – Agenzia Giornalistica Italia”

“la Grecia assume 70mila diepndenti pubblici in barba agli accordi …
Il Sole 24 Ore”

“La Grecia truffa la troika: assunti 70mila funzionari Violato l …
il Giornale”

Eccoli  tutti scatenati. Le maggiori testate  d’Italia si levano in coro. Sporchi traditori, fedifraghi, mentitori, ma come si permettono. Le maggiori testate  e i aggiori testoni, prezzolati e copioni. Dimostrando di non sapere scrivere, di non sapere quello che scivono, di saper fare solo copia incolla e, cosa più grave, di essere totalmente asserviti e non poter usare la loro testa.

Ne abbiamo avuto già tante dimostrazioni. E anche in questa occasione nessuno sa alzare la testolina e volgere lo sguardo un pò oltre. Magari a intravedere un lontano orizzonte di libertà.

Ricordate la “PAZZA IDEA” di Berlusconi ( stampare euro e tornare a essere uno stato sovrano )? Neppure tanto pazza. E con le repliche degli ultimi giorni sembra volere, certamente solo per cavalcare il malcontento a fini elettorali, continuare a sviluppare la sua “pazzia”. Tutti contro. Tutti in coro. Taca banda !!!

E ora la stessa cosa. Contro la Grecia. Ma a qualcuno non viene in mente che forse, sotto sotto, e neppure tanto, ci possa essere qualcosa di più serio ?  Che sotto le pressioni della massonica troika montiana possa esserci una idea nuova, diversa ? Non potrebbe trattarsi del, timido, tentativo di cercare di attuare la MMT Modern Money Theory ?

Vi rimando all’articolo dell’economista  Gennaro Zezza nella parte in cui dà una breve introduzione.

Allo stesso modo riporto una bellissima spiegazione, con la speranza che altri facciano lo stesso. Chissà,se anche i testoni delle grandi testate avranno qualche dubbio o ripensamento prima di riportare tradimenti e complotti contro i loro padoni ” da li beli brachi bianchi ” :

 

Un tempo la moneta aveva il valore del metallo di cui era composta: monete d’oro, d’argento, di bronzo, ad esempio. Quel valore, ovviamente, era pur sempre convenzionale, e restava garantito dall’effigie del Re o dell’Imperatore.

Poi arrivarono le banconote, e le banconote o le monete di metalli non pregiati avevano un valore che era convenzionalmente garantito dalle riserve d’oro detenute nei forzieri dalle banche centrali.

Nel 1944, con gli accordi di Bretton Woods, fu deciso che la moneta di riferimento convertibile in oro fosse il dollaro, valuta cardine per le altre monete.

Nel 1971 il presidente degli Stati Uniti Nixon decise di metter fine alla convertibilità del dollaro in oro.

Da quel momento, tutte le valute del mondo hanno avuto un valore solo in virtù di una convenzione, e non in rapporto al valore che esse avevano correlate all’oro, ad esempio (la qual cosa resta, comunque, una ulteriore convenzione garantita sempre dallo Stato).

L’evoluzione tecnologica negli ultimi 40 anni sta permettendo di creare e spostare moneta (sotto forma di bit elettronici e non solo come “cartamoneta”) in pochissimo tempo.

Le banche centrali potrebbero quindi creare tutta la massa monetaria che vogliono, in un solo istante.

La banca centrale degli Stati Uniti, per salvare le banche finanziarie sull’orlo della bancarotta, ha emesso 16 trilioni di dollari (16.000.000.000.000), non sotto forma di banconote ma come impulsi elettronici.

Si calcola infatti che soltanto una infinitesima massa monetaria mondiale sia sotto forma di moneta e banconote, il resto circola attraverso sistemi elettronici.

La Banca Centrale Europea di Mario Draghi, ad esempio, tra dicembre e gennaio ha immesso oltre mille miliardi di euro con prestiti per 3 anni all’1%, nella speranza dichiarata che le banche aiutassero così imprese e famiglie (in realtà le banche stanno reinvestendo questa enorme massa finanziaria in titoli di Stato, i cui rendimenti sono aumentati moltissimo a seguito della crisi del 2011).

