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Barnaby Jack 

Hacker al servizio della sicurezza.

barnabyjack

 da: il fatto quotidiano

SONO PASSATI diversi giorni daquando è stato trovato privo di vita
nel suo appartamento di San Francisco; sin da subito la sua scomparsa
era sembrata misteriosa e ora che la polizianon fornisce novità, limitandosi
a disporre l’autopsia e a dichiarare chel’accertamento delle cause del decesso
potrebbe richiedere mesi, le ipotesi siaccavallano. I detective di San Francisco
e l’ufficio del coroner hannogiocato a Erode e Pilato. I giornalisti
che chiedevano notizie venivano indirizzatidal coroner e viceversa. “Ab –
bottonati” anche amici e familiari diBarnaby sugli ultimi giorni di vita dell’hacker.La sorella Amberleigh Jack,molto legata a Barnaby, raggiunta via email e telefonicamente si è rifiutatadi rilasciare dichiarazioni. “Attendo irisultati dell’autopsia e delle indagini”,ha detto. Jack, nato in Nuova Zelanda,era diventato famoso in tutto il
mondo per essere riuscito a dimostrarela vulnerabilità dei bancomat ATM e per aver individuato numerose falle in alcune apparecchiature mediche.
Jack è morto esattamente una settimana prima di una conferenza sulla
sicurezza dei sistemi informatici nella quale sarebbe stato uno dei relatori
più autorevoli; come aveva annunciato da tempo, avrebbe presentato i risultati
della sua ricerca nel campo della sicurezza dei pacemaker e dei defibrillatori
impiantati. Jack voleva dimostrare hacker uccidere un uomo a distanza
senza lasciare alcuna traccia e facendo pensare ad una morte per cause naturali.
Uno scenario che era stato ricostruito nella serie tv Homeland, dove
un terrorista uccide il vice presidente manipolando il suo pacemaker. Alcuni
infatti ritengono che la scoperta di Jack non era piaciuta a settori della
sicurezza americana, che intende sfruttare la faccenda dei pacemaker a proprio vantaggio. Jack era, a modo suo, un hacker “a libro paga”. Infatti le aziende del settore avevano ben presto scoperto le sue enormi capacità. Il suo ultimo datore di lavoro, la IOActive,
azienda che opera nel settore della ricerca sui sistemi di sicurezza e che Jack dirigeva, ha affidato all’amministratore delegato Jennifer Steffens il compito di ricordarlo: “Da anni eravamo amici intimi e so che non gli sarebbero piaciute le lacrime. Posso solo dire che il contributo da lui dato alla nostra attività e alla sicurezza dei sistemi informatici è stato enorme e innovativo”. E in un tweet ha aggiunto:
“Lo abbiamo perduto, ma non dimenticheremo mai il nostro amico pirata”. La sua fama era cresciuta a dismisura l’anno passato quando aveva dimostrato la vulnerabilità di un pompa per l’erogazione dell’insulina hacherando il dispositivo medico da circa 300 metri e riuscendo ad erogare a distanza una dose letale dell’ormone. Era per queste ragioni che Jack era considerato qualcosa di più di un
semplice hacker. Molti lo ritenevano un “angelo custode informatico” al servizio della gente. Quando riuscì a penetrare il sistema di sicurezza della pompa per l’erogazione dell’insulina dichiarò alla stampa: “L’ho fatto perché non voglio che la gente perda fiducia in questi dispositivi che possono
salvare molte vite. Il mio compito è di eliminare le falle del sistema”. L’ABILITÀ di Barnaby Jack attirò anche l’attenzione del governo degli Stati Uniti tanto che William Maisel, vicedirettore
del Dipartimento Dispositivi Radiologici e Medicali dell’FDA (Food and Drug Administration), gli
aveva reso omaggio in occasione di una recente conferenza con queste parole: “Il lavoro che Barnaby e altri hanno fatto per individuare alcune vulnerabilità dei sistemi e degli impianti medicali ha contribuito in maniera significativa al progresso del settore”. “Nel nostro campo Barnaby era uno dei pochissimi ricercatori brillanti dotati anche di grande umanità. Eravamo molto amici”, ha scritto
Matthieu Suiche, amico di Jack e ricercatore della CloudVolumes Inc. Suiche aveva conosciuto Jack anni fa alla conferenza “Black Hat” e da allora erano rimasti molto legati. “In questo mondo pieno di gente timorosa e  conformista che teme di pestare i piedi i potenti, Jack erano uno dei pochi ad essere pazzo abbastanza da mettere in discussione le regole e da affrontare la vita in maniera non convenzionale. Proprio per questo il suo è stato un contributo geniale e innovativo”, ha detto ancora Suiche. E forse proprio per questo è morto, sospettano alcuni. Restano infatti gli interrogativi sulla sua morte. L’ipotesi del suicidio, circolata nelle prime ore, è stata smentita da familiari e amici. Forse
bisognerebbe indagare sul lavoro portato avanti da Barnaby Jack, in  particolare quello riguardante la sicurezzadei dispositivi medicali. A quante grandi multinazionali mediche dava fastidio la sua ricerca? Quanto costava alle case produttrici di defibrillatori impiantabili, pacemaker e pompe per l’erogazione di insulina la prova fornita da Jack che i loro sistemi non erano sicuri e che un hacker poteva uccidere un paziente a distanza? Questo si chiedono i suoi amici e i suoi innumerevoli ammiratori.

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