Quindi è possibile immettere nel sistema economico tutta la moneta che vogliamo, senza preoccuparci più di nulla, neppure di lavorare?

No, naturalmente.

Il rischio principale sarebbe l’inflazione* o meglio la stagflazione (inflazione con stagnazione della produzione). Nella teoria comune, l’inflazione si ha quando vi è un aumento generalizzato dei prezzi, provocato da un eccesso di moneta circolante non corrispondente ad un pari aumento della produzione.

Cosa dicono a tal riguardo gli economisti della Modern Money Theory?

Gli economisti MMT mettono in dubbio che si crei inflazione attraverso immissioni di moneta della Banca Centrale, sia perché i fattori produttivi (ad esempio il lavoro) sono sotto-impiegati ma anche a seguito del ruolo del sistema creditizio privato che a seguito delle richieste di prestito immette moneta circolante per un valore multiplo rispetto alle riserve valutarie obbligatorie (si legga qui “La crescita monetaria non causa inflazione”, un articolo di John T. Harvey, professore di Economia alla Texas Cristian University, pubblicato su Forbes, dove si ridescrivono in chiave attuale i concetti classici di Moneta, Velocità di circolazione della Moneta, Prezzo e Produzione, in base alla formula M*V=p*Y)

A differenza degli economisti da cui prendono le mosse (Keynes prima di tutto, ovvero l’economista che con le sue ricette permise agli Stati Uniti di uscire dalla Grande Depressione e il cui insegnamento poi fu adoperato da tutti i paesi occidentali dopo il 1945), i post-keynesiani della MMT sostengono che sia opportuno adoperare questo sistema non solo nei momenti di recessione – ovvero quando l’economia è in crisi e si producono meno beni e servizi – ma che questo metodo possa e debba essere utilizzato anche quando l’economia è in fase di moderata espansione, ovvero con il raggiungimento costante del massimo impiego dei fattori produttivi.

Come è possibile immettere moneta senza generare iperinflazione?

Gli MMT sostengono che uno Stato a moneta sovrana (tutti, tranne i paesi dell’eurozona o quelli che scelgono tassi di cambio fissi o non liberamente fluttuanti) può puntare sulla piena occupazione, cioè permettere a tutti coloro che lo vogliano di lavorare e percepire uno stipendio, trovando lavoro nei servizi sociali, culturali, nell’insegnamento, la ricerca, eccetera (anche infrastrutture di vario genere). Si tratta di un percorso di salvataggio, con regole precise ora troppo lunghe da specificare, per coloro che perdono lavoro nel settore privato, e che vengono reimmessi nel settore privato in caso di richieste.

Secondo gli economisti MMT la produzione di beni e servizi derivante dalla piena occupazione riassorbirebbe il surplus monetario immesso per permettere loro di lavorare.**

Sono previste però una serie di importanti strumenti collaterali, che sono la vera chiave rivoluzionaria della MMT rispetto alle convinzioni comunemente accettate.

Se uno Stato a moneta sovrana può immettere teoricamente tutta la moneta che desidera generando questo surplus senza che si abbia iper-inflazione – è probabile che, in assenza di shock esterni, l’inflazione si attesti attorno al 5-6% annuo, un livello comunque non gravoso considerati i benefici di cui prima) per garantire piena occupazione, allora quello stesso Stato non avrà mai problemi ad onorare il pagamento dei servizi propri dello Stato: sanità, giustizia, difesa, ordine pubblico, ad esempio.

Non avrà dunque bisogno di imporre tasse per garantire questi servizi.

Abbiamo trovato dunque un mondo che può vivere senza tasse?

No.

Le tasse, secondo gli economisti MMT, servono per equilibrare il mercato della moneta attraverso un sistema di prelievo equo verso i cittadini: con esse si elimina una parte della moneta circolante nel caso ci sia il rischio di iper-inflazione. Tasse e spesa pubblica quindi non hanno più alcuna relazione con la necessità di garantire i servizi pubblici essenziali (che uno Stato a moneta sovrana potrà sempre garantire perché nulla gli impedisce di spostare il denaro dai propri conti correnti elettronici a quello delle varie amministrazioni), ma invece servono per garantire equità, meritocrazia, solidarietà in un sistema comunque non statico delle politiche monetarie.

Secondo gli economisti MMT le imposte sui consumi come l’Iva andrebbero drasticamente ridotte, quasi azzerate, così come le imposte sul lavoro, proprio per favorire la piena occupazione. Per drenare il denaro in eccesso ed evitare l’inflazione sarebbe il caso di colpire la proprietà immobiliare, perché difficile da evadere e colpisce patrimoni e rendite piuttosto che lavoratori ed imprenditori.

Inoltre la possibilità di emettere quantità di moneta teoricamente infinita per finanziare il settore pubblico non implica la necessità (come avviene ora in maniera drastica nei paesi dell’Eurozona) di chiedere il denaro necessario per queste eventualità ai sottoscrittori privati di titoli pubblici, accettando il tasso di interesse imposto dal mercato.

Questo significa che il mercato dei titoli pubblici non esisterà più in un paese MMT?

No. Significa che il mercato dei titoli pubblici è una misura facoltativa e non obbligatoria.

Significa invece che lo Stato si fa garante di pagare ai risparmiatori i tassi di interesse ritenuti congrui dallo Stato stesso, come remunerazione del capitale dei risparmiatori, e sempre in un’ottica di gestione della moneta circolante al fine di garantire piena occupazione ed evitare iper-inflazione.

Infine uno Stato a moneta sovrana con cambio di valuta libero non potrà mai fallire come l’Argentina (cambio fisso peso-dollaro) e come rischia di accadere alla Grecia e ai paesi dell’Eurozona che in questo momento devono garantire il loro debito pubblico in una moneta straniera perché privi di sovranità monetaria.

Stephanie Kelton, a Rimini, ha citato il solo caso del Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando la decisione di non pagare il debito fu presa volontariamente per non sentirsi umiliati nei confronti dei vincitori del conflitto.

Quindi, in poche righe, nel mondo MMT:

– uno Stato a moneta sovrana non può fallire, ovvero può garantire sempre il debito contratto;
– uno Stato a moneta sovrana può raggiungere la piena occupazione;
– uno Stato a moneta sovrana adopera le tasse non per finanziare la propria spesa ma per evitare squilibri sociali e per evitare eccessi inflattivi acuti;

– uno Stato a moneta sovrana non ha necessità di finanziare la propria spesa pubblica ottenendo prestiti ai tassi di interesse stabiliti dai mercati privati.

* Si ha inflazione quando la quantità della moneta in circolazione aumenta più velocemente del valore dei beni e servizi prodotti: se nell’anno 1 abbiamo una quantità di moneta in circolazione di 100 euro e un valore di beni e servizi di 100 euro, e nell’anno 2 il valore di beni e servizi resta stabile a 100 mentre la quantità di moneta sale a 110, si avrà una inflazione del 10% (110-100)/100=10%, perché la moneta ha perso il suo “potere d’acquisto”, e quindi ha “meno valore”. Se invece nell’anno 2 il valore di beni e servizi disponibili è salito a 110, non vi sarà inflazione, perché come nell’anno precedente con 1 euro possiamo comprare 1 unità di prodotto (110:110=100:100) e quindi la moneta ha conservato intatto il suo potere d’acquisto.

**Si consideri l’esempio precedente: se nell’anno 1 la produzione di 100 si è avuta con una disoccupazione pari al 9% (come oggi in Italia), nell’anno 2 le politiche statali decidono di impiegare 10 euro per far lavorare questi disoccupati in settori ritenuti strategici. Il loro stipendio complessivo passerebbe da 0 (anno 1, senza lavoro) a 10 (anno 2, occupati). Se questi soldi fossero spesi per non produrre nulla, allora si rischierebbe di generare inflazione. Ma se invece i lavoratori fossero impiegati in settori come cultura, scuola, ambiente, tutela idro-geologica, sorveglianza, infrastrutture, ricerca, allora vi sarebbe un corrispondente aumento dei beni e servizi prodotti per cui la moneta immessa (10) sarebbe ricompensata e non si genererebbe inflazione, o almeno non oltre livelli considerati giustificabili.

 






 

 

 

 

 

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Non siamo uno stato sovrano. Monti tira giù la maschera.

Che economicamente ormai non esistesse più una sovranità nazionale lo avevano capito anche i neonati. Che l’Italia era un ostaggio di Commissione Europea, della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale se ne è avuta prova concreta. Ma nessuno dei sostenitori politici lo aveva detto chiaramente. Intendiamo il trio ABC ( Alfano Bersani Casini ). E neppure i “grandi” giornali e strapagati giornalisti del corrierone nazionale o di repubblica e seguito vi hanno posto l’accento.

Niente paura.. A dirlo chiaro e tondo, senza mezzi termini ci pensa proprio LUI. Il pluridecorato Presidente del Consiglio. Mario Monti.

” non è disdicevole essere assistiti ……. , ma un’assistenza cross board, generalizzata, perchè un paese non si rimette in piedi da solo  con la finanza pubblica, vuol dire la così detta troika, termine russo ma in salsa europea, vuol dire avere seduti, quasi come governatori collettivi di un paese, il fondo monetario, la BCE, la commissione europea. E io credo che questo parlamento condivida il sentimento che è del governo, che è nella tradizione italiana, di auspicare sì parziali cessioni delle sovranità nazionali ……. …. e è meglio accettare le cessioni” …. ( ndr)  così come vengono imposte da me , piuttosto che averle imposte con il sangue come in Grecia.

La Troika quindi è il trio composto dalla Commissione Europea, dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale.  Piccola analisi:

Mario Monti in Commissione Europea è stato commissario per decenni, tanto da essere definito il vero burocrate europeo per eccellenza .Nel Fondo Monetario Internazionale è direttamente membro del board di governatori, per cui è libero di esercitare la sua influenza così come di subirla dall’attuale presidenza di Christine Lagarde. Alla Banca Centrale Europea, per finire, c’è Mario Draghi, vicepresidente e managing director di Goldman Sachs fino al 2005, anno in cui Monti è diventato International Advisor della grande banca d’affari (qualche anno prima che ci finisse poi anche suo figlio).Monti e Draghi sono anche colleghi al Gruppo Bilderberg. Collega banchiere di Draghi era Lucas Papademos, ex vicepresidente BCE, membro della Trilaterale e messo a capo del governo greco al posto del povero Papandreou . Collega banchiere di Draghi era anche ilv suo predecessore alla presidenza della BCE, il quale ora sostituisce lo stesso Monti a capo dell’area europea della Trilaterale:  Jean Claude Trichet.

Dunque, se ad avere imposto le misure di austerity in Italia ci abbia pensato la troika composta dalla Commissione Europea, dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Centrale Europea mediante commissariamento formale, o se invece ci abbia pensato un commissario unico che li rappresenta tutti e tre, quale cambiamento ci vuole fare credere in atto ?

 

 

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A Lucia Annunziata l’Huffington Post Italia

A Lucia Annunziata l’Huffington Post Italia

 

 

                        

 

 

 

 

 

 

Ammiriamo tutti la grande professionalità dimostrata in tante occasioni. Ma nel complimentarci per questo incarico, desideriamo anche porre l’attenzione sul fatto che, insieme ad altri personaggi di rilievo, Lucia Annunziata fa parte del ASPEN Institute.

Da WIKIPEDIA:

L’Aspen Institute è un’organizzazione internazionale non profit, fondata nel 1950. Si autoproclama finalizzata a incoraggiare le leadership illuminate, le idee e i valori senza tempo e il dialogo sui problemi contemporanei.

L’istituto e i suoi partner internazionali perseguono la creazione di un terreno comune di comprensione approfondita in uno scenario non ideologizzato attraverso seminari, programmi culturali, conferenze e iniziative di promozione della leadership.

La sede centrale dell’Istituto è a Washington D.C.; vi sono dei campus ad Aspen, in Colorado e a Chesapeake Bay nel Maryland.

La sua rete internazionale comprende partner a Berlino, Roma, Lione, Tokyo, Nuova Delhi e Bucarest; sono presenti delle iniziative sulla leadership negli Stati Uniti, in Africa, India, e Centro America.

L’Aspen Institute è finanziato ampiamente da fondazioni come la Carnegie Corporation, la Rockefeller Brothers Fund e la Ford Foundation, attraverso quote di iscrizione a seminari e donazioni individuali. Tra i suoi affiliati ci sono leader della politica, dell’economia e intellettuali. Attualmente Walter Isaacson è il suo presidente e CEO.

Giulio Tremonti è l’attuale presidente dell’Aspen Institute Italia[1], in cui operano molti intellettuali italiani.


 

Non voglio dare adito a complottismi, ma devo anche riportare un articolo di Italo Romano su Stampa Libera a questo indirizzo: http://www.stampalibera.com/?p=25543

 

Quello che interessa noi, in questo delicato momento socio-politico che sta attraversando l’Italia, è la sede italiana di questo indefinibile istituto di origine statunitense. Scavando tra i meandri del potere e risalendo i fili dei burattini, forse, avremo una possibilità di scovare la matrice dell’inganno democratico in cui siamo stati imprigionati.
Aspen Institute in Italia.

L’organizzazione, ufficialmente inzia ad operare sul territorio italiano nel 1984. Di forte caratterizzazione transatlantica, del resto la storia parla da sè, l’Aspen Institute Italia ha due sedi: a Roma in Via SS. Apostoli 49 e a Milano in Via Vincenzo Monti 12. L’attuale presidente della sezione italiana è Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia e della Finanza dell’attuale Governo italiano.

L’Aspen Institute Italia riunisce il meglio dell’industria italiana, delle banche e delle assicurazioni, della cultura e della politica, non c’è settore che manchi all’appello: Generali, Fincantieri, Confindustria, la Rai, Mediaset, Pirelli, Poste Italiane, società Autostrade, Enel, Fiat etc. E’ un elenco incredibile, tutti i capitali italiani, di ogni settore, convergono nell’Aspen Institute come Soci sostenitori. I loro (nostri?) danari, versati ufficialmente tramite una somma annuale uguale per tutti, finanziano le attività dell’organizzazione.

Chi sono i soci sostenitori? Sono quelli che mettono i soldi e vengono ammessi a far parte dell’associazione dal Comitato Esecutivo e sono rappresentati nel Consiglio Generale dell’Istituto dai propri Presidenti, Amministratori Delegati o Direttori Generali. Inoltre ci sono anche i cosidetti Soci ordinari, personalità italiane e internazionali provenienti dal mondo accademico, politico, culturale e dei media, che sono chiamati a far parte dell’associazione dal Comitato Esecutivo, ufficialmente, per la loro fama accademica ed eccellenza professionale. Si legge sul sito italiano che essi “mettono a disposizione dell’Istituto la loro competenza e contribuiscono così alla qualità intellettuale e al patrimonio di idee dei programmi di Aspen, collaborando in forma gratuita alle diverse iniziative. Partecipano, tra l’altro, a gruppi di lavoro e task force che affrontano specifici problemi del panorama politico ed economico internazionale”.

Insomma questi soci non solo portano avanti le loro idee, ma si rendono disponibili ad appoggiare eventi specifici “su tematiche di rilevante interesse strategico“. Ma che significa? Che hanno il potere di veicolare le politiche del paese? Dando un’occhiata ai nomi dei soci ordinari (Enrico Letta, Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Romano Prodi, Massimo D’Alema, Fedele Confalonieri, Lucia Annunziata, Paolo Mieli, Francesco Caltagirone, Cesare Geronzi, Franco Frattini, Gianfranco Fini, Gianni Letta, Luca Montezemolo, Sergio Marchionne, Emma Mercegaglia, Tommaso Padoa Schioppa, Giuliano Amato, John Elkann, Lucio Stanca etc.), più che una fantasiosa supposizione, è la palese oggettività. Non sono certo le “allegre comari di Widsor! Ciò che dico è manifesto, ogni frase presente sul sito ha un che di vago, di generalizzato, di palesemente fuorviante, sembra un “doppio sogno”, con la sola differenza che non è un romanzo di Schnitzler ma la realtà.

Il portale dell’organizzazione è ben strutturato e le fondamente della Comunità Aspen sono esaltate e messe in bella mostra.

Ecco come presentano la loro “identità” e la loro “missione“:

“Aspen Institute Italia è un’associazione privata, indipendente, internazionale, apartitica e senza fini di lucro caratterizzata dall’approfondimento, la discussione, lo scambio di conoscenze, informazioni e valori.

Una congregazione di supereroi che lottano per un mondo migliore. Persone sensibili e lungimiranti che, lontani dalle tentazioni del dio denaro, dirigono il pianeta verso la fratellanza e l’ugualinza sociale. Un gruppo di illuminati che si scambiano preziose nozioni con l’obiettivo rispettabilissimo di sconfiggere i mali che affliggono questa martoriata terra.

La comunità Aspen è composta di Soci Sostenitori, Soci Ordinari, Amici di Aspen e, dal 2001, dagli Aspen Junior Fellows. Dai loro contributi l’Istituto trae le risorse necessarie per il proprio funzionamento. Il network internazionale Aspen è composto da altri centri di attività – indipendenti ma coordinati – con sede negli Stati Uniti, in Francia, Germania, Giappone, India e Romania“.

….

“La missione di Aspen Institute Italia è l’internazionalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del Paese attraverso un libero confronto tra idee e provenienze diverse per identificare e promuovere valori, conoscenze e interessi comuni. L’Istituto concentra la propria attenzione verso i problemi e le sfide più attuali della politica, dell’economia, della cultura e della società, con un’attenzione particolare alla business community italiana e internazionale“.

Riuniti liberamente e senza condizionamenti, qui, le persone possono dar sfogo al loro libero pensiero e scatenare la forza creatrice dell’ingegnosa menta umana. Ora mi volete far credere che tutta questa marmaglia di uomini politici, alta finanza e chi più ne ha più ne metta, non discuta minimamente della politica nostrana? A me sembra inevitabile, anzi ad essere cattivo mi verrebbe da dire che sia lo scopo principale di quest’organizzazione. Dirigere nelle retrovie del clamaore mediatico le sorti economiche e sociali del paese, imponendo politiche ad hoc per tutelare il potere dei veri padroni, a discapito della popolazione, che ricordiamolo è all’oscuro di tutto.

Ergo, immagino che queste armoniose discussioni possano facilmente condizionare o quanto meno influenzare la politica dell’esecutivo, di qualunque schieramento esso sia.

Hanno anche un metodo con cui applicano la loro “mission“, da loro stessi identificato come “metodo Aspen“. Questo “privilegia il confronto ed il dibattito ‘a porte chiuse’, favorisce le relazioni interpersonali e consente un effettivo aggiornamento dei temi in discussione. Attorno al tavolo Aspen discutono leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale in condizioni di assoluta riservatezza e di libertà espressiva“.

Il dibattito a porte chiuse è noto come uno dei migliori metodi per curare le piaghe di questo mondo crudele. Libertà di pensiero a porte chiuse, bel modo di perpetrare il bene comune. Se solo ci avessimo pensato prima! Loro sono gli illuminati e ci hanno pensato molto tempo fa, pochi anni dopo la fine della Grande guerra, e così sono stati in grado di dirigere le sorti di nazioni intere. Alcuni complottisti lo definiscono Nuovo Ordine Mondiale. Bene, credo che l’Aspen sia una delle organizzazioni che fanno capo al progetto citato.

“Lo scopo non è quello di trovare risposte unanimi o semplicemente rassicuranti, ma di evidenziare la complessità dei fenomeni del mondo contemporaneo e incoraggiare quell’approfondimento culturale da cui emergano valori ed ideali universali capaci di ispirare una leadership moderna e consapevole“.

La leadership che intendono loro è la dittatura totalitaria del Nuovo Ordine Mondiale, controllo tramite la paura, una sola neolingua, una sola moneta, un’umanità di automi ubbidienti e servili, oltre lo schiavismo. Uomini-robot, uomini macchine, nati per produrre e consumare, carne da macello per l’incremento del Pil.

Miguel Martinez ha definito l’Aspen Institute, per questa sua aleatorità comunicativa, come una fabbrica di tritanuvole. Questo evidente e premeditato abuso di vacuità e la sua neanche tanto occulta organizzazione piramidale, mi insospettisce, e non poco.

Non ho mai sentito parlare nessun alfiere della libera informazione dell’Aspen Institute, ne ho letto libri rivoluzionari che illustrassero agli italiani beoti come si muovono i burattinai nelle retrovie. Credo che mai e poi mai nei vari “vieni via con me” sentiremo un’arringa che possa risvegliare minimamente il cervello dell’italiano medio. Dormite gente, e sognate con i vostri Travaglio, Saviano, Santoro etc.

Insomma questo Aspen sembra un bel minestrone all’Italiana, un inciucio elevato alla vaghezza. Il punto è che Aspen non è propriamente un’associazione umanitaria, non fa beneficenza ed è lecito pensare che persone del calibro dei suoi membri non si riuniscano soltanto per scambiare quattro chiacchiere sui massimi sistemi o per ricercare la panacea di tutti i mali. C’è dell’altro, lo si intuisce, ma è difficile penetrare la discreta cortina che protegge quel salotto buono dagli sguardi indiscreti e dai sorrisi bipartisan. Nel contempo non è un’associazione segreta, i suoi membri sono conosciuti e chiunque voglia avere informazione sull’Aspen Institute non ha che da andare sul sito internet. Non è la massoneria ma le somiglia molto, mancano capucci e compassi ma il livello di segretezza al di là della formale apparenza è da veri professionisti del potere.

Come si diventa membri dell’Aspen Institute?

E’ una domanda lecita, che dopo aver letto un pò di roba, dovrebbe sorgere spontanea. Allora ancora una volta sono ricorso al sito web italiano dell’organizzazione, per la serie se vuoi nascondere qualcosa mettila in bella mostra, davanti agli occhi di tutti, tanto, vista l’ottusità generale, passerà tranquillamente inosservata. Parto dal gradino più basso dell’organigramma piramidale, dalle new entrioes, cioè i giovani, chiamati “Junior Fellows”. Sul sito vi è scritto che: “Gli Aspen Junior Fellows sono un network internazionale di giovani ad alto potenziale formato dai ragazzi che hanno preso parte ai progetti “Aspen per la Nuova Leadership” nel 1999 e nel 2001, a cui sono aggiunti 22 nuovi membri nel 2004”. Come abbiano fatto questi fortunati ragazzi a partecipare a questi progetti non è spiegato. I requisiti richiesti sono basilari, ma se non sei segnalato da un socio dell’Aspen Institute la possibilità di entrare a far parte della famiglia sono pressochè nulle. E’ chiaro che l’Aspen non è roba per tutti. Come pure è evidente che non si tratta di corsi di formazione regionali a cui noi comuni mortali possiamo prendere parte. Non ho letto di bandi del genere, non mi sarebbe sfuggito. Qui, forgiano e plasmano la classe dirigente del futuro, allevano con dosi massicce di “pappa reale” veri e propri rampolli, predestinati, di “sangue puro” che erediteranno, come le dinastie di un tempo, le sorti del mondo. Poco democratico direi! Non vorrei risultare allarmate ma qui le cose quadrano sempre meno.

Conclusioni

Ho consultato svariato materiale sull’Aspen Institute, c’è tanto da leggere ed è tutto molto inquietante: Bilderberg, Commissione Trilaterale, Club of Rome, CFR etc. Affiorano sempre gli stessi nomi. Saranno coincidenze, preferisco passare per paranoico, ma io non ho mai creduto alle coincidenze. La verità è che siamo stati ingannati, ed oggi ci sono le prove. Ci hanno fatto credere che potevamo essere padroni del nostro destino delegando ad altri le nostre speranze, chiudendoci in una cabina a scegliare prima fantocci e poi simboli senza significato. Ci hanno incantato per anni, con dibattiti, liti, parapiglia mediatici e comizi deliranti, ci hanno mostrato due facce della stessa medaglia, e gli hanno dato nomi, faccie e ideologie. L’alfa e l’omega, la destra e la sinistra, solo fandonie! Ci hanno dato l’apparenza democratica tramite la messa in scena di due finti schieramenti, in eterna lotta tra loro. Ci hanno fatto credere di essere liberi perchè potevamo sciegliere tra il burattino rosso e il burattino nero. CAZZATE!

Mentre noi eravamo impegnati a dividerci e scannarci in nome di una illusione. Mentre eravamo intenti a sputarci merda l’un l’altro sulle grandi astrazioni, questi personaggi hanno complottato nei retroscena nazionali le loro politiche contro il bene comune. Ci hanno prosciugato di tutto e ci hanno reso un popolo schiavo, servile e peggio ancora fiero di esserlo. La metamorfosi subita della società italiota (e non solo) è stata lenta ma inesorabile. Siamo dei salvaggi, ignoranti, vuoti, arroganti, e meschini. E anche ora che la verità è sotto i nostri occhi, non ce ne rendiamo conto, troppo indaffarati nell’inutilità, nell’apparenza, nel consumo sfrenato di questa finta civiltà progredita.

Hanno già deciso il nostro futuro: rifiuti, nucleare, energie rinnovabili, scuola, lavoro etc. Noi siamo spettatori inermi e paganti. La nostra unica forma di rivalsa non violenta, sarebbe l’astensione in massa dalle urne e il boicottaggio di questa insulsa farsa. Mi chiedo dove sono i paladini dell’informazione, quelli che ci raccontano le storielle magiche, quelli che ci parlano dell’orco cattivo, dell’uomo nero, dove sono quelli che fanno la “televisione alternativa”, spacciandola come cultura, con i soldi della casa prodruttice (Endemol**) del tanto odiato nemico (Silvio Berlusconi)? Sono maschere, commedianti che hanno esaurito il loro canovaccio, si mostrano cavalieri ma sono giullari nell’animo.

Le riuscite a sentire le sbarre intorno a voi? Sono prigioni immaginarie, erette nelle nostre deboli menti, con il solo scopo di manovrarci e renderci docili. Questa democrazia è il regime dell’Aspen Institute, qualsiasi burattino scegliamo, esso farà gli interessi dell’organizzazione e attuerà le linea guida, anzi, il programma politico dettato dalla Comunità Aspen. Plasmerà l’opinione pubblica convincendola che queste nuove politiche siano le migliori possibili per la felicità e la ricchezza dell’intera popolazione. Che la favola continui…

Sapete quel’è il motto dell’Aspen Institute? Appare anche sul logo dell’organizzazione: “Timeless values, enlightened leadership” ovvero “Valori senza tempo e leadership illuminata“. Certo è che non lascia nessuno spazio all’immaginazione. Traete le vostre conclusioni, però ora non potete dire di non sapere…avete visto quant’è profonda la tana del bianconiglio!

NOTE:

*Ha una sede anche in Italia, dove si appoggia al gruppo editoriale L’Espresso S.p.a., cui azionista di maggioranza è De Benedetti, che controlla una parte non indifferente del potere mediatico italiano. A proposito di media, sapete chi è uno dei giornalisti di matrice CNN in Italia? Alessio Vinci, il tipo che ha preso il posto di Mentana nella conduzione della tramissione Matrix (in effetti quel “thank you, good night and see you soon” che recita alla fine di ogni puntata, doveva averlo sentito da qualche parte?!?!).

**Endemol è una società produttrici di format televisivi controllata di Mediaset, ergo dalla famiglia Berlusconi. In questi giorni infuria la polemica tra l’attuale Governo in carica di Re Silvio e la trasmissione condotta da Fazio e Saviano “Vieni via con me” rea di essere aperamente schierata con l’opposizione. Tanto clamore solo per fare pubblicità al format e omettera, ancora una volta, la verità. E’ tutto finto. I vostri condottieri della libera informazione e della cultura italiota sono nel libro paga del regime.

Linkografia :

http://www.aspeninstitute.it

http://www.nwo.it/aspen_genna.html

http://fondazione.camera.it/attivita/824/850/868/880/second.asp

http://www.kelebekler.com/occ/vaticano3.htm

http://www.panorama.it/italia/politica/articolo/ix1-A020001037221

http://www.archivionucleare.com/index.php/2006/03/22/patto-energetico-aspen-institute-italia

http://www.mclink.it/com/inform/art/06n10214.htm

http://www.difesa.it/SMD/CASD/Istituti+militari/CeMISS/dettaglio-news.htm?DetailID=3108

http://stopimperialism.be/American_Enterprise_Institute.php

http://www.fisicamente.net/index-200.htm

http://www.criticalpoint.it/news.php?cod=679

http://www.canisciolti.info/articoli_dettaglio.php?id=70]

http://it.wikipedia.org/wiki/Aspen_Institute

http://www.difesa.it/SMD/CASD/Istituti+militari

 





